Consiglio europeoIn UE inizia l'era di Antonio Costa: «Unità e dialogo con Trump»
SDA
29.11.2024 - 20:02
Unità, dialogo a 360 gradi a cominciare da Donald Trump, fari accesi sui dossier dell'automotive, della difesa, dell'immigrazione: a Bruxelles è ufficialmente cominciata l'era di Antonio Costa. L'ex primo ministro portoghese è ufficialmente subentrato a Charles Michel alla guida del Consiglio europeo e, forse più del belga, avrà un ruolo chiave nel mantenere gli equilibri interni ai 27.
29.11.2024, 20:02
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Costa, assieme all'Alta Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, rappresenta la principale novità ai vertici della nuova legislatura comunitaria, che vede invece una Commissione fortemente accentrata sulla figura di Ursula von der Leyen.
Abile negoziatore, frequentatore di lungo corso dei consessi europei, l'ex premier lusitano si è presentato tenendo fede al suo profilo. «Lisbona è la mia città, il Portogallo è il mio Paese, l'Europa è il nostro bene comune», ha esordito su X il successore di Michel.
I due hanno tenuto assieme rispettivamente il discorso di esordio e quello di addio, davanti a decine di membri dello staff, nella sala di ingresso del palazzo Justus Lipsius. In platea c'era anche von der Leyen mentre a rappresentare il Parlamento Ue era presente la vicepresidente Pina Picierno, socialista proprio come Costa.
L'ex capo del governo portoghese ha messo subito in chiaro il suo ruolo di super partes, spiegando di voler intavolare sin dalle prime battute uno stretto coordinamento non solo con la Commissione ma anche con l'Eurocamera. E lunedì Costa, von der Leyen e la presidente del legislativo Roberta Metsola terranno un primo incontro, proprio al Parlamento europeo.
«La pace in Ucraina non può premiare l'aggressore»
Nei corridoi comunitari sono diversi i funzionari che sperano in un cambio di passo rispetto alla seconda tranche della gestione Michel, segnata da summit Ue via via più spigolosi e da un rapporto con von der Leyen ormai compromesso. Certo, la partita di Costa resta difficile, anche perché tra i 27 Paesi Ue la cavalcata sovranista ed euroscettica non accenna a placarsi.
«In questo mondo globale l'unico modo per essere davvero patriottici, per difendere la sovranità è costruire una Europa forte. Solo insieme possiamo rendere la voce dell'Ue più importante sui dossier internazionali», ha avvertito Costa, che subito si tufferà nel dossier della guerra russa a Kiev.
«La pace in Ucraina non può essere capitolazione, non può premiare l'aggressore», ha sottolineato il neo presidente a pochi giorni da un summit europeo che, tra i dossier più spinosi, vedrà quello dell'adesione dell'Ucraina.
Migrazione, Trump e automotive
Ma non c'è solo Kiev nelle emergenze che il Consiglio europeo targato Costa si appresta ad affrontare. «La migrazione è una priorità assoluta per tutti i leader Ue», ha anticipato il neo presidente che prima del passaggio della campanella con Michel ha visitato 25 capitali europee su 27.
Ma, soprattutto, è il ritorno di Trump alla Casa Bianca l'incognita più grande sull'Europa, sia dal punto di vista del sostegno all'Ucraina sia da quello dei dazi commerciali. «Bisognerà mostrare disponibilità al dialogo e saper ascoltare ciò che Trump ha da dire», è la mano tesa che Costa ha subito voluto porgere al presidente americano eletto.
Il discorso, per lui, è più ampio e riguarda la collocazione dell'Europa in un mondo dove – ha rimarcato – è necessario superare ci concetti di Sud e Nord globali.
In un colloquio con il giornale Publico, infine, Costa ha posto l'accento sulla nuova crisi che attanaglia l'Ue, quella dell'automotive. «Sarà necessario concedere aiuti di Stato alla Volkswagen, che non è solo in Germania, ma anche in Portogallo, per esempio. Non è impossibile subordinare l'autorizzazione degli aiuti di Stato a condizione che questo investimento sviluppi catene del valore che rafforzino la coesione in tutti gli Stati membri», è la proposta lanciata da Costa. Ma per farla digerire ai 27 l'ex premier socialista dovrà subito mostrare le sue doti di stratega.