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«Bötschi domanda» Seven: «Non può andare peggio di così»
Bruno Bötschi
21.2.2020
Seven è considerato la voce più bella della Svizzera. Il cantante parla del suo rapporto con Nena, racconta di «Sing meinen Song – das Schweizer Tauschkonzert» e spiega perché ora canta in tedesco.
Sono le due e mezza del pomeriggio al «Kaufleuten Lounge» di Zurigo. Il canale televisivo TV24 ha invitato alla giornata dei media per «Sing meinen Song – das Schweizer Tauschkonzert». Sono confermati 45 minuti di intervista con il cantante soul Seven, conduttore della trasmissione.
Nella lounge tutti si danno da fare senza sosta. Si sussurra. Francine Jordi è al telefono e improvvisamente ride ad alta voce. Marc Storace e Ritschi stanno rilasciando interviste a due stazioni radio. Insieme a Stefanie Heinzmann, Steff la Cheffe e Loco Escrito che non sono stati visti questo pomeriggio, i tre reinterpreteranno l’uno le canzoni dell’altro.
Il 21 febbraio inizierà il nuovo programma televisivo condotto da Seven. Bene, allora cerchiamo di capire meglio che tipo è.
Seven, oggi faremo un gioco domanda-risposta: nel corso dei prossimi 45 minuti, le porrò più domande possibili e lei risponderà preferibilmente in modo rapido e spontaneo.
Bene.
Se c’è qualcosa a cui non vuole rispondere, basta che dica ‹passo›.
Passo ... passo ... era solo una prova (ride).
Innanzitutto devo dire che per me lei ha la voce più bella della Svizzera ...
... oh, grazie.
Una volta, diversi anni fa, una sera sentii una sua canzone alla radio e per un momento pensai che a cantarla fosse il giovane Michael Jackson.
Questo complimento mi lusinga, ma forse ha semplicemente problemi di udito (ride).
Ha davvero fatto l’imitatore di Michael Jackson in occasione di un ricevimento nuziale quando aveva dodici anni?
Sì. E tra l’altro sono stati i primi 50 franchi che ho guadagnato come cantante. Michael Jackson è stato il mio primo idolo musicale e il suo disco ‹Off The Wall› mi aprì delle porte. Amavo la musica già da prima, ma questo album cambiò tutto. Poco dopo, per Carnevale mi vestii da Michael Jackson, con cappello e guanti.
E già si inizia a percepirla – la passione del musicista, il suo fuoco.
Ha usato la tecnica del blackfacing?
No, mi esibivo da Michael Jackson bianco.
Quanto guadagna oggi per ciascuna esibizione?
Spero più di 50 franchi, ma ho spese molto più alte rispetto al passato. A quei tempi mi bastava un ghetto blaster come accompagnamento. Oggi mi esibisco con la mia band sul palco.
Chi ha scoperto la sua voce?
Canto da quanto ero bambino, sempre e ovunque. Tuttavia, è stato il mio primo insegnante di musica a capire che avrei potuto avere più talento rispetto ad altri. Mi disse che avrei dovuto cantare assolutamente in un coro.
Cosa è successo in seguito?
Avevo otto o nove anni quando la band di mio fratello 14enne stava cercando un cantante. Mi venne concesso di fare una prova, durante la quale mi venne messo un microfono in mano. Dopodiché, gli altri componenti del gruppo, tutti più grandi di me, mi dissero: "Hai la voce di un nero." Anche quello fu un momento decisivo. Un altro grande regalo è che mio fratello ancora oggi faccia parte della mia band. Facciamo musica insieme da oltre 30 anni.
Quando nel 2002 pubblicò il suo primo album col nome Seven, venne annunciato come primo cantante svizzero soul. Una volta ha detto in un’intervista che "Per alcuni era come se una tartaruga volesse giocare a basket". Come è stato per lei?
Non ci ho riflettuto troppo. Non ho mai pensato: voglio fare qualcosa che qualcuno non abbia mai fatto in Svizzera. L’ho fatto e basta. Ho fatto ciò che sono in grado di fare, ciò che amo più di tutto.
Seven è il suo nome d’arte. Che significato ha per lei il numero sette?
Il sette è il mio numero fortunato. Mi piace parcheggiare nel posto numero sette …
… e in aereo prenota sempre la settima fila?
