Governo 2024 Tre consiglieri federali sotto la lente di un esperto: «Dubbi sulla qualità della leadership di uno di loro»

Di Gil Bieler

1.1.2024

La ministra dell'interno Elisabeth Baume-Schneider, il ministro della giustizia Beat Jans e la presidente della Confederazione Viola Amherd: questi tre membri nel nuovo Consiglio federale dovranno mantenere i propri impegni soprattutto nel 2024. Dove sono le opportunità e dove gli ostacoli? blue News lo ha chiesto al politolo Michael Hermann.

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Nel 2024 il Consiglio federale governerà in una nuova composizione. Elisabeth Baume-Schneider passa dal Dipartimento di giustizia e polizia a quello dell'interno, mentre il neoeletto Beat Jans le succede come ministro della giustizia.
  • In qualità di presidente della Confederazione Viola Amherd dovrà invece cercare, tra l'altro, una soluzione nei rapporti con l'UE.
  • Come si presentano al punto di partenza i tre membri dell'Esecutivo svizzero? blue News analizza la situazione con il politologo Michael Hermann, direttore dell'istituto di ricerca Sotomo.

Elisabeth Baume-Schneider si trasferisce al Dipartimento federale dell'interno (DFI), il neoeletto Beat Jans eredita da lei il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), mentre Viola Amherd diventa la presidente della Confederazione.

Dal 2024 il Consiglio federale governerà secondo una nuova costellazione. L'attenzione si concentra soprattutto su questi tre membri per i quali qualcosa è cambiato. E non mancano le critiche.

Il nuovo Consiglio federale ha prestato giuramento il 13 dicembre nella sala del Consiglio nazionale.
Il nuovo Consiglio federale ha prestato giuramento il 13 dicembre nella sala del Consiglio nazionale.
Keystone

Elisabeth Baume-Schneider verso nuovi lidi

Secondo un'indagine di CH Media, il cambio della consigliera federale Baume-Schneider è stata una sorpresa anche per i suoi colleghi di Governo. Nel corso della riunione, diversi consiglieri federali sono rimasti del tutto sbalorditi per quanto riguarda la suddivisione degli uffici perché non erano stati informati in anticipo.

La giurassiana è a capo del DFGP solo da un anno. Un trasferimento dopo così poco tempo è insolito e per questo Baume-Schneider è stata accusata di aver voluto fuggire dalle continue critiche dell'UDC.

La stessa 59enne ha giustificato il cambio di dipartimento affermando di avere più competenza nelle questioni del DFI. In ogni caso, nella sua nuova sede non l'aspettano acque tranquille.

La socialista inizierà subito con una bella lotta alle votazioni: il 3 marzo saranno messe alle urne due iniziative popolari a favore della previdenza per la vecchiaia. La proposta di introdurre una 13ma rendita AVS è appoggiata dal PS, ma il Consiglio federale è contrario. Qui Baume-Schneider deve competere con il suo stesso partito.

«Dal punto di vista personale il cambio di dipartimento è perfettamente logico», afferma a blue News Michael Hermann, politologo e direttore dell'istituto di ricerca Sotomo.

Al DFGP Baume-Schneider è stata messa sulla difensiva, «e non è stata in grado di sfruttare i suoi punti di forza, come l'essere vicina alla gente ed essere allegra». Per lei le questioni sociali e sanitarie sono un po' come giocare in casa: potrebbe quindi presentarsi come protettrice della socialità.

L'esperto è scettico sul fatto che il trasferimento sia nell'interesse del Consiglio federale nel suo insieme. Hermann si aspetta che la giurassiana si batta contro la 13ma rendita AVS, ma con il freno a mano tirato. «Farà sempre chiaramente vedere dove batte il suo cuore, vale a dire a sinistra».

«Farà sempre chiaramente vedere dove batte il suo cuore, vale a dire a sinistra»

Michael Hermann ist Geschäftsführer des Forschungsinstituts Sotomo. (Archivbild)

Michael Hermann

Politologo

Sono molti gli argomenti in cui la 59enne deve rappresentare un'opinione del Governo che contraddice le sue stesse convinzioni: come ad esempio nel caso dell'iniziativa per la riduzione dei premi del PS, che verrà votata nel 2024, o anche come per la riforma dei fondi per la cassa pensione, contro la quale i socialisti si battono.

Il nuovo ruolo di ministra dell'interno potrebbe quindi avvantaggiare la stessa Baume-Schneider piuttosto che il corpo politico. «Ha già mostrato la sua volontà di agire con ostinazione durante la distribuzione dipartimentale, quando non ha nemmeno informato in anticipo il suo collega di partito Beat Jans», dice Hermann riferendosi alla ricerca di CH Media.

Beat Jans inizia nel DFGP

Il neoeletto consigliere federale PS Beat Jans inizia nel DFGP. Un reparto considerato poco attraente. È difficile ricevere applausi dall'UDC soprattutto quando si tratta di questioni relative all'asilo e alla libera circolazione delle persone con l'UE.

Il 59enne è considerato estremamente favorevole all'Europa: grazie alla sua esperienza, l'attuale presidente del Consiglio di Stato di Basilea è abituato a trovare soluzioni con i suoi vicini, una collaborazione che spesso elogia. «Non c'è quasi problema che con loro non possiamo risolvere meglio», ha detto in un'intervista alla «NZZ». E ha avvertito: la Svizzera ha ora urgentemente bisogno di una relazione affidabile e duratura con l’UE.

