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I migliori da rileggere Christa Rigozzi: «Sarei il perfetto James Bond»
Di Bruno Bötschi
11.11.2019
È una delle donne più famose in Svizzera. Christa Rigozzi rivela il segreto del suo amore di lunga data, spiega perché non vuole essere definita una «femminista» e parla delle sue ambizioni politiche.
Questo è forse il sogno di molti uomini svizzeri: due giorni a Firenze con Christa Rigozzi. Due giorni con la donna che ha metà del paese ai suoi piedi.
Purtroppo non si tratta di un viaggio di piacere: la Rigozzi è ambasciatrice della Pizzeria Ristorante Molino ed è per questo che ha alcuni giornalisti al seguito durante il suo soggiorno in Italia. E a Firenze ha molto da fare: degustare il vino, raccogliere le olive, fare foto e rispondere alle domande.
Sono confermati 45 minuti di intervista con il giornalista. E sta seduta lì, la Rigozzi. Sfodera il suo sorriso più bello. Ah ma questo è solo il suo trucco, pensa il giornalista.
Signora Rigozzi, oggi faremo un gioco domanda-risposta: nel corso dei prossimi 45 minuti, le porrò più domande possibili e lei risponderà preferibilmente in modo rapido e spontaneo. Se c’è qualcosa a cui non vuole rispondere, basta che dica «passo».
Benissimo, sono pronta.
A che ora si alza?
Durante la settimana mi alzo sempre alle 6.00. Per prima cosa ho bisogno di un caffè per svegliarmi del tutto e poi sono pronta per la giornata e la mia famiglia. Al mattino ho bisogno di qualche momento per me, altrimenti divento aggressiva (ride).
Cellulare in bagno. Sì o no?
No, faccio in fretta. Non ci sarebbe tempo.
Quando è offline?
Di notte.
Quando è stata l’ultima volta in cui si è pentita di non aver spento il cellulare?
Mai.
In una recente intervista con Claudia Lässer a Teleclub ha affermato che lo scorso anno è stato difficile. Come è andato il 2019 finora?
Benissimo e sono molto grata per questo. I miei amici che l’anno scorso hanno avuto problemi di salute ora stanno di nuovo bene e dal punto di vista professionale ho intrapreso molti bei progetti.
L’estate scorsa ha preso una casa in affitto a Ibiza per un mese. Come è stato?
Fantastico.
È stata la prima volta che si è presa una vacanza così lunga con le sue gemelle di tre anni?
No, d’estate mi prendo sempre almeno quattro settimane di pausa. Quest’anno addirittura otto. Sono rimasta a casa in Ticino con le mie figlie per il primo mese, mentre il successivo l’ho passato invece con la mia famiglia a Ibiza.
È mai andata a ballare in una delle tante discoteche di Ibiza?
No. Sono stata a Ibiza cinque volte ma non sono mai andata in discoteca. Mi piace l’isola per le sue bellissime baie e le fantastiche spiagge.
Il vezzeggiativo di suo marito Giovanni?
Gio.
Come la chiama suo marito?
Chri, ma ci chiamiamo più che altro «amore».
Come chiama suo marito quando è arrabbiata con lui?
Gio, ma in quel caso dico il nome a voce più alta e con più enfasi.
È una persona coraggiosa?
Molto.
Camminare sui carboni ardenti. Sì o no?
No, ma adoro i massaggi con le pietre calde (ride).
Bungee jumping. Sì o no?
Preferirei di no ma ho già fatto un lancio con paracadute in tandem da 4'000 metri d’altezza. E ho già percorso il circuito di Imola in moto.
A che velocità andava in moto?
150-160 chilometri all’ora.
Quale peccato adolescenziale vuole confessare qui in esclusiva a «Bluewin»?
Una volta ho detto ai miei genitori che avrei dormito dalla mia migliore amica e la mia migliore amica ha detto che avrebbe dormito da me. Nessuna delle due ha detto la verità.
