Il presidente russo Vladimir Putin si trova al Cremlino prima della parata militare del Giorno della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca, il 9 maggio 2023. La Russia celebra il 78° anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale sulla Germania nazista e sui suoi alleati.
I soldati russi marciano sulla Piazza Rossa durante la parata militare del Giorno della Vittoria a Mosca.
Alcuni missili balistici russi RS-24 Yars si muovono sulla Piazza Rossa...
... e anche il leggendario e vetusto carro armato sovietico E-34, che guida il corteo di jeep dell'esercito. Si tratta dell'unico carro armato che è riuscito a sfilare sulla Piazza Rossa. Gli altri sono impegnati nella guerra in Crimea.
La sicurezza non è mai abbastanza: dei cecchini sono appostati sul tetto del Cremlino durante i festeggiamenti.
Anche alcuni giovani paracadutisti russi partecipano alla celebrazione.
Da sinistra: il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente tagiko Emomali Rahmon partecipano alla cerimonia di deposizione della corona nel Giorno della Vittoria, presso la tomba del milite ignoto al muro del Cremlino a Mosca.
Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ispeziona i militari durante la parata.
Si festeggia anche a San Pietroburgo, dove nella Piazza del Palazzo (Dvortsovaya) sfilano gli Iskander, i lanciatori mobili di missili balistici a corto raggio.
Russia: celebrazione del Giorno della Vittoria 2023
Il presidente russo Vladimir Putin si trova al Cremlino prima della parata militare del Giorno della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca, il 9 maggio 2023. La Russia celebra il 78° anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale sulla Germania nazista e sui suoi alleati.
I soldati russi marciano sulla Piazza Rossa durante la parata militare del Giorno della Vittoria a Mosca.
Alcuni missili balistici russi RS-24 Yars si muovono sulla Piazza Rossa...
... e anche il leggendario e vetusto carro armato sovietico E-34, che guida il corteo di jeep dell'esercito. Si tratta dell'unico carro armato che è riuscito a sfilare sulla Piazza Rossa. Gli altri sono impegnati nella guerra in Crimea.
La sicurezza non è mai abbastanza: dei cecchini sono appostati sul tetto del Cremlino durante i festeggiamenti.
Anche alcuni giovani paracadutisti russi partecipano alla celebrazione.
Da sinistra: il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente tagiko Emomali Rahmon partecipano alla cerimonia di deposizione della corona nel Giorno della Vittoria, presso la tomba del milite ignoto al muro del Cremlino a Mosca.
Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ispeziona i militari durante la parata.
Si festeggia anche a San Pietroburgo, dove nella Piazza del Palazzo (Dvortsovaya) sfilano gli Iskander, i lanciatori mobili di missili balistici a corto raggio.
Nessun passaggio di aerei nel cielo, nessun carro armato tra le truppe che sfilano, niente marcia del Reggimento Immortale con le fotografie dei caduti e nemmeno il ricevimento al Cremlino. Le preoccupazioni per la sicurezza, e in generale per il conflitto in corso, si sono fatte sentire sulla parata di quest'anno per il V Day russo.
Ma non sono cambiati i toni di Vladimir Putin. La Russia, ha ribadito il presidente nel discorso sulla Piazza Rossa, si sta difendendo in una guerra che le è stata dichiarata dall'Occidente con lo scopo di distruggerla, ma alla fine vincerà.
Anche in questa giornata a far sentire la sua voce dissonante è stato Yevgeny Prigozhin, con le nuove pesantissime accuse lanciata all'esercito di essere «incapace di difendere la Russia» e di fuggire davanti al nemico a Bakhmut.
Il capo della Wagner ha preso di mira i suoi bersagli preferiti, i vertici militari, accusandoli di «ingannare» Putin con rapporti falsi sulla situazione in Ucraina e lamentando ancora una volta di non ricevere da loro sufficienti munizioni.
Il simbolo dell'unico carro armato
Solo sei giorni fa le immagini di due droni che esplodevano sul Cremlino erano sembrate scuotere il senso di sicurezza dei russi. A questo si aggiungono i timori tra l'opinione pubblica per la tanto annunciata controffensiva ucraina. Due motivi di inquietudine che probabilmente hanno contribuito ai festeggiamenti sottotono.
Quasi un simbolo di questa atmosfera è la solitudine dell'unico carro armato che ha sfilato sulla Piazza Rossa: un pezzo da museo, il leggendario T34 che diede un contributo decisivo alla sconfitta delle divisioni di Hitler.
Ma la presenza di questo mezzo corazzato tra gli 8000 soldati che hanno partecipato alla sfilata (di cui 530 già impegnati nel conflitto in Ucraina) è servita anche a rendere plasticamente il parallelo di Putin tra la lotta per la sopravvivenza della Russia di allora e quella di oggi.
La civiltà, ha affermato il presidente dalla tribuna sotto le mura del Cremlino, «è di nuovo ad una svolta cruciale e una guerra è di nuovo scatenata contro la Russia, ma il Paese sarà in grado di garantire la sua sicurezza».
Le «élite globaliste occidentali» minacciano la Russia
A minacciare il Paese, ha spiegato Putin, sono le «élite globaliste occidentali» che si ritengono superiori e che «provocano conflitti sanguinosi e colpi di Stato, seminano l'odio, la russofobia e il nazionalismo aggressivo».
«Hanno dimenticato – ha aggiunto – a cosa portarono le folli pretese naziste di dominio del mondo». E hanno dimenticato il ruolo fondamentale dell'Unione Sovietica nello sconfiggere «questo male mostruoso».
Dunque secondo Putin anche l'Occidente punta al dominio mondiale, e in questo l'Ucraina è solo una pedina presa in ostaggio. Anzi, «il popolo» ucraino, ha scandito il presidente russo, con uno scarto rispetto ai discorsi passati colto dai più raffinati esegeti delle sue parole.
Per la prima volta dall'inizio della crisi, sottolinea qualche osservatore, Putin ha ammesso appunto l'esistenza stessa di un popolo ucraino. Ciò che aveva di fatto negato fin dalla pubblicazione nel luglio del 2021 del suo ormai celebre saggio «Sull'unità storica di russi e ucraini» che poneva le basi ideologiche dell'intervento militare.
La presenza dei leader di sette ex repubbliche sovietiche
Lo zar ha anche evidenziato l'importanza della presenza al suo fianco dei leader di sette ex repubbliche sovietiche, con i quali si è concesso una passeggiata sulla Piazza Rossa scendendo dalla tribuna dopo la fine della parata. Forse un tentativo di esorcizzare le paure per i droni ucraini.
Insieme con loro e con all'occhiello il nastrino arancione e nero dell'ordine di San Giorgio – la massima onorificenza militare istituita da Caterina la Grande ed ereditata con varie modifiche dall'URSS e dall'attuale Russia – Putin è uscito dalla piazza e ha raggiunto il monumento al milite ignoto, nei Giardini di Alessandro, dove il gruppo ha deposto dei fiori.
SDA