Svolta clamorosa Assalto al Capitol, Trump convocato per testimoniare

SDA

13.10.2022 - 23:18

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump
L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump
KEYSTONE/AP/José Luis Villegas

Svolta clamorosa, anche se logica, nelle indagini sull'assalto al Capitol del 6 gennaio 2021: la commissione parlamentare d'inchiesta, composta da sette dem e due repubblicani, ha votato all'unanimità per convocare Donald Trump con un mandato (subpoena). L'ex presidente è chiamato a fornire documenti e a testimoniare sotto giuramento sul suo ruolo nell'attacco.

«È la persona al centro della storia di quello che successe il 6 gennaio, quindi vogliamo sentirlo», ha spiegato il presidente dem della commissione Bennie Thompson al termine dell'ultima udienza pubblica, in cui sono state svelate nuove prove sul suo coinvolgimento.

Non è chiaro se il tycoon rispetterà il provvedimento di una commissione che ha sempre attaccato come faziosa, ma in caso di rifiuto rischia di essere deferito al dipartimento di giustizia per oltraggio al Congresso, rischiando da uno a 12 mesi di prigione.

Come il suo ex stratega alla Casa Bianca Steve Bannon, che il 21 ottobre conoscera' l'entita' della pena dopo che una giuria lo ha riconosciuto colpevole di questo reato. Alcuni membri dell'entourage di Trump, compresi la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner, hanno gia' testimoniato davanti alla commissione.

La decisione è arrivata dopo un'ennesima udienza pubblica, l'ultima prima che la commissione presenti i risultati della sua indagine entro fine anno, probabilmente dopo le elezioni di Midterm.

«Niente sarebbe accaduto senza di lui»

Dai nuovi documenti e dalle nuove testimonianze è emerso che il tycoon aveva pianificato in anticipo di cantare vittoria a prescindere dall'esito del voto, che continuò a denunciare elezioni rubate pur sapendo di aver perso e che non intervenne subito per fermare la folla dei suoi supporter, benche' fosse a conoscenza che erano armati.

«Niente sarebbe accaduto senza di lui. Fu personalmente e sostanzialmente coinvolto in tutto», ha accusato la vicepresidente della commissione Liz Cheney, bestia nera di Trump. «Le prove mostrano che il suo falso discorso della vittoria era stato ben pianificato in anticipo, prima che fossero contati tutti i voti. Era un piano premeditato dal presidente per dichiarare vittoria comunque. Aveva fatto un piano per stare al potere prima dell'election day», ha rincarato la deputata Zoe Lofgren.

Ancora oggi resta «un pericolo chiaro ed attuale» per la democrazia, ha sintetizzato Thompson. Tra le nuove prove un documentario danese in cui Roger Stone, ex consigliere del tycoon, evoca la violenza a prescindere dal voto. E numerosi documenti del Secret Service, cui Trump chiese inutilmente di essere portato tra i suoi fan in marcia verso il Capitol dopo il suo comizio incendiario.

Sempre più incalzato anche dall'inchiesta sui documenti classificati sequestrati dall'Fbi

Nel frattempo l'ex presidente è sempre più incalzato anche dall'inchiesta sui documenti classificati sequestrati dall'Fbi nella sua residenza di Mar-a-Lago.

Da un lato un suo stretto collaboratore ha rivelato al Bureau che Trump gli chiese di spostare casse di quei documenti dopo il 'subpoena' per la loro restituzione, dall'altro la corte suprema, dove c'è una maggioranza conservatrice che ha contribuito a cementare con tre nomine, ha respinto una sua richiesta d'urgenza per ribaltare una decisione di una corte d'appello e consentire ad uno special master (un esperto legale terzo) di esaminare i 100 documenti top secret in mano ai federali.

SDA