Cosa avete fatto invece?
Siamo uscite e siamo andate a ballare in discoteca fino alle prime ore del mattino. Ci siamo divertite molto ma solo fino a quando la discoteca ha chiuso alle 5.00 e ci siamo ritrovate in strada.
Come è finita la serata?
Abbiamo guidato fino all’autogrill, abbiamo bevuto un caffè e mangiato un croissant. Più tardi ci siamo sedute fuori su una panchina e abbiamo parlato tantissimo, fin quando alle otto e mezza abbiamo deciso di tornare finalmente a casa. Quando ho aperto la porta di casa, mia mamma mi ha guardato stupita: «Cosa? Sei già a casa?»
Cosa ha risposto?
Eh, sai, mamma mi sono svegliata molto presto perché abbiamo molti compiti per scuola.
Il giornalista un po' l’ha già notato: si sbagliava. La signora Rigozzi è tutt’altro che artefatta. E per niente superficiale. Al contrario, è intelligente, gentile e semplice. Bene, è davvero una bella persona.
Chi erano i suoi modelli?
Mia nonna e mia mamma.
Quindi da piccola aveva pochi modelli femminili?
No. Amo le donne e trovo che sia importante che ci sosteniamo a vicenda. Ovviamente ci sono anche degli uomini che fanno un ottimo lavoro e che considero dei modelli. Tuttavia, quelli per me finora più importanti sono mia nonna di 91 anni e mia madre.
Quando ha realizzato per la prima volta di essere bella?
Non ho mai pensato: «Wow, sono bella.»
Neanche quando è stata eletta Miss Svizzera nel 2006?
No, ma ricordo ancora bene il momento dopo l’incoronazione in cui i giornalisti si congratulavano e mi dicevano: «Lei è la donna più bella del Paese.»
Cosa ha risposto?
Non è vero, non tutte le donne del Paese hanno partecipato al concorso.
Quanto si sente bella oggi a 36 anni?
Sono molto più sicura di me rispetto al passato e quindi oggi mi sento più bella. Non capisco le persone che dicono che vorrebbero avere di nuovo 20 anni. Io non sento assolutamente questo desiderio.
Sta volentieri al centro dell’attenzione?
Sì, altrimenti non potrei fare questo lavoro.
13 anni fa è diventata Miss Svizzera. Cosa le è rimasto?
Il titolo è stato il trampolino di lancio per la mia professione. Dagli anni del concorso, lavoro nel mondo dello spettacolo, sono stata coinvolta in molti progetti e sono un’imprenditrice. Il concorso è stata la mia grande occasione e io l’ho sfruttata al massimo.
Qual è stato il prezzo più alto da pagare per essere diventata miss?
Ho perso l’anonimato. Da un giorno all’altro sono diventata famosa in tutta la Svizzera. Non potevo neanche andare a fare la spesa senza essere riconosciuta. Per fortuna, la vita di un personaggio pubblico in Svizzera non può essere paragonata a quella di una celebrità degli Stati Uniti. Lì le star vengono seguite ovunque dai paparazzi.
Gli svizzeri si sono sempre comportati educatamente nei suoi confronti?
Molto.
Se avesse nuovamente 18 anni, tenterebbe la fortuna come influencer?
Non so.
La donna più influente con cui abbia mai cenato?
Negli ultimi 13 anni ho incontrato molte donne fantastiche, quindi non saprei sceglierne una in particolare.
Cosa le viene in mente quando pensa al cibo?
Il piacere.
Domanda stupida, ma qual è il motivo per cui oggi si trova a Firenze e rilascia interviste?
(Ride) Dovrei dare una risposta stupida?
Faccia quello che può.
A parte gli scherzi, dallo scorso anno sono ambasciatrice della Pizzeria Ristorante Molino e quindi sono in viaggio stampa per due giorni. Quest’anno «Molino» festeggia il suo 30esimo compleanno quindi vorremmo mostrare da dove vengono i vini e l’olio d’oliva che vengono serviti al ristorante.
