Ucraina La tregua di Natale non regge, attacchi sui due fronti

SDA

6.1.2023 - 22:09

La tregua unilaterale annunciata da Mosca non porta la pace nemmeno per il Natale ortodosso. La Casa Bianca annuncia aiuti militari per 3 miliardi. Kiev teme che il Cremlino darà l'ordine di mobilitare altri 500.000 coscritti.

Le forze ucraine operano con un cannone semovente cingolato-howitzer «Krab» su una linea del fronte vicino alla città di Bakhmut, area di Donetsk, Ucraina, 04 gennaio 2023 (pubblicata il 05 gennaio 2023). Nella regione sono in corso pesanti combattimenti. Le truppe russe sono entrate in Ucraina il 24 febbraio 2022 dando inizio a un conflitto che ha provocato distruzione e una crisi umanitaria.
Le forze ucraine operano con un cannone semovente cingolato-howitzer «Krab» su una linea del fronte vicino alla città di Bakhmut, area di Donetsk, Ucraina, 04 gennaio 2023 (pubblicata il 05 gennaio 2023). Nella regione sono in corso pesanti combattimenti. Le truppe russe sono entrate in Ucraina il 24 febbraio 2022 dando inizio a un conflitto che ha provocato distruzione e una crisi umanitaria.
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Le forze russe e quelle ucraine si sono accusate reciprocamente di avere continuato i bombardamenti anche nel giorno della Vigilia, mentre Kiev e le capitali occidentali giudicano del tutto insufficiente – e addirittura ipocrita – l'annuncio da parte di Vladimir Putin di un cessate il fuoco che dovrebbe durare fino alla mezzanotte di domani, giorno della Natività.

«Questa dichiarazione di cessate il fuoco unilaterale – ha affermato il Rappresentante della Ue per la politica estera, Josep Borrell – non è credibile. Dobbiamo avere, dobbiamo vedere, cose concrete, azioni concrete sul campo da parte della Russia. Gli attacchi militari devono cessare del tutto. Le truppe e gli equipaggiamenti militari devono essere ritirati dal territorio ucraino».

Ancora più dura la posizione di Kiev: «non ci sarà tregua» fino a quando l'ultimo soldato russo avrà lasciato l'Ucraina e fino ad allora «ci saranno solo Himars sulle vostre teste», ha affermato il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych rivolgendosi direttamente ai russi, con un riferimento ai lanciarazzi multipli semoventi forniti dagli Usa alle forze di Kiev rivelatisi uno dei sistemi d'arma più efficaci contro le forze di Mosca.

Proprio in questi giorni i Paesi Nato accelerano la fornitura di armi all'Ucraina. Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di avere ringraziato in un colloquio telefonico il cancelliere tedesco Olaf Scholz per la decisione di inviare entro il primo trimestre dell'anno 40 veicoli corazzati Marder e sistemi missilistici Patriot.

Tre miliardi di aiuti militari dagli USA

Giovedì gli Usa avevano annunciato l'invio di carri armati Bradley e oggi hanno fatto sapere che tale fornitura farà parte di un nuovo pacchetto da tre miliardi di dollari per rafforzare le capacità di combattimento ucraine.

La reazione di Kiev non si è fatta attendere. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato Joe Biden per il nuovo pacchetto di aiuti militari.

«Grazie per le armi completamente nuove, inclusi i veicoli Bradley, i missili antiaerei – ha scritto su Twitter Zelensky -. Un fantastico regalo di Natale per l'Ucraina! Insieme agli Usa ci stiamo avvicinando a una vittoria comune!»

Solo Papa Francesco parla di Pace

Secondo il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, questi nuovi aiuti occidentali significano una cosa sola: Kiev deve essere sostenuta per combattere non più una guerra di resistenza, come quando le forniture si limitavano ai lanciarazzi portatili Javelin e Stinger, ma un conflitto che la porterà alla «vittoria».

Per il 2023, dunque, Danilov annuncia «una guerra offensiva». «La nostra famiglia è più unita che mai, uniti nella fede in un'unica vittoria», ha detto Zelensky nel suo messaggio di Natale alla nazione.

A parlare di pace rimane Papa Francesco. Inviando un messaggio di auguri agli ortodossi, e in particolare «ai fratelli e alle sorelle del martoriato popolo ucraino». Il Pontefice ha invitato a pregare perché «la nascita del Salvatore (...) ispiri passi concreti che possano finalmente condurre alla fine dei combattimenti e alla pace».

Accuse reciproche tra Kiev e Mosca

Ma le armi non tacciono nemmeno in queste ore, dopo l'inizio della tregua annunciata da Putin, a partire dalle 12 ora di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha accusato gli ucraini di avere compiuto bombardamenti nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk e in quelle meridionali di Zaporizhzhia e Kherson. In quest'ultimo oblast, secondo i servizi d'emergenza, tre civili sono rimasti feriti da colpi di artiglieria sulla cittadina di Aleshki.

Gli ucraini accusano invece i russi di avere lanciato razzi sulla città di Kramatorsk, nell'oblast di Donetsk, e di avere «aperto il fuoco 14 volte» in quello di Lugansk, cercando anche di prendere d'assalto un villaggio.

La vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, ha invece lanciato l'allarme per un presunto piano russo di compiere attentati terroristici nelle chiese dei territori occupati e ha invitato la popolazione, «se possibile, ad astenersi dal visitare luoghi affollati» nel giorno di Natale.

Mosca mobiliterà altri 500'000 coscritti?

L'intelligence militare ucraina. dal canto suo, ha affermato che la Russia è pronta a ordinare la mobilitazione di ben 500'000 coscritti a gennaio in aggiunta ai 300'000 richiamati a ottobre. Lo scrive il Guardian sottolineando che si tratta di un altro segnale evidente che il presidente Vladimir Putin non abbia alcuna intenzione di porre fine alla guerra.

Vadym Skibitsky, vice capo dell'intelligence militare ucraina, ha affermato che l'Ucraina ritiene che i coscritti parteciperanno ad una serie di offensive russe durante la primavera e l'estate nell'est e nel sud del paese.

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