Politica Lo spettro di Trump al vertice a Granada, Zelensky incalza l'UE sugli aiuti militari

SDA

5.10.2023 - 21:03

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
KEYSTONE

Lo spettro di Donald Trump alla Casa Bianca in un prossimo futuro, le incognite legate all'avanzare dei sovranisti in Europa, i timori di un nuovo inverno all'insegna dell'emergenza energetica: il ritorno di Volodymyr Zelensky in Europa è segnato da mille ombre e dalla sensazione che, con il passare del tempo, Kiev possa ritrovarsi un po' più sola.

Il presidente ucraino, a Granada per il vertice della Comunità politica europea, non ha nascosto le sue preoccupazioni per «la tempesta» politica in corso negli Stati Uniti sul dossier ucraino e, proprio per questo, si è rivolto direttamente agli europei con un messaggio suonato più o meno così: a prescindere da ciò che accadrà in America, siate uniti nell'aiutare Kiev.

L'aereo di Zelensky è atterrato di prima mattina allo scalo di Granada. E dopo un incontro con il padrone di casa, Pedro Sanchez (che ha annunciato nuovi aiuti), Zelensky ha subito chiarito il messaggio che avrebbe portato «agli amici» del Vecchio continente: «Il nostro impegno è mantenere unita l'Europa», ha scandito l'uomo di Kiev ribadendo la sua priorità: uno scudo aereo per l'inverno.

Gli aiuti italiani a Kiev creano qualche grattacapo

Tra i primi leader a incontrarlo c'è stata la premier italiana Giorgia Meloni. «L'Italia sostiene l'Ucraina con l'obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura, complessiva», gli ha assicurato la premier spiegando di lavorare ad un'iniziativa sul grano a favore dei Paesi africani. Per Zelensky, tuttavia, la discussione con Meloni è andata più nello specifico «sui prossimi aiuti militari» da Roma, «inclusi quelli per rafforzare la difesa aerea ucraina».

In realtà sull'ottavo pacchetto di assistenza militare il governo del Bel Paese ha più di qualche grattacapo. «Non abbiamo risorse illimitate», ha avvertito il ministro della Difesa Guido Crosetto dopo l'annuncio, da parte del titolare della Farnesina Antonio Tajani, di una nuova tranche di aiuti. Con le opposizioni che ora vogliono vederci chiaro.

«Crosetto riferisca sulla frattura emersa nel governo in merito alla sostenibilità di eventuali ulteriori forniture di armi all'Ucraina», è stata la richiesta del Movimento 5 Stelle. «Stiamo con l'Ucraina ma accanto al sostegno militare serve la diplomazia», ha invece osservato Elly Schlein. Silenzio, per ora, dalla Lega.

A Granada le fonti italiane non sono volute entrare in profondità nei nuovi aiuti italiani, spiegando però che il sostegno italiano non si ferma a quello militare ma è ben più ampio, e comprende il grande capitolo della ricostruzione.

All'Europa Zelensky chiede soprattutto armi

Zelensky, tuttavia, parlando ai quasi 50 leader della Cpe ha chiesto innanzitutto armi. «L'Ucraina è in guerra e deve vincere. Se si permette alla Russia di congelare la guerra, entro il 2028 avrà ripristinato il potenziale militare e sarà abbastanza forte e attaccherà gli Stati baltici», è stata la sua fosca previsione.

E all'Europa il leader ucraino ha chiesto maggiore autonomia da una Washington dove, in una manciata di giorni, un terremoto politico di marca repubblicana ha stravolto la linearità del sostegno a Kiev.

«Ho fiducia nell'America»

«Quando ho incontrato Joe Biden mi ha assicurato il suo supporto e quello del Congresso. Ho fiducia nell'America» ma «l'Europa non abbassi le vele per aspettare la fine della tempesta, sia insieme all'America per proteggere i nostri valori comuni e la libertà», ha incalzato Zelensky provando ad allontanare quella che la diplomazia europea chiama «fatigue», ovvero l'emergere della stanchezza nel sostegno Kiev. Un elemento che, assieme alla variabile Orban, rischia di mettere in dubbio il pacchetto da 50 miliardi promesso da Ursula von der Leyen.

Poche ore prima era stato Donald Trump a lanciarsi in prima persona nell'ultimo blitz anti-ucraino: «Perché Joe Biden non fa contribuire l'Europa alle spese per Kiev? Neanche un dollaro in più va speso finché l'Europa non eguaglierà quanto speso dall'America», ha tuonato l'ex presidente di nuovo in corsa per la Casa Bianca. Parole che indicano con chiarezza il grande rebus che si pone di fronte a Zelensky: quello elettorale, su entrambe le sponde dell'Atlantico.

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