Non sempre, ma se in qualche modo è possibile, allora lo faccio. Ammetto di essere un po’ superstizioso. Da un lato mi sento molto vicino al numero sette, dall’altro lo trovo un po’ inquietante. E soprattutto, la mia canzone preferita in assoluto di Prince si intitola "Seven".
Lei è cresciuto in una famiglia di musicisti – madre pianista, padre tenore. Da piccolo sapeva già che avrebbe voluto fare il musicista?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Quindi non credo ci sia mai stato un momento preciso in cui ho deciso che sarei diventato musicista. O sei un musicista o non lo sei. Ma se la musica più avanti diventerà una professione e si potrà guadagnare denaro grazie ad essa, quello però è tutto un altro paio di maniche.
Ha mai combattuto contro la musica perché non ne aveva più voglia?
No. Forse questo è legato al fatto che i miei genitori non mi hanno mai fatto pressione affinché diventassi per forza un musicista. Da giovane mi sono abbandonato agli stili musicali più disparati: sono stato batterista in un gruppo rock, ho cantato in una band funk insieme a mio fratello e sono stato membro di un gruppo a cappella.
In cosa è particolarmente strana la sua famiglia?
In Svizzera è piuttosto insolito che tutta la famiglia faccia musica e guadagni con essa. Inoltre noi Dätwyler (cognome civile di Seven, NdR) abbiamo un altro hobby speciale: ci piace modificare le parole. Troviamo che gli scambi di lettere siano molto divertenti. Chissà, forse dipende anche dal fatto che la nostra famiglia viene dalla stessa città del comico Peach Weber. Credo che a Wohlen, nel Canton Argovia, ci sia un po’ di pseudo divertimento in ogni tavolo di cucina (ride a crepapelle).
Naturalmente, le risposte di Seven sono troppo lunghe per poter riuscire a rispondere a tutte le domande in 45 minuti. L’intervistatore è già sotto pressione, ma ovviamente non si lascia sfuggire nulla.
Il suo grande desiderio inappagato da 14 enne?
Volevo essere il fidanzato di Sheila E., la batterista di Prince.
La musica viene sufficientemente promossa nelle scuole svizzere?
No, per niente. Le materie creative come lo sport e la musica vengono inserite come elementi di pausa tra le materie presumibilmente importanti. Ma il fatto è che un amministratore delegato di una grossa banca svizzera deve affrontare ogni giorno nuovi problemi e per risolverli ha bisogno della creatività. Creatività che purtroppo non è sufficientemente incoraggiata nel nostro sistema scolastico.
Quali canzoni canta quando è bloccato nel traffico?
Dipende dal mio umore.
Canta anche le sue canzoni?
Certo che no – Il mio motto in macchina è: niente bestemmie quando sono bloccato nel traffico.
Dove preferisce cantare sua moglie Zahra?
Ovunque. A casa canta quasi più di me – e sempre: jazz, jazz, jazz.
Sua moglie è una brava cantante?
Oserei dire un’ottima cantante.
Quale parte del corpo di sua moglie è così bella che le dedicherebbe una canzone?
La sua anima – e ho già scritto molte canzoni al riguardo.
Qual è la sua preferita?
"Immer noch" è il secondo singolo del mio nuovo album "Brandneu" che uscirà alla fine di febbraio.
La sua cantante preferita in assoluto?
Whitney Houston – per sempre.
Il suo cantante preferito in assoluto?
Un misto di Freddie Mercury e Prince.
Abbiamo finito il programma di riscaldamento. E ora passiamo alle domande sul nuovo programma televisivo.
È il conduttore dell’edizione svizzera di "Sing meinen Song", che andrà in onda a partire dal 21 febbraio su TV 24. Ha deciso da solo quali cantanti si sarebbero esibiti nel suo spettacolo?
Regno unico, regno mio (ride) – sì, ho deciso io chi avrebbe potuto partecipare alla prima puntata.
Quali cantanti hanno rifiutato?
Ancora nessuno.
Nell’annuncio di "Sing meinen Song" c’è scritto che parteciperanno i cantanti svizzeri di maggior successo. Ma allora ci dovrebbe essere anche Luca Hänni …
Ovviamente ha ragione, ci dovrebbero essere molti altri musicisti. Tuttavia, per la prima stagione Stefanie Heinzmann, Francine Jordi, Steff La Cheffe, Loco Escrito, Ritschi e Marc Storace sono stati la mia selezione dei sogni. E questo posso rivelarlo: la mia formula magica ha dato buoni risultati.