Quanto bene conosce «Molino»?
Quando studiavo a Friburgo, ero un’ospite fissa del «Molino». Da ticinese, nella svizzera francofona mi mancava il cibo italiano e quindi ci andavo spesso a mangiare pizza e pasta con i miei amici.
Qual era la sua pizza preferita a Friburgo?
Mi piace la pizza con il carpaccio. In passato dovevo sempre ordinare i singoli ingredienti: manzo, rucola, parmigiano e olio al tartufo. Quasi sempre il cameriere mi chiedeva: «Dice sul serio?»
La pizza Christa Rigozzi che oggi viene servita al «Molino» è davvero una sua creazione?
Sì, lo è.
Mangia pizza anche a casa?
Sì, soprattutto la domenica. Io preparo l’impasto e poi le bambine condiscono la pizza. Di solito, faccio anche una torta.
Che torta?
Torta al cioccolato o al limone.
Cucina spesso?
Cucino bene e spesso. Il mio cibo preferito è la pasta. Credo che potrei mangiare pasta tutti i giorni. Il mio piatto preferito in assoluto sono gli spaghetti con sugo di pomodoro fresco.
Qual è il cibo preferito di suo marito?
La pasta.
E cosa preferiscono mangiare le sue gemelle?
Spaghetti con sugo di pomodoro.
Le piacerebbe essere vegetariana?
No, mi piace molto la carne e anche il pesce. Sono un’edonista e mangio di tutto.
Mangia carne tutti i giorni?
No.
Christa Rigozzi non si è ancora vantata, non ha fatto pause teatrali e non ha dato spettacolo. Ed è una buona cosa.
Se al ristorante le viene servito qualcosa che non è di suo gradimento, si lamenta con il cameriere oppure mangia un po’ e poi alla fine dice che la porzione era troppo abbondante?
Forse sono troppo gentile per lamentarmi, quindi mangio un po’ e poi lascio il resto. Se il cameriere chiede se può ritirare, rispondo: «Era buono ma non avevo tanta fame.» So che non dovrei farlo ma non posso farci niente, mi dispiacerebbe per il cuoco. Mi lamento solo se i dipendenti sono scortesi.
In un’intervista al «Tages-Anzeiger» ha affermato: «Quando arrivo, bevo subito un bicchiere d’acqua gassata per idratarmi e mantenere il mio corretto equilibrio idrico. Poi prendo un bicchiere di vino bianco con cui faccio il giro e vado a brindare, ma non bevo più di due bicchieri. Personalmente odio anche la minima perdita di controllo, non voglio essere neanche leggermente brilla a un aperitivo.» Perché ha così tanta paura di perdere il controllo?
Sono una maniaca del controllo. Mi piacciono gli aperitivi ma quando sono in viaggio per lavoro non bevo mai più di due bicchieri di vino in una sera e bevo sempre acqua tra l’uno e l’altro. Così è sicuro che il giorno dopo non avrò mal di testa.
Ha mai perso il controllo?
No.
La sua frase sulla perdita di controllo ha ispirato il regista teatrale Christoph Marthaler che l’ha inserita nel suo spettacolo «Mir nämeds uf öis» ma senza chiederle il permesso.
È stato un grande onore che un regista così famoso abbia usato una mia intervista come ispirazione per la sua opera teatrale. Ma ha ragione, avrebbe dovuto chiedermelo oppure citare da qualche parte l’intervista come fonte.
Avrebbe potuto querelare Marthaler. Perché non l’ha fatto?
Perché fondamentalmente ho pensato che l’idea fosse divertente. Christoph Marthaler ha anche rilasciato un’intervista in cui ha ammesso il suo errore e mi ha ringraziato per essere stata così comprensiva e per non essermi rivolta a un avvocato.
Marthaler l’ha invitata a vedere una sua opera teatrale?
No.
Numero di scarpe?
38.
È vero che possiede 600 paia di scarpe?
