Stati Uniti Trump prepara le purghe della sua amministrazione a 7 giorni dall'insediamento

SDA

13.1.2025 - 21:01

Lunedì Donald Trump giurerà a mezzogiorno nell'ala ovest del Campidoglio nelle mani del presidente della Corte Suprema John Roberts.
Lunedì Donald Trump giurerà a mezzogiorno nell'ala ovest del Campidoglio nelle mani del presidente della Corte Suprema John Roberts.
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Donald Trump continua a scandire con una clessidra su Truth il countdown al suo insediamento (-7) lunedì prossimo in una Washington già blindata, mentre prepara le prime purghe della sua «nuova età dell'oro» e Joe Biden dice addio all'America con due interventi pubblici, senza escludere alcune grazie preventive ai nemici del tycoon.

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Il team di The Donald sta facendo piazza pulita dei funzionari civili di carriera del consiglio per la sicurezza nazionale non allineati politicamente al tycoon: molti hanno già fatto le valigie dopo essere stati interrogati su chi hanno votato nel 2024, chi hanno sostenuto con le loro donazioni e se abbiano postato sui social commenti compromettenti.

Il futuro consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha detto a Breitbart News che tutti i funzionari non leali «si dimetteranno alle 12:01 del 20 gennaio» e che il Nsc deve essere composto da personale «al 100% allineato con l'agenda del presidente».

Premiare la lealtà sulla competenza sarà un rischio: perdere gli esperti del settore priverà la nuova amministrazione di un bagaglio di conoscenze ed esperienza proprio mentre dovrà affrontare sfide delicate, dall'Ucraina al Medio Oriente e alla Cina. E indurrà i loro sostituti a tacere o limitare preoccupazioni o punti di vista diversi.

Tutti gli occhi puntati sulla nomina di Pete Hegseth

Il tycoon intanto spinge anche per la rapida approvazione delle nomine dei suoi ministri, le cui udienze di conferma cominciano martedì al Senato. I dem promettono battaglia, ma non hanno i numeri per affondarle, se non ci saranno crepe tra i repubblicani.

Questa settimana tutti gli occhi sono puntati sulla nomina più controversa: quella di Pete Hegseth, veterano super tatuato ed ex anchor di Fox, travolto da accuse di aggressione sessuale, abuso d'alcol, omofobia, misoginia. Accuse che rendono traballante la sua posizione, ma che non gli hanno impedito alla vigilia delle sue forche caudine di dichiararsi contro la rimozione dei nomi dei generali confederati dalle basi militari statunitensi.

Si prevedono udienze tese anche per la fedelissima Pam Bondi, nominata attorney general, e per John Ratcliffe, alla guida della Cia. Da sabato invece entrerà nel vivo il programma per l'insediamento del 47esimo presidente americano, con un ricevimento del tycoon e uno spettacolo di fuochi d'artificio al Trump National Golf Club in Virginia, oltre a un ricevimento dei membri del futuro governo e una cena del vicepresidente JD Vance.

Grande attesa per il discorso di insediamento

Nello stesso giorno è prevista anche una marcia di protesta del gruppo che otto anni fa aveva organizzato la marcia delle donne contro il tycoon. Domenica sera il «Victory Rally», il comizio della vittoria alla Capital One Arena di Washington, mentre lunedì il tycoon giurerà a mezzogiorno nell'ala ovest del Campidoglio nelle mani del presidente della Corte Suprema John Roberts, dopo un (imbarazzante) tè alla Casa Bianca offerto dai Biden ai Trump, come vuole la tradizione (infranta 4 anni fa da The Donald). Poi via ai party e ai tre balli inaugurali. Grande attesa per il suo discorso di insediamento, dopo quello a tinte fosche del 2017.

Ad ascoltarlo ci saranno il popolo Maga assiepato sul Mall e almeno 10 tra capi di Stato e di governo, con una inedita violazione del protocollo diplomatico.

Gli illustri invitati internazionali

Tra gli invitati il presidente argentino Javier Milei (dato per certo), l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro (ma dipende dalla restituzione del passaporto confiscatogli nell'inchiesta per il tentato golpe del 2022), il premier ungherese Viktor Orbán (fino a ieri il suo chief of staff lo ha escluso ma secondo la Cbs potrebbe ancora valutare di partecipare).

Nella lista anche il presidente del Salvador Nayib Bukele, che si autodefinisce «il dittatore più cool del mondo», ma non ci sono per ora conferme della sua presenza. Xi Jinping invece manderà un suo alto rappresentante.

Tra gli inviti pure quello per la premier italiana Giorgia Meloni (che ha assicurato che farà di tutto per esserci), mentre sono fuori dalla lista ufficiale il primo ministro britannico Keir Starmer, nonostante la 'special relationship' tra i due Paesi, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.

Non si sa se Trump abbia invitato personalmente Emmanuel Macron: di certo – secondo Politico – ha accettato Éric Zemmour, leader del partito di estrema destra francese Reconquête.