Stati UnitiA Washington l'allerta è ai massimi livelli e continuano le audizioni ai candidati di Trump
SDA
15.1.2025 - 20:25
A pochi giorni dal giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e del giuramento sull'iconica scalinata di Capitol Hill l'allerta sicurezza a Washington è ai massimi livelli, con le aree limitrofe alle zone clou già transennate.
Keystone-SDA
15.01.2025, 20:25
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Le agenzie per la sicurezza nazionale americana hanno avvertito che gli eventi del 20 gennaio sono «un potenziale bersaglio» per gli estremisti violenti, anche se hanno precisato che non ci sono minacce credibili specifiche. D'altra parte il presidente eletto è già scampato a due attentati e gli Stati Uniti sono ancora scossi dai sanguinosi attacchi a New Orleans e Las Vegas.
A proteggere il presidente e le altre migliaia di persone che assisteranno in un modo o nell'altro all'inaugurazione, inclusi illustri ospiti internazionali, sono stati schierate circa 25'000 persone, tra forze dell'ordine e personale militare oltre, ovviamente, agli agenti dell'Fbi che lavoreranno nell'ombra.
Secondo il Bureau, il Secret Service, la Capitol Police, il governo di Washington e il dipartimento di polizia della Corte Suprema, il rischio è che qualcuno consideri quel giorno «l'ultima opportunità di influenzare i risultati del voto attraverso la violenza».
Gli scenari descritti dall'intelligence sono da incubo: terroristi stranieri, estremisti di casa e lupi solitari che potrebbero lanciare falsi allarmi bomba, voli di droni o attacchi con speronamento di veicoli.
Al Campidoglio continuano le audizioni dei candidati
Nel frattempo, in una capitale blindata, a Capitol Hill continuano le audizioni dei candidati scelti dal presidente eletto per il suo governo con i «primi della classe» Marco Rubio e Pam Bondi, nonché l'uomo scelto per guidare la Cia, John Ratcliffe. Di innegabile esperienza nei rispettivi campi, il futuro Segretario di Stato e la futura Attorney General hanno superato piuttosto bene la prova dei senatori.
Rubio ha delineato la sua visione di politica estera improntata al pugno duro nei confronti della Cina che «non ha rispettato l'ordine globale del dopoguerra e ne ha tratto solo benefici».
Gli Stati Uniti devono dimostrare a Pechino che pagherà un prezzo troppo alto se invaderà Taiwan, ha dichiarato il candidato alla guida di Foggy Bottom avvertendo che se non cambia «qualcosa di drastico» l'invasione dell'isola avverrà entro quattro anni.
Quanto alla guerra in Ucraina, ha ribadito la posizione di Trump che bisogna mettervi fine sottolineando che entrambe le parti dovranno fare concessioni.
Rubio ha anche detto di sperare che la fine del conflitto cominci con una tregua e ha auspicato una «diplomazia coraggiosa» per farlo cessare. Anche lui, come il tycoon, ha criticato gli alleati della Nato perché non spendono abbastanza per la difesa.
Bondi concederebbe la grazia agli insurrezionisti?
Pure la collega candidata Bondi, che ha rappresentato il presidente eletto durante il suo primo processo di impeachment, si è comportata abbastanza bene di fronte alle domande dei senatori, ma è stata un po' evasiva sui temi più delicati.
Ha insistito nel dire che con lei la giustizia non sarà più «strumentalizzata per scopi politici» e ha assicurato di non avere «nessuna lista dei nemici», come invece il candidato alla guida dell'Fbi, Kash Patel, ma ha evitato di dire esplicitamente che Joe Biden ha vinto le elezioni nel 2020 e se consiglierà a Trump di concedere la grazia agli insurrezionisti del 6 gennaio.