«L'affare garage»Documenti segreti in casa, Biden ha commesso un crimine?
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15.1.2023
Ritrovamento di documenti riservati nella casa privata del presidente: ciò che Joe Biden ha condannato nel suo predecessore Trump, sta ora succedendo a lui stesso. Con quali conseguenze?
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15.01.2023, 14:53
15.01.2023, 19:12
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Joe Biden sembra infastidito. Pochi giorni fa è emerso che nelle sue stanze private sono stati trovati documenti governativi segreti relativi al periodo in cui era vicepresidente degli Stati Uniti.
Giovedì è emerso che le informazioni classificate erano addirittura conservate nel garage della sua casa privata a Wilmington, nel Delaware, dove è parcheggiata la sua Corvette d'epoca.
«Informazioni classificate accanto alla sua Corvette? A cosa stava pensando?», chiede poco dopo un giornalista di Fox News al presidente statunitense durante un'apparizione pubblica. Lui fa un respiro profondo e risponde con aria di sfida: «La mia Corvette è in un garage chiuso a chiave, ok?!». Insomma, come dire che i documenti non giacevano in mezzo alla strada.
La vicenda
Lo stesso giorno, il procuratore generale di Biden, Merrick Garland, ha annunciato che un investigatore speciale avrebbe indagato sulla vicenda.
Riassumendo, lunedì è stato reso noto per la prima volta che nei locali privati di Biden sono stati rinvenuti documenti segreti risalenti al periodo in cui era il vice dell'allora presidente Barack Obama. All'inizio si parlava solo di un ufficio a Washington. Ma nel frattempo, la Casa Bianca ha dovuto ammettere anche la scoperta nel garage.
Non è ovviamente consentito conservare documenti governativi in tali luoghi. Solo l'Archivio Nazionale è responsabile della loro conservazione. È ancora più delicato quando si tratta di documenti segreti perché se cadono nelle mani sbagliate possono mettere in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Biden ha quindi commesso un crimine? In ogni caso, la vicenda, che il giornalista della Fox chiama «affare del garage», lo sta danneggiando.
Il pericolo politico
L'intera vicenda mette il presidente statunitense in cattiva luce dal punto di vista politico. Biden, lo ricordiamo, aveva infatti accusato il suo predecessore Donald Trump di aver gestito in modo irresponsabile documenti governativi segreti.
Quindi ora i repubblicani non possono che gongolare. Con la loro nuova maggioranza alla Camera dei rappresentanti, adesso possono pure avviare indagini parlamentari e quindi portare Biden davanti a loro.
Questo anche perché gli avvocati dell'attuale inquilino della Casa Bianca hanno scoperto i primi documenti pochi giorni prima delle elezioni politiche di novembre, ma il pubblico ne è venuto a conoscenza solo ora. Diverse commissioni della Camera dei rappresentanti a guida repubblicana hanno quindi già annunciato indagini.
I repubblicani di destra che avrebbero voluto avviare una procedura di impeachment contro il presidente, ma che finora non sapevano bene su quali basi, potrebbero ora trovare ispirazione.
Anche se alla fine tali azioni in Parlamento non porteranno a nulla, è probabile che facciano lavorare molto Biden e gli provochino non poco nervosismo.
Il presidente degli Stati Uniti sta infatti per annunciare se si candiderà per un secondo mandato alle elezioni presidenziali del 2024. Le cose stavano andando bene per lui dopo un lungo periodo di inattività politica interna, ma finché si troverà in mezzo a questo pasticcio è difficile immaginare che possa annunciare una sua nuova candidatura.
Il pericolo legale
La possibilità che Biden si trovi in guai legali seri può dipendere anche dal contenuto dei documenti. Al momento non ci sono informazioni ufficiali in merito. Secondo i media, gran parte del materiale riguarda in qualche modo altri Stati, come l'Ucraina.
Anche se, e questa è un'indiscrezione di sabato, secondo la CBS almeno dieci documenti (su un totale di 20 documenti trovati) erano classificati come «top secret», ossia il grado maggiore di segretezza nella scala di riservatezza americana (confidential, secret e top secret).
La Casa Bianca sottolinea ripetutamente di aver consegnato tutti i documenti all'Archivio Nazionale dopo il loro ritrovamento. Le indagini sulla vicenda sono ancora in fase iniziale. La magistratura non ha ancora indicato alcun reato concreto. È quindi del tutto ignoto quali siano le accuse concrete su cui si sta indagando e se mai si possa arrivare a un'incriminazione.
Il caso Trump
In estate ha scosso il Paese un caso simile che coinvolgeva Trump: l'FBI aveva infatti perquisito la sua proprietà in Florida e aveva sequestrato migliaia di documenti, tra cui un centinaio riservati.
A differenza di quanto accaduto con Biden, gli investigatori avevano già sospettato che il team dell'ex tycoon stesse nascondendo illegalmente documenti importanti. I reati specifici che Trump deve affrontare includono l'ostruzione della giustizia, la fuga di informazioni classificate e la rimozione o distruzione di documenti ufficiali. Tutti i capi d'accusa possono essere puniti con pene detentive di diversi anni.
Nella vicenda di Trump, un investigatore speciale ha preso in carico le accuse e le sta esaminando. Anche in questo caso, però, non è affatto chiaro se si possano muovere accuse contro di lui, che respinge l'intera faccenda come politicamente motivata.
La vicenda di Biden sembra essere un po' diversa: secondo la Casa Bianca, infatti, i documenti sono stati scoperti per caso durante lo sgombero di un ufficio e non a causa di una disputa con l'Archivio Nazionale. Inoltre il team di Biden ha cercato attivamente altri documenti e li ha trovati a casa sua.
Anche il numero di documenti è probabilmente diverso: si parla di una quantità ridotta, ma non esiste ancora una cifra concreta. Almeno al momento non sembra che Biden abbia voluto deliberatamente nascondere i documenti.
La comunicazione fallita
Ma l'impatto esterno è già un grosso problema. Non solo la reazione personale di Biden sembra fuori luogo, ma anche la politica di comunicazione della sua squadra è stata oggetto di grandi critiche.
Il fatto che gli avvocati del presidente abbiano informato direttamente l'Archivio Nazionale, ma abbiano tenuto il pubblico all'oscuro per settimane e abbiano ammesso solo in minima parte ciò che i media statunitensi avevano precedentemente scoperto è in netto contrasto con la promessa di trasparenza fatta da Biden.
I documenti nel garage, ad esempio, sono stati scoperti il 20 dicembre, ma la Casa Bianca ha confermato il ritrovamento solo giovedì, sempre in risposta alle notizie dei media. La portavoce di Biden, Karine Jean-Pierre, reagisce quasi impotente alle domande su questo e su molti altri punti sensibili. Ripete stoicamente gli stessi moduli di testo e lascia molte domande senza risposta.
La morale
Biden ha definito «irresponsabile» la gestione dei documenti segreti da parte di Trump e «imbarazzante» la recente lotta di potere tra i repubblicani alla Camera dei rappresentanti.
Sono proprio questi le critiche che ora il democratico deve ascoltare dai suoi avversari politici. Biden generalmente non è avaro di giudizi morali, presentandosi come l'epitome dell'integrità e della decenza: e chiunque stabilisca tali standard può cadere in basso.