Dopo 21 giorni di carcere L'Iran libera Cecilia Sala, finisce l'incubo per la reporter italiana. I complimenti al Governo Meloni

ats

8.1.2025 - 21:17

L'annuncio più atteso, soprattutto dai genitori, è arrivato a sorpresa nella tarda mattinata di mercoledì da Palazzo Chigi: Cecilia Sala è libera ed è già in volo da Teheran verso Roma, insieme al capo dell'Aise Giovanni Caravelli, che era andato a prenderla personalmente in Iran. La fine di un incubo, 21 giorni in detenzione nel carcere dei prigionieri politici di Evin, senza neanche un letto su cui dormire.

Keystone-SDA, ats

La tensione di queste drammatiche tre settimane si è sciolta nel sorriso della giovane giornalista italiana, immortalata nelle prime foto al suo arrivo all'aeroporto di Ciampino, accolta da Giorgia Meloni e Antonio Tajani. In rappresentanza di un Governo che ha ottenuto questo successo dopo una delicata trattativa a livello diplomatico e di intelligence.

Un negoziato con Teheran, e sulla linea Roma-Washington, fin dall'inizio complicato da una pedina ingombrante: l'uomo dei droni iraniano arrestato a Malpensa, su cui pende una richiesta di estradizione degli Stati Uniti, e che invece Teheran vuole sia rilasciato.

«Finalmente questa parentesi si è chiusa»

Una storia ancora da scrivere, anche se per il momento ci si gode il sollievo per la reporter romana, fissato dalle sue parole dopo l'abbraccio con il padre: «Finalmente questa parentesi si è chiusa».

La famiglia Sala, appena pochi giorni fa, aveva lanciato un appello al silenzio stampa, per permettere alle autorità italiane di continuare a tessere la loro tela nel più stretto riserbo, e riportare Cecilia a casa il prima possibile.

Le interlocuzioni con Teheran sono proseguite fino alla svolta di oggi, poco prima di mezzogiorno, quando Palazzo Chigi ha annunciato il decollo del volo dall'Iran. Con i ringraziamenti della premier Meloni a «tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il suo ritorno».

Un lavoro «sottotraccia, a volta prendendoci qualche critica, perché così si ottengono i risultati», ha rivendicato Tajani, spiegando che «la situazione si è sbloccata nella notte».

Cecilia, accolta da un applauso, ha ringraziato Meloni portandosi le mani al petto

All'arrivo a Ciampino una commossa Cecilia è stata accolta da un applauso nella sala dell'aeroporto ed ha ringraziato la premier portandosi le mani al petto e poi congiungendole. «Non dire niente, adesso devi solo stare serena. Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte», la risposta di Meloni.

E naturalmente l'abbraccio con i genitori e con il compagno, il giornalista Daniele Raineri del Post, il primo a stringerla a sé appena scesa dalla scaletta dell'aereo di Stato.

Momenti intensi, chiusi alla stampa per preservare la sua tranquillità, con un solo breve messaggio vocale inviato ai colleghi di Chora Media, la Podcast company italiana per cui lavora: «Ciao, sono tornata».

Mentre il suo direttore, Mario Calabresi, ha raccontato l'emozione provata da tutta la redazione.

I complimenti di Mattarella a Meloni

Il ritorno di Cecilia Sala è stato accolto con soddisfazione dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è complimentato con il capo del governo e ha telefonato alla mamma della reporter, che aveva incontrato nei giorni successivi all'arresto.

Ringraziamenti ai protagonisti della trattativa condivisi da tutte le autorità e dall'opposizione, a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein e del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte. Ed anche dalla Commissione Ue.

Sala sentita per tre ore a Ciampino dai carabinieri del Ros

Prima di rientrare a casa in serata, Sala è stata sentita per tre ore a Ciampino dai carabinieri del Ros. Il papà Renato, ripercorrendo la vicenda che ha coinvolto la figlia, ha spiegato di «aver avuto l'impressione di una partita a scacchi, non solo con due giocatori, e che ad un certo punto si è affollata».

Teheran, ad esempio, che ha giocato questa partita in modo ambiguo. Il regime, pur negando in via ufficiale di voler usare Sala come pedina di scambio per Mohammad Abedini Najafabadi, subito dopo il rilascio della giornalista ha fatto filtrare l'auspicio che l'ingegnere detenuto a Milano su richiesta degli americani «ora torni presto a casa».

Proprio mentre i giudici italiani, e in ultima battuta il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sono chiamati ad esprimersi sui termini della sua carcerazione e sull'estradizione.

Il terzo giocatore su questa scacchiera era appunto Washington. Con Roma l'interlocuzione è stata costante, e Giorgia Meloni è volata anche in Florida per parlarne direttamente con Donald Trump. Ottenendo il risultato, secondo il Wall Street Journal, che il presidente eletto americano avrebbe dato il sostanziale via libera a Roma a non estradare Abedini.