FranciaBayrou passa l'esame, i socialisti non appoggiano la mozione di sfiducia
SDA
16.1.2025 - 21:22
François Bayrou può andare avanti, la mozione di sfiducia voluta da Jean-Luc Mélenchon per rovesciare il governo e puntare di nuovo a chiedere le dimissioni di Emmanuel Macron si è arenata con soli 131 voti – molto lontano dai 288 necessari per far cadere il governo.
Keystone-SDA
16.01.2025, 21:22
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Tutto il resto, dal Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen al PS, hanno bocciato Mélenchon. Anche se Olivier Faure, il segretario socialista, nella sua dichiarazione di voto ha sottolineato che il PS «continua a far parte dell'opposizione» e che il cosiddetto «patto di non sfiducia» stipulato con Bayrou non è più valido.
Si naviga a vista, ma intanto l'esperto centrista Bayrou potrebbe aver guadagnato almeno tre mesi di vita per il suo governo, quelli necessari al «conclave» delle parti sociali per riesaminare e possibilmente migliorare la riforma delle pensioni.
Sinistra spaccata e pesantemente criticata
Nonostante le parole di Faure, la sinistra esce spaccata da queste giornate frenetiche, il Nuovo Fronte Popolare (NFP) non potrà probabilmente più contare sui socialisti. La capogruppo in parlamento di LFI, Mathilde Panot, subito dopo l'annuncio dei risultati del voto in aula, ha gridato ai socialisti di essersi posizionati «al fianco di Emmanuel Macron». E Mélenchon ha aggiunto: «avete spaccato il NFP, ma siete soli a capitolare. La nostra lotta continua».
Bayrou: «La strada è sgombera»
Di tutt'altro umore Bayrou, che ha annunciato soltanto che «la strada è stata sgomberata». Il braccio destro di Mélenchon, Manuel Bompard, aveva presentato in aula la mozione minacciando con parole aggressive il premier: «Lei ha un contratto a tempo determinato, ha i giorni contati».
Poi, microfono a Faure per la posizione del partito socialista, i cui dirigenti sono rimasti in riunione a porte chiuse fino all'ultimo momento prima del dibattito.
Ha rivendicato di rappresentare «una sinistra che propone e che va avanti» e si è finalmente detto soddisfatto delle concessioni «strappate a Bayrou sulla giustizia fiscale, sull'educazione nazionale (rinuncia a 4'000 tagli di posti di lavoro), del rinvio «in cantiere» della riforma delle pensioni. Ha avvertito che «restiamo all'opposizione», riservandosi «in qualsiasi momento» la possibilità di sfiduciare il governo.
«I socialisti sono passati dalla parte degli avversari»
Al momento di votare, soltanto 8 deputati socialisti su 66 si sono espressi a favore della mozione di sfiducia. Bompard ha incassato il colpo e alla fine ha detto: «I socialisti si sono isolati nella sinistra, sono passati dalla parte degli avversari. Ma la partita è soltanto rinviata».
Socialisti, ago della bilancia
L'importanza della posizione dei socialisti è cruciale. Ad inizio dicembre il governo di Michel Barnier cadde per una mozione di sfiducia presentata dal NFP e votata anche dal RN.
Al momento, il partito di Marine Le Pen – pur molto critico con Bayrou – ha annunciato il suo voto contrario alla mozione di sfiducia promossa da LFI. Ma, anche se avesse scelto di seguire lo stesso spartito, l'estrema destra non sarebbe stata decisiva: mancavano i voti dei socialisti, diventati ago della bilancia in un sistema che appare più che mai stressato da una crisi inedita.
Manovra finanziaria, il prossimo grande ostacolo
Adesso l'attenzione e le pressioni si spostano sull'accoglienza che sarà riservata alla manovra finanziaria che Bayrou si appresta a finalizzare e soprattutto al delicatissimo capitolo del bilancio della «sécurité sociale».
Se il premier sarà costretto a ricorrere al 49.3, l'articolo che consente di far passare una legge senza votazione in aula ma soltanto mettendo ai voti la fiducia, l'equilibrio trovato oggi potrebbe subito saltare.