Come vede il suo ruolo di conduttore?
Come fare dei passaggi ma senza segnare goal.
"Sing meinen Song – das Schweizer Tauschkonzert" è basato interamente su cover. Come si è sentito in passato quando sono state fatte delle cover delle sue canzoni?
Per me è un grande onore quando qualcuno fa le cover delle mie canzoni. Cosa c’è di meglio di qualcuno che investe la sua creatività, la sua passione in una delle mie canzoni? Ogni volta mi sento assolutamente lusingato.
Durante "Sing meinen Song" i cantanti si criticano tra loro. Riesce ad affrontare bene le critiche?
Sono perfezionista fino all’estremo. Affronto male le critiche solo se sono vere.
E se non sono vere?
Allora mi scivolano addosso.
Nel formato tedesco di "Sing meinen Song" spesso la si prende molto sul personale – anche nella versione svizzera?
Lo vedremo quando lo spettacolo verrà trasmesso. Generalmente gli svizzeri vengono considerati più prudenti. In ogni caso sono molto soddisfatto del risultato.
Chi è stato il più duro a criticare e chi quello più gentile?
Chi partecipa a "Sing meinen Song" ha interiorizzato i seguenti comandamenti: rispetto, riverenza nei confronti del compito e umiltà. Durante lo show, nessuno combatte, perché non c’è nessuno da distruggere.
Quale canzone di un altro artista le sarebbe piaciuto scrivere?
Wow, questa lista diventerebbe infinita … "Fields Of Gold" di Sting … cavolo, ci sarebbero anche migliaia di altri brani ma questa canzone di Sting è un pezzo davvero particolare.
Ha già partecipato alla versione tedesca di "Sing meinen Song", scelto la super hit "99 Luftballons" di Nena e sbagliato il primo verso della canzone. Si sarebbe voluto sotterrare quando si è reso conto dell’errore?
Quando ho toppato il primo verso, sarei voluto andare subito a casa, ma col senno di poi mi sono reso conto che è stata la cosa migliore che potesse capitarmi. Un anno prima, Xavier Naidoo mi chiese se mi avrebbe fatto piacere partecipare alla trasmissione. Accettai – dopodiché la tensione ha iniziato ad accumularsi mese dopo mese, perché sapevo che sarebbe stata un’occasione fantastica. Ovviamente è cresciuta anche la mia paura di poter fallire …
… e poi ha cannato al primo momento.
Esatto, la cosa peggiore che sarebbe potuta succedere è accaduta. Allo stesso tempo, tuttavia, tutto il nervosismo mi è passato e da un momento all’altro mi sono sentito molto più a mio agio. Perché sapevo che non sarebbe potuta andare peggio di così.
Davvero la stessa Nena non si è accorta che lei ha cantato un verso sbagliato?
Sì.
Ed è vero che Nena non voleva che la cover di una delle sue canzoni venisse inserita nell’album "Sing meinen Song" perché la sua versione era troppo bella?
Non posso rispondere né in maniera affermativa né negativa a questa domanda.
In questo caso suppongo che la voce sia vera.
Anche qui non posso dire né sì né no.
Quindi la voce è vera? Dopo questa intervista, il giornalista non è in grado di rispondere né in modo affermativo né negativo a questa domanda anche se crede di percepire una tendenza.
Che cosa rende una cover buona?
L’imitazione non porta a nulla, devo fare mia la canzone.
Sul palco è necessario avere un certo stato d’animo?
Sì – essere riposati, svegli, a stomaco pieno e senza alcool in corpo.
Le sue espressioni facciali quando canta sono leggendarie – o come disse una volta Annett Louisan: "Tutto il corpo canta!"
O come disse TheBossHoss: "Smorfie". Ho trovato questa descrizione ancora più forte (ride a crepapelle). So che quando canto sembra spesso che stia provando un dolore molto, molto profondo.
La sua voce è davvero assicurata?
No.
Perché no?
Bella domanda – devo fare una telefonata. Possiamo fare una pausa?
C’è della musica che odia?
Prima devo fare assolutamente una telefonata … No, no, scherzavo. C’è della musica che odio? Non credo. Forse do poca importanza alle persone che producono i suoni. Ma non è colpa della musica, la musica è solo aria che si muove. Alla fine ciò che è decisivo è sempre chi la veicola. Se all’artista piace davvero la sua musica, non mi importa se mi piaccia la sua musica. Credo che l’autenticità legittimi tutto.
