USABiden mette in guardia contro la «pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochissimi ultraricchi»
SDA
16.1.2025 - 20:27
È stato un monito forte e fosco quello che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, circondato dai familiari e dalla sua vice Kamala Harris, ha lanciato nel suo discorso d'addio alla nazione dallo Studio Ovale, a cinque giorni dall'insediamento di Donald Trump.
Keystone-SDA
16.01.2025, 20:27
SDA
«Oggi in America sta prendendo forma un'oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza che minaccia davvero la nostra democrazia, i nostri diritti fondamentali e la libertà, nonché un'equa opportunità per tutti di andare avanti».
Un intervento in diretta tv di soli 20 minuti in cui, chiudendo una carriera politica di 50 anni, Joe Biden, presidente uscente, ha rivendicato i successi della sua amministrazione per cementare la propria eredità e lanciato una serie di avvertimenti sui rischi per la democrazia.
Preoccupazione per un «oligarchia di miliardari»
A partire dalla formazione di un'oligarchia di miliardari, quella corte di CEO che si sta coalizzando intorno al suo successore e che avrà un posto d'onore al giuramento di Trump, da Elon Musk a Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, anche se non li ha nominati.
Sono i titani di Big Tech, quelli che un tempo si limitavano a finanziare le campagne elettorali ma che ora sembrano volersi fondere col potere politico o sostituirlo in una sorta di tecnocrazia in nome del profitto: un fenomeno che qualcuno ha paragonato agli oligarchi russi dopo il collasso dell'URSS.
Pericolosa concentrazione di potere nelle mani di ultraricchi
Citando i moniti del presidente Dwight Eisenhower sul complesso militar-industriale quando lasciò l'incarico nel 1961, Biden ha detto di essere «altrettanto preoccupato per la potenziale ascesa di un complesso tecnologico-industriale che potrebbe rappresentare un pericolo reale per il nostro paese».
Il commander-in-chief si è detto fortemente preoccupato per «la pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochissimi ultraricchi e per le pericolose conseguenze se il loro abuso di potere rimarrà senza controlli».
«Le conseguenze le vediamo in tutta l'America. E le abbiamo già viste prima, più di un secolo fa, ma il popolo americano si è ribellato ai baroni ladri dell'epoca e ha rotto i monopoli», ha aggiunto, riferendosi ai miliardari come John Rockefeller e Andrew Carnegie.
Appella a salvaguardare le istituzioni
Non a caso il suo discorso è iniziato con l'immagine della Statua della Libertà, che «non è ferma, ma in marcia» perché «l'idea dell'America, le nostre istituzioni, il nostro popolo, i nostri valori sono costantemente messi alla prova». Da qui il suo appello a salvaguardare le istituzioni, a mantenere la separazione dei poteri e il sistema dei «checks and balances», ossia dei controlli e degli equilibri degli stessi poteri.
Nessun presidente può essere immune da crimini
In questo contesto si colloca anche la sua proposta di modificare la Costituzione per «chiarire che nessun presidente è immune dai crimini che commette mentre è in carica»: un'allusione alla recente sentenza della Corte suprema che ha salvato Trump dai processi più insidiosi.
Emergenza climatica e libertà di stampa
Biden ha lanciato altri due moniti: uno contro le «forze potenti che vogliono esercitare la loro influenza incontrollata per eliminare le misure che abbiamo adottato per affrontare la crisi climatica»; l'altro contro «la valanga di disinformazione che ha seppellito gli americani», tra il «crollo della libertà di stampa» e le reti sociali che «rinunciano a verificare i fatti» (una stoccata a Zuckerberg dopo la sua svolta sulle piattaforme Meta), con «la verità soffocata dalle bugie raccontate per il potere e il profitto».
Il presidente, ai minimi dei consensi (33%), ha vantato i suoi risultati e spiegato che «ci vorrà del tempo per sentire l'impatto di tutto ciò che abbiamo fatto insieme, ma i semi sono stati piantati e cresceranno e fioriranno per i decenni a venire».
Luci e ombre del governo Biden
Tra i successi ha rivendicato in apertura anche l'accordo su Gaza, sottolineando che il piano «è stato sviluppato e negoziato dal mio team e sarà ampiamente implementato dalla nuova amministrazione. Ecco perché ho detto alla mia squadra di tenere la nuova amministrazione pienamente informata, perché è così che dovrebbe essere: lavorare insieme come americani».
Ma sull'eredità di Biden resteranno varie ombre: dal caotico ritiro dall'Afghanistan al boom dell'immigrazione, dalla decisione di ricandidarsi e poi di ritirarsi troppo tardivamente sino al sostegno incondizionato a Israele nella guerra a Gaza, con un pesantissimo bilancio di vittime civili.