In passato sì, ma ora ho fatto una cernita. Prima compravo sempre scarpe nuove a prescindere dal fatto che fossero care o economiche. Oggi sono più attenta alla qualità e alla comodità ... Ho già una certa età (ride).
Quante paia possiede oggi?
Circa 300.
Colore preferito?
Ne ho più di uno: nero, verde smeraldo e beige.
Colore di capelli naturale?
Biondo cenere.
Cosa dice al suo parrucchiere?
Ho il miglior parrucchiere del mondo. Vado da lui da 13 anni. Si chiama Davide e lavora da Valentino a Löwenplatz a Zurigo. Non è solo il mio parrucchiere da tanto tempo ma negli anni è diventato anche un amico. Davide non fa solo bellissime acconciature ma è anche una persona fantastica.
Di recente ha affermato in un’intervista: «Sono sempre la stessa persona, sia in privato che in pubblico. Non devo mai recitare un ruolo.» – A dire il vero non ci credo ...
Ma è così, ora mi conosce da due giorni. Quando mi viene chiesto quale sia il segreto del mio successo, la risposta è sempre la stessa: «Sono semplicemente Christa, ovunque vada.» Non ho mai dovuto recitare un ruolo. Sono sempre me stessa, con tutte le mie debolezze e i miei punti di forza.
È per questo che le piacciono così tanto gli svizzeri?
Forse. Penso che la gente apprezzi il fatto che sia sempre rimasta autentica. Sto con mio marito da quasi 20 anni e abbiamo creato una famiglia insieme. Sono affidabile, puntuale e sempre ben preparata. Inoltre, parlo più lingue quindi posso lavorare in tutta la Svizzera. E ho sempre lavorato sodo per il mio successo.
Non rischia di perdere il contatto con la realtà visto il mondo in cui vive e le persone che la circondano?
Mio marito, i miei figli, la mia famiglia. Senza di loro non potrei fare così bene il mio lavoro. Posso conoscere tantissime persone famose e visitare molti posti bellissimi, ma alla fine so che la mia casa è la mia famiglia in Ticino. È ciò che conta di più nella mia vita e mi dà sempre forza. I miei familiari sono i miei più grandi fan e allo stesso tempo quelli più sinceri.
Quando riceve una richiesta da un’azienda, chi decide alla fine? Il suo istinto, il suo manager o il suo conto in banca?
La decisione finale spetta sempre a me ma naturalmente ne parlo con il mio manager Raffy Locher con cui lavoro da 13 anni. Siamo un team affiatato.
E se ci sono divergenze di opinioni …
… cerchiamo di trovare una soluzione insieme. Posso rivelarle che ho già rinunciato ad alcuni contratti redditizi perché personalmente non mi sentivo adatta a rappresentare un dato prodotto. Se mi impegno con un’azienda, lo faccio sempre al 100%. I miei partner apprezzano anche il fatto che spesso investa più tempo rispetto a quanto concordato nel contratto. Questo è probabilmente il motivo per cui ho così tante partnership di lunga data.
È brava a mentire agli uomini?
No, non sono una brava bugiarda. Per questo non potrei mai fare l’attrice.
Michelle Hunziker ha affermato in un’intervista: «Le donne sono molto cattive. Si dice sempre che gli uomini guardano il calcio o che parlano male di noi donne negli spogliatoi, ma le donne fanno la stessa cosa ... »
Non ho mai avuto esperienze simili prima d’ora. Quando sono insieme ad altre donne non sparliamo degli uomini. Non mi piace generalizzare.
Non parlate davvero mai di uomini?
Sì, ogni tanto (ride), ma non ne parliamo male.
Si è mai sentita svantaggiata come donna?
Mai. Trovo però divertente che quando vado al lavoro, la gente, soprattutto gli anziani, mi chieda dove siano i miei figli. Quando mio marito va al lavoro, nessuno glielo chiede.
Il dibattito sul sessismo #Metoo va avanti da oltre due anni. Ha avuto qualche esperienza negativa con gli uomini?