Ai concerti indossa sempre le stesse scarpe?
Oh Dio, no, no. Ho tantissime scarpe. Mi è anche già capitato di indossare un paio di scarpe solo il giorno del concerto e subito dopo averle rimesse nella scatola, sopra cui ho scritto la data del concerto.
La violinista Anne-Sophie Mutter indossa abiti senza maniche per sentire meglio il suo violino sulla pelle. Lei preferisce cantare indossando una maglietta o un abito?
Appartengo alla fazione che ritiene che i vestiti determinino l’esibizione e il luogo del concerto lo stile d’abbigliamento. Se suono a un concerto unplugged dove il pubblico sta seduto, mi piace indossare l’abito, mentre in un concerto all’aperto preferisco esibirmi in maglietta.
Che senso ha la musica? Perché esiste?
La musica è il linguaggio più universale che ci sia al mondo. La musica è il linguaggio con cui ogni persona sente immediatamente qualcosa, indipendentemente dalla sua provenienza o dall’età. La musica ci mostra sempre più spesso quanto in realtà noi uomini siamo tutti uguali.
Una vita senza musica per lei sarebbe …
… inimmaginabile.
Nella sua vita, cosa è paragonabile alla sua passione per la musica?
Niente. La musica è il mio primo amore. La musica è un sentimento, un istinto, una dipendenza, un dovere, un non poter far altro, un obbligo.
E che mi dice della sua collezione di scarpe da tennis Nike?
Questo è il mio gene da collezionista. Avevo nove o dieci anni quando mi furono regalate le mie prime scarpe Michael Jordan. Tuttavia non sono più così ossessionato come fino a qualche anno fa. Prima andavo anche alle convention per poter comprare o scambiare scarpe.
Nel 2012 ha detto allo "Schweizer Illustrierten": "Io e mia moglie abbiamo una cabina armadio comune, ma io ho più scarpe di lei."
Sicuramente continuo ad avere più scarpe di mia moglie.
Quante paia di scarpe Nike possiede attualmente?
311 o 312 paia.
Tutte numerate?
Certamente.
E con scontrino?
No, perché altrimenti potrebbe sembrare che a un certo punto voglia cambiarle, cosa che non desidero assolutamente. Inoltre molte paia non sono mai state indossate e sono ancora nella loro confezione originale. Tuttavia devo dire che vengo sponsorizzato da Nike da dieci anni e in passato ho venduto scarpe Nike a Jelmoli a Zurigo per due anni. Ciò significa che mi trovavo sempre alla fonte. Durante l’adolescenza però la situazione era completamente diversa: per ogni modello dovevo risparmiare per mesi.
Le pause dall’allenamento rendono gli atleti migliori. È così anche per i cantanti?
Sì.
A quale dipendenza è particolarmente sensibile?
Allo sport.
Deve nascondersi per scrivere delle canzoni?
Non ho una ricetta per scrivere canzoni – ed è un bene. Altrimenti sarebbe come colorare seguendo i numeri e per me questo non è assolutamente fare musica. Può succedere di svegliarmi la mattina e di dover disdire immediatamente tutti gli appuntamenti perché sento che in quella giornata devo scrivere una canzone.
In questi giorni uscirà il suo nuovo album. Si intitola "Brandneu". Se tutto sarà “brandneu”, ovvero nuovissimo, significa che Seven si reinventerà completamente come musicista?
In realtà l’ho fatto in ogni mio nuovo album, perché non ho mai inciso un disco che fosse uguale ai precedenti. Il nuovo CD è speciale perché per la prima volta, a 41 anni, pubblicherò un disco in cui canto esclusivamente in tedesco. Un cambiamento dietro il quale c’è un processo molto, molto lungo.
Canta da poco in tedesco perché così le sue probabilità di successo in Germania saranno maggiori?
Se dovessi fare dei calcoli, allora avrei dovuto realizzare quest’album cinque anni fa – subito dopo la mia comparsa a "Sing meinen Song Germania".
Cosa c’è di diverso per lei quando canta in tedesco anziché in inglese?
È molto più diretto. Nell’ultimo anno e mezzo ho suonato i due singoli "Seele" e "Immer noch" forse in oltre 150 concerti senza sapere se sarebbero mai stati pubblicati in un album. Quasi ad ogni concerto ci sono stati sfoghi emotivi, lacrime che scorrevano e spesso ci sono state standing ovation per due canzoni che il pubblico in realtà non conosceva affatto. Sono rimasto davvero sbalordito.
