Nuovi interrogativi su «Sarco»Segni di strangolamento sul collo della donna morta nella capsula per il suicidio?
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29.10.2024 - 12:19
La Procura di Sciaffusa sta ancora indagando sulla morte della donna attraverso la capsula per il suicidio «Sarco». A suo avviso, ci sarebbero indizi secondo i quali la 64enne americana non sia in realtà deceduta per asfissia.
Sven Ziegler
29.10.2024, 12:19
29.10.2024, 12:50
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La Procura di Sciaffusa sta indagando sulla morte di una donna nella capsula per il suicidio «Sarco».
Ci sarebbero indizi che indicano che la 64enne americana non sia deceduta per asfissia.
Florian Willet, presidente dell'organizzazione «The Last Resort» che ha fornito la capsula, rimane in custodia.
La morte di una donna nella capsula per il suicidio «Sarco» nel Canton Sciaffusa solleva nuovi interrogativi. La 64enne americana è stata ritrovata senza vita nel dispositivo, che era stato posizionato in una cascina nei boschi solettesi e riempito di azoto, il 23 settembre.
La Procura di Sciaffusa sospetta che possa in realtà essersi trattato di un omicidio. E questo spiega perché Florian Willet, presidente dell'organizzazione «The Last Resort» che ha fornito la capsula, rimane in custodia, come riporta la «NZZ».
Lui, insieme ad altre persone, tra cui due avvocati e una fotografa, erano gli unici presenti sul posto quando il decesso è avvenuto.
Ma solo Willet è ancora in carcere.
Sospetto di omicidio intenzionale
Gli esperti legali ritengono che un periodo di detenzione preventiva così lungo sia sproporzionato se si trattasse solo di un reato contro il codice penale. E dato che «The Last Resort» non fa pagare l'uso della capsula, è anche discutibile che si tratti di motivi egoistici.
Il sospetto di omicidio intenzionale è diventato noto grazie a un articolo del quotidiano olandese «De Volkskrant», che parlava di un medico legale che avrebbe notato gravi lesioni sul collo della donna, che potrebbero indicare uno strangolamento.
Quest'informazione è però ancora tutta da verificare: nemmeno gli avvocati del sospettato hanno potuto finora visionare il referto dell'autopsia.
A far sorgere qualche dubbio è anche un filmato che documenta l'uso della capsula, ma che ha alcune lacune. Secondo l'articolo della NZZ, le registrazioni non mostrano alcuna intromissione e in esso non si vede Willet mentre si comporta in modo sospetto.
Ricerca in ufficio già effettuata
La Procura di Sciaffusa potrebbe utilizzare il sospetto di omicidio intenzionale per giustificare metodi investigativi più severi, come il sequestro di telecamere e telefoni cellulari.
Ciò ha suscitato critiche, in particolare da parte di Andrea Taormina, avvocato della fotografa che era sul posto, che considera l'arresto una violazione della libertà di stampa.
Il sospetto potrebbe anche far aumentare le possibilità di una richiesta di estradizione per l'inventore della capsula, Philip Nitschke, e per sua moglie Fiona Stewart, fuggiti in Germania prima del primo uso della capsula in Svizzera.
L'indagine solleva molti interrogativi, in particolare sul perché Willet sia ancora in custodia e su quanto seriamente l'Ufficio del pubblico ministero stia prendendo il sospetto di omicidio premeditato.
La polizia olandese ha già perquisito l'ufficio di Nitschke. La Procura di Sciaffusa non fornisce ulteriori informazioni e rimanda al procedimento in corso.