L'ex leader cinese Jiang Zemin è deceduto all'età di 96 anni. Lo riferiscono i media ufficiali. In Svizzera ci si ricorda di lui anche per l'incidente diplomatico del 1999, durante la sua visita ufficiale.
30.11.2022, 11:30
30.11.2022, 14:40
SDA
L'ex presidente cinese Jiang Zemin, figura chiave in un'epoca di trasformazione della Cina dalla fine degli anni Ottanta verso il nuovo millennio, è morto all'età di 96 anni.
Lo riferisce l'agenzia di stampa Xinhua spiegando che il leader cinese, salito al potere dopo le proteste di piazza Tiananmen, è deceduto oggi a Shanghai poco dopo mezzogiorno ora locale a causa della leucemia.
A dare l'annuncio della sua morte sono stati il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, il Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare di Cina, il Consiglio di Stato, il Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese e le Commissioni militari centrali.
In una nota si legge che «il compagno Jiang Zemin era un leader eccezionale che godeva di un alto prestigio riconosciuto da tutto il Partito, dall'intero esercito e dal popolo cinese di tutte le etnie, un grande marxista, un grande rivoluzionario proletario, statista, stratega militare e diplomatico, un combattente comunista di lunga data e un leader della grande causa del socialismo cinese».
Viene quindi ricordato come «il fulcro della terza generazione della leadership collettiva centrale del Pcc e il principale fondatore della Teoria dei Tre Rappresentanti».
L'incidente diplomatico in Svizzera
In Svizzera Jiang Zemin è ricordato anche per la sua visita del 1999, in cui un incidente diplomatico rischiò di compromettere i rapporti fra Berna e Pechino.
Il 25 marzo il presidente cinese preso molto male le manifestazioni a favore del Tibet, al suo arrivo davanti al Palazzo Federale.
Stizzito, alla presenza di Ruth Dreifuss, allora presidente della Confederazione (prima donna nella nostra storia), aveva dichiarato che la Svizzera aveva «perso un amico».
L'irritazione crebbe a cena, quando fu inizialmente fatto sedere al posto sbagliato e la presidente della Confederazione sollevò di nuovo la questione dei diritti umani.
Il consigliere federale Adolf Ogi raccontò in seguito di aver evitato una partenza anticipata dell'ospite regalandogli un cristallo che portava in tasca.