Perché?
A differenza di quando canto in inglese, la gente capisce subito le canzoni cantate in tedesco. Inizialmente ho dovuto abituarmi a questo “mettermi a nudo”.
Cosa è più difficile: scrivere canzoni in inglese o in tedesco?
Le canzoni in inglese non rischiano di sembrare subito piatte. "I miss you so much" suona bene, mentre in un verso come "Ich vermiss dich so sehr" bisogna stare attenti che non sembri troppo una canzonetta.
In autunno andrà in tour in Svizzera e in Germania. Ci sono delle band che hanno istituito un divieto di utilizzo dei cellulari durante i loro concerti – cosa ne pensa?
Capisco il motivo per cui alcuni gruppi gestiscano la cosa in questo modo. Tuttavia sono una persona a cui non piace che si dica cosa deve fare e cosa no e quindi per i miei concerti quest’alternativa non è contemplata. A proposito, questo è anche un motivo per cui ho fondato la mia casa discografica per il mio nuovo album e non ho più un’etichetta importante alle spalle. Sono uno spirito libero, mi piace andare per la mia strada.
Come musicista, ha un pubblico vasto. Sente quindi anche la responsabilità di dare spunti di riflessione politica ai suoi fan?
Ehm … Sento una responsabilità nei confronti del mio pubblico nel senso che se una persona paga per un concerto, poi una volta finito deve poter dire: ne è valsa la pena. Ma chiaramente, quando qualcosa mi dà sui nervi, lo dico sul palco. Per questo motivo ho anche inciso la canzone "Die Menschen sind wir" insieme a Kool Savas e Nico Suave e scelto parole dure contro l’estremismo di destra. Quando qualcosa mi dà fastidio o quando mi turba non lo scrivo in un diario, ma lo trasformo in una canzone.
Ops, questa è stata la sua prima dichiarazione politica.
Ha dei rituali prima di un concerto?
Sono una persona che deve essere molto consapevole di ciò che vuole fare sul palco. Ecco perché faccio molte prove prima di un tour. Anche l’area del backstage è molto importante per me, ma siccome sembra sempre diversa a seconda del luogo, a casa faccio sempre la valigia allo stesso modo.
Cade in depressione dopo un concerto?
Questo significherebbe per me dover cadere in depressione un centinaio di volte all’anno. Non sarebbe salutare. Quando un tour è finito, sento una sensazione di sollievo che è anche stanchezza, ma dentro sono rimasto ancora talmente bambino che subito mi viene in mente un’altra idea che voglio attuare. No, non sono mai caduto in depressione dopo un tour.
I concerti si tengono perlopiù la sera – le va bene o preferirebbe cantare davanti al pubblico la mattina?
La sera va bene, ma sono contento di poter suonare di solito già alle 19 o alle 20. Ci sono band che hanno un pubblico diverso rispetto al nostro e che suonano solo a mezzanotte circa. Per me sarebbe davvero troppo tardi.
Guardando indietro, cosa rimpiange?
Chi è una bomba come me e mette in pratica le proprie idee folli con tutte le sue forze, non deve rimpiangere nulla nella vita. Certo, col senno di poi affronterei alcune cose in modo diverso, ma non me ne pento.
Tornando indietro, a chi chiederebbe scusa?
Non ho scheletri nell’armadio.
Ha paura di invecchiare?
Non ancora, ma due anni fa, quando ho compiuto 40 anni, ho iniziato per la prima volta a pensare seriamente all’età. D’altra parte, ho un figlio di nove e uno di due anni ed entrambi mi mantengono giovane. Al tempo stesso sono ovviamente consapevole del fatto che invecchierò come tutti. Ed è per questo che sono grato per ogni giorno in cui sono sano e in forma.
Qualche anno fa mi rispose alla stessa domanda: "No. A 70 anni spero di avere una casa sul lago e tanti figli e nipoti con cui fare insieme dei barbecue la domenica."
Oh, sottoscriverei questa affermazione anche oggi.
E alla fine prende il cellulare: Seven ora vuole fare una telefonata.
«Sing meinen Song» è andato in onda venerdì 21 gennaio alle 20.15 su TV24. Con Swisscom Replay TV è possibile guardare il programma fino a sette giorni dopo la sua messa in onda.