Per fortuna non ho avuto nessuna brutta esperienza con gli uomini. Non sono mai stata mobbizzata o stalkerata. È terribile quando qualcuno fa una cosa del genere a un’altra persona. È molto importante che questi episodi vengano denunciati subito alla polizia.
Ha mai dato un ceffone a un uomo perché si era avvicinato troppo a lei?
No, forse perché non ho paura del contatto fisico. Sono molto socievole, sia con gli uomini che con le donne. Parlo con tutti.
Perché le donne che vogliono arrivare al potere vengono attaccate così pesantemente per la loro esteriorità?
È davvero ancora così? Le donne di successo sono belle perché possiedono carisma e fascino. E questo è anche uno dei motivi per cui sono arrivate in alto. Non ridurrei mai una persona solo al suo aspetto.
Cosa riescono a fare meglio le donne rispetto agli uomini?
Se ci si prepara bene per un compito, chiunque lo può affrontare, uomo o donna che sia.
Le donne sono forse in qualche modo le persone migliori?
No, no.
A chi capita più spesso di non trovare qualcosa a casa? A lei o a suo marito Giovanni?
Io sono organizzatissima, Gio perde le cose più spesso rispetto a me, soprattutto in albergo. Oggi a casa non abbiamo praticamente più questo problema perché da un po’ di tempo ho posizionato una scatola in cui mettiamo tutte le chiavi, i cellulari, gli occhiali da sole e i portafogli.
Chi ritrova gli oggetti smarriti più velocemente?
Io.
Ha studiato diritto penale e criminologia: è per questo che riesce a trovare gli oggetti perduti più velocemente rispetto a suo marito?
Questo ha a che fare con la mia mania per le pulizie (ride).
Nel 2020 uscirà al cinema la prossima avventura dell’agente segreto britannico 007: preferirebbe interpretare James Bond o una Bond girl?
Sarei il perfetto James Bond.
Quindi le piacerebbe se in futuro James Bond venisse interpretato da una donna.
Sì, assolutamente.
Prima però ha detto che non sarebbe una buona attrice perché non sa mentire.
Accetterei subito il ruolo di James Bond.
Chi vorrebbe come Bond Boy?
Ci sarebbe un casting per trovarlo.
Purtroppo non posso accettare questa risposta. Quale uomo sarebbe il suo preferito nei panni di Bond Boy?
Brad Pitt.
Cosa ne pensa delle quote?
Quote rosa?
Quote in generale.
Non credo che le quote portino più uguaglianza.
Va a votare regolarmente?
Sempre per corrispondenza.
Qual è la sua posizione politica? Più a destra, a sinistra o neutrale al centro?
Sto al centro, ma non sono neutrale.
Qual è il suo orientamento politico?
Liberale, al centro.
Se le sue figlie fossero abbastanza grandi, permetterebbe loro di partecipare alle manifestazioni per il clima?
Le mie figlie possono fare qualsiasi cosa se mi spiegano il motivo per cui vogliono farla.
E lei ha mai partecipato a una manifestazione?
Sì, nel 2015 ad Haiti. Mi trovavo lì per Handicap International e abbiamo manifestato per migliorare i diritti delle donne.
Quale politico svizzero dovrebbe avere più voce in capitolo?
Non so rispondere a questa domanda.
Quando e perché ha pianto per la politica?
Non ho ancora pianto per la politica ma ovviamente sono rimasta delusa per qualche decisione presa.
È più a favore o contro?
Dipende dalla domanda.
In quale situazione preferirebbe essere un uomo?
Mai.
Riesce a immaginare di scambiarsi i ruoli con suo marito per una settimana?
Essere papà per una settimana, sì riesco a immaginarlo. Ma non vorrei fare il suo lavoro di interior designer e grafico.
Perché no?
Non avrei la pazienza. Lo stesso vale per mio marito: mi dice sempre che non potrebbe fare il mio lavoro ma che allo stesso mi ammira per quello che faccio e per come lo faccio.
