Guerra in UcrainaIl commissario dell'UE Costa-Kallas a Kiev. Zelensky: «Tregua solo con la Nato»
SDA
1.12.2024 - 21:33
Il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e l'alto commissario Ue Kaja Kallas sono entrati in carica sul suolo ucraino, in viaggio verso Kiev. Il messaggio chiaramente è rivolto alla Russia, in un momento di grande incertezza sul futuro, con gli occhi puntati verso gli Usa.
01.12.2024, 21:33
01.12.2024, 21:40
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Costa, nel corso della sua prima conferenza stampa da rappresentante dei 27 Paesi membri dell'Ue, è stato cristallino: «Saremo al vostro fianco fino a quando sarà necessario».
Volodymyr Zelensky, ora che la parola tregua ha iniziato a fare capolino nel discorso pubblico, ha messo le cose in chiaro: «Il cessate il fuoco sarà possibile solo se riceveremo prima le armi necessarie per difenderci e l'invito ad entrare nella Nato, che è fondamentale per la nostra esistenza».
Insomma, nessuna clamorosa svolta, come sembrava trasparire da una sua recente intervista televisiva, montata a quanto pare forzando un po' troppo il pensiero del presidente ucraino. La situazione sul campo è difficile, senza dubbio, ma l'obiettivo è tagliare la testa al serpente una volta per tutte.
Zelensky vede l'Ucraina nella NATO
«Perché se avremo un conflitto congelato senza una posizione forte per l'Ucraina, Putin tornerà all'attacco e cercherà di distruggerci totalmente», ha spiegato Zelensky. Ecco perché la sequenza è fondamentale. Prima le garanzie di sicurezza – e la capacità di potersi difendere – e poi i negoziati, eventualmente con la tregua.
Da un lato la Russia – «non mi interessa quale assassino si siederà al tavolo, per me sono uguali», ha sottolineato aspramente Zelensky – e dall'altro l'Ucraina affiancata dalla Nato e dall'Ue.
«Noi ci vediamo futuri membri di queste due organizzazioni», spiega Zelensky. Ogni ipotesi di neutralità è quindi esclusa.
L'UE non aspetta Trump?
«Non è il caso di speculare su cosa farà o non farà il presidente eletto Donald Trump: noi siamo qui per esprimere il nostro sostegno all'Ucraina, come dal primo giorno», ha sostenuto Costa affrontando di petto la domanda delle domande: cosa potrà fare l'Ue se gli Usa ridurranno il loro impegno.
Aumenterà il sostegno finanziario? Rimpiazzerà gli Stati Uniti fornendo le armi necessarie a continuare la lotta? Sembra difficile.
Ma come dimostrato nel corso degli ultimi tre anni, l'impossibile a volte è diventato possibile. Tant'è vero che, in diversi circoli, si parla dell'ipotesi che le truppe europee, di Francia e Gran Bretagna in primis, possano essere impiegate per monitorare la linea del fronte, come parte del processo di pace.
Truppe europee su suolo ucraino?
A domanda precisa, Zelensky non ha del tutto smentito lo scenario. «Non chiederemo mai ai nostri alleati di inviare truppe in Ucraina. Certo, saremmo felici. Perché la Russia ora ha i nordcoreani, l'Iran e altri alleati, mentre noi siamo soli sul campo di battaglia», ha risposto ai giornalisti.
«Ma se io domandassi le truppe, gli scarponi sul terreno, la metà dei nostri alleati interromperebbe il sostegno».
Ed è forse la prima volta che il presidente ucraino ammette palesemente il grado di divisione tra gli alleati rispetto a soluzioni più muscolari per la gestione del conflitto.
Martedì e mercoledì a Bruxelles
D'altra parte il momento della verità si avvicina sempre di più. «Un altro bombardamento come quello del 28 novembre e la nostra rete elettrica collasserà, se i russi riusciranno a colpire tutti gli obiettivi», confida un alto funzionario ucraino.
I ministri degli Esteri alleati si riuniranno martedì e mercoledì a Bruxelles per il ritrovo di rito della Nato – ci sarà anche un Consiglio con l'Ucraina – e Kiev ha indicato di voler spingere già la settimana prossima per ricevere l'invito ad entrare a far parte del club.
«Blinken è più dell'idea di Biden», ha detto Zelensky. L'idea, a questo punto, è strappare l'ok prima dell'insediamento di Trump.