Hermann afferma: «Il DFGP è impopolare e non particolarmente gradito alla sinistra perché deve assumere una posizione impopolare presso la propria base». Tuttavia per Jans anche il DFI è ugualmente distante in fatto di temi, dato che non si è particolarmente distinto come un politico della socialità e sanità.

Il basilese si mostra tuttavia disposto a trovare soluzioni nel suo rapporto con l'UE. «E a differenza di Baume-Schneider, il suo desiderio di dare forma alle cose è anche nell'interesse del Consiglio federale nel suo insieme». Basilea dipende dalla manodopera straniera, quindi il 59enne può rappresentare in modo credibile questa posizione e conosce già i dossier rilevanti.

Inoltre a differenza di Baume-Schneider, che spesso parla a ruota libera, Jans è «più controllato nelle sue apparizioni». Il rischio di dare involontariamente all’UDC un bersaglio da attaccare è quindi leggermente inferiore.

Viola Amherd a capo del Consiglio federale per un anno

La consigliera federale del Centro Viola Amherd dirige il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) dalla sua elezione nel 2019. In qualità di presidente della Confederazione, nel 2024 la vallesana si affermerà sempre più a livello internazionale, anno in cui verrà raggiunto un accordo con Bruxelles.

«Il lavoro che ci aspetta è come una montagna», ha detto Amherd dopo la sua elezione a capo del Governo davanti all'Assemblea federale, nella quale ha ottenuto un risultato inferiore alla media con 158 voti. «Dobbiamo assicurarci che non si accatasti fino a una vetta di 4.000 metri o al Cervino». Tuttavia è fiduciosa che le cose stiano andando avanti.

«Non sono preoccupato per le sue apparizioni sulla scena internazionale, ce la farà – dice Hermann –. È più discutibile quale sia la sua volontà di guidare e la qualità della sua leadership. La divisione dei dipartimenti è stata il suo primo atto come presidente del Consiglio federale, e non ne ha fatto una buona causa».

«È più discutibile quale sia la qualità della leadership di Amherd»

Michael Hermann

Politologo

Secondo il rapporto di CH Media, diversi dipartimenti hanno criticato Amherd, che ha preparato male la riunione e avrebbe dovuto informare in anticipo i suoi colleghi che Baume-Schneider voleva cambiare ufficio. Hermann trova discutibile che alla fine sia stata presa una decisione così importante.

Anche nei negoziati con Bruxelles occorre leadership: «Anche qui bisogna essere pronti a pestare i piedi a qualcuno e a non imboccare la strada meno resistente», dice il politologo.

Di recente la 61enne è stata criticata a causa delle turbolenze generate dalla scelta di personale del suo dipartimento: la nuova Segreteria di Stato della politica di sicurezza (SEPOS) dovrebbe essere inaugurata all'inizio del 2024, ma fino a poco tempo fa non era chiaro chi ne avrebbe assunto la direzione. Il candidato favorito, Jean-Daniel Ruch, si è dovuto ritirare perché, secondo quanto riferito, sarebbe stato corruttibile a causa della sua vita privata. Anche altri candidati hanno rifiutato.

Il 22 dicembre è stato finalmente trovato il segretario di Stato della politica di sicurezza: Markus Mäder, già capo delle relazioni internazionali di difesa del DDPS, assumerà l'incarico.

Inoltre secondo un'indagine della NZZ si sono dimessi nell'ultimo periodo diversi collaboratori del DDPS che lavoravano nell’importante settore della politica di sicurezza.

D'altro canto la ministra della difesa può vantare dei successi: è riuscita ad acquistare nuovi aerei da caccia e ha potuto raccogliere un vero e proprio gruzzolo. Nei prossimi anni, infatti, il budget militare verrà gradualmente aumentato fino a circa nove miliardi di franchi, ossia un valore quasi raddoppiato. Naturalmente questo è avvenuto a seguito dell’attacco russo all’Ucraina.

Hermann non commenta troppo le voci secondo cui la vallesana potrebbe dimettersi dopo il suo anno presidenziale: «Questo dice di più su quelli del partito del Centro che vorrebbero volentieri essere i suoi successori e che si stanno già cominciando a sfregare le mani».

Karin Keller-Sutter è il jolly

Si tratta di tre dei sette membri del Consiglio federale. Chi altro ha in mente in particolare Hermann nel 2024? La sua risposta è la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter.

La consigliera federale del PLR avrebbe un ruolo dominante in Governo e in quanto più alta tesoriera sarebbe d'ufficio tenuta a risparmiare. Ma secondo il politologo sia l'iniziativa della 13ma rendita AVS dell'Unione sindacale, sia l'iniziativa di riduzione dei premi del PS hanno realistiche possibilità di essere accettate dalla popolazione e rappresenterebbero un grave onere per le finanze federali.

«Potrei benissimo immaginare che ci sarà un duello mediatico tra la ministra delle finanze Keller-Sutter e la ministra della socialità Baume-Schneider. Una sorta di costellazione di poliziotto buono e poliziotto cattivo», afferma Hermann.

Nel 2024 la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter dovrà frenare i costi.
Nel 2024 la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter dovrà frenare i costi.
Keystone