Qual è la sua attività domestica preferita?
Adoro le pulizie. Mi piace quando tutto è perfettamente pulito. Abbiamo però una donna delle pulizie fantastica perché spesso sono in viaggio ma, e questo detto davvero tra noi, ogni tanto pulisco anch’io da sola …
Conclusione prima della fase finale: un’esibizione impeccabile, affermazioni argute e scaltre.
Cosa ha imparato da suo marito Giovanni Marchese?
Ho imparato molto grazie a lui: l’amore, la vicinanza, l’apertura al mondo.
Come vi siete conosciuti?
Davanti al McDonald’s di Bellinzona, l’ho visto lì per la prima volta quando avevo 16 anni.
È stato amore a prima vista?
Per me sì. L’ho visto e ho pensato: wow, bello, chi è? È stato più o meno uguale anche per Gio al primo appuntamento. Ma ci siamo rincontrati solo un anno più tardi.
Ci sono delle cose che non può fare senza suo marito?
Creare una famiglia, senza Gio sarebbe stato impossibile.
Ci sono cose che non potete fare insieme?
Non possiamo cucinare insieme. O sto io in cucina o ci sta lui. Non possiamo starci in due altrimenti litighiamo perché inizio a pulire mentre cucino (ride).
Qual è stato l’ultimo regalo di suo marito?
Un massaggio. Gio dice che lavoro tantissimo ed è quindi importante che dedichi un po’ di tempo a me stessa.
Sta con suo marito da quasi 20 anni: come avete fatto?
Amore, fiducia, rispetto, sostegno reciproco e le nostre due splendide bambine.
Sembra essere un’anima fedele anche sotto altri aspetti: dal 2008 è co-conduttrice del programma «Bauer, ledig, sucht ...» sul canale 3plus.
Sono del segno del toro. Si sa che queste persone sono molto fedeli, con i piedi per terra e concrete.
Nel 2014 una sua aspirazione professionale era fare un’intervista con Roger Federer. Ci è riuscita?
Non ancora, ma non mollo.
Perché proprio con Roger Federer?
L’ho incontrato nel 2008 all’hotel Les Trois Rois di Basilea. Ero lì per un servizio fotografico e sapevo che anche Roger era in quello stesso hotel. Quindi ho chiesto alla direttrice dell’albergo se fosse possibile incontrarlo. A un certo punto è tornata dicendo di avere una sorpresa per me e che sarei dovuta andare un attimo alla reception. E chi vedo? Roger Federer con sua moglie Mirka. Per un attimo sono rimasta senza parole.
Signora Rigozzi, è stato un piacere parlare con lei. Possiamo ancora fare un test sul talento. Dovremmo avere ancora un po’ di tempo a disposizione.
E per finire siamo giunti al test sul talento - dia un punteggio al suo talento: zero significa nessun talento, dieci significa massimo talento. Il suo talento come contadina?
Sono più una donna di città ma ho già pulito una stalla e munto le mucche. Quindi mi dò sei punti.
... come femminista?
Questa parola non mi piace per niente. Mi batto per le donne e combatto per la parità dei diritti ma non scendo volentieri in strada a manifestare. Per combattere un’ingiustizia preferisco parlare direttamente con una persona.
Quanti punti si darebbe, uno?
Se mi dessi solo un punto allora significherebbe che non mi impegno abbastanza per le donne. Mi dò otto punti ma come ho già detto non mi definisco una femminista.
… svizzera dell’anno?
Non posso rispondere, dovrebbero deciderlo gli svizzeri.
… politica?
Otto punti. Penso che come politica potrei fare tanto.
Qualche partito le ha mai chiesto se volesse candidarsi per la loro lista?
Diverse volte, anche ora prima delle ultime elezioni parlamentari. Finora ho sempre detto di no a tutte le richieste ma dico sempre: Never say never again.
Come James Bond.
Esatto.
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