BellinzonaMorte della 19enne, rabbia e cordoglio tra i giovani
Swisstxt / Red
29.11.2022
Proseguono le indagini sulla morte della 19enne del Luganese, lasciata in gravissime condizioni all'Ospedale San Giovanni di Bellinzona domenica. La CSIA, scuola dove si era appena diplomata, è sotto shock. Stando alla RSI anche lo scorso anno nella stessa zona c'era stato un rave.
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29.11.2022, 06:00
29.11.2022, 14:51
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Non sono ancora state ufficialmente chiarite le cause del decesso, ma stando a delle testimonianze raccolte dall'emittente di Comano la ragazza tra sabato e domenica sarebbe stata male durante una festa abusiva sopra Roveredo, ai piedi della diga della Roggiasca, nei Grigioni, a 1000 metri di altitudine.
Durante il rave party sarebbe arrivata fino a uno stato d'incoscienza a causa delle sostanze stupefacenti. L'inchiesta stabilirà se queste siano state veramente assunte dalla ragazza e se effettivamente siano legate al decesso. Si tratterà pure di appurare se un adeguato soccorso avrebbe portato a un esito diverso.
Il rave in un luogo discosto
Il luogo del rave, come mostrato anche dalle immagini della RSI, si trova in una zona molto discosta, raggiungibile con una strada di montagna a una sola corsia, dopo più di 30 minuti di viaggio dalla strada principale da Roveredo.
Sul luogo, oltre ad alcune placche di ghiaccio che testimoniano anche in pieno giorno come le temperature siano rigide, si sono trovate poche tracce del rave, tranne i segni di alcuni falò, qualche mozzicone di sigaretta e pochi rifiuti.
La CSIA sotto shock
La 19enne si era diplomata al Centro scolastico per le industrie artistiche di Lugano (CSIA) a settembre. La RSI ha parlato con alcune allieve dell'istituto, riportando che lo shock è percepibile.
Le ragazze hanno detto alla RSI di essere arrabbiate con le autorità, perché mancano luoghi di aggregazione e per il mancato intervento alla festa. C'è rabbia anche contro chi non dà abbastanza importanza alla sofferenza diffusa tra i giovani e contro chi criminalizza l'uso di sostanze stupefacenti.
Anche un'ex docente della ragazza ha spiegato che la scuola si è messa a disposizione degli allievi, che non hanno chiesto, al momento, un sostegno psicologico.
Alcuni lavori della 19enne sono stati ristampati e allestiti in un angolo dell'atrio dalle sue amiche, per ricordarla.
Quattro giovani ascoltati ma non arrestati
Dall'inchiesta nei Grigioni non sono emerse novità. La polizia ha confermato alla RSI lunedì di aver intercettato i quattro giovani che avevano portato la ragazza all'ospedale, di averli ascoltati e poi rilasciati.
Stando alle testimonianze raccolte dalla RSI i quattro (due ragazzi e due ragazze) visibilmente in stato alterato, dopo essere scesi da un van, hanno messo la giovane su una sedia a rotelle all'entrata del pronto soccorso del San Giovanni per poi lasciarla all'interno. Le condizioni della 19enne in quel momento erano già disperate.
Per ora non ci sono indagati e non è nemmeno stato confermato ufficialmente che la ragazza avesse preso parte alla festa.
Un rave anche l'anno scorso nella stessa zona
L'emittente di Comano ha anche interrogato la polizia comunale di Roveredo, che ha confermato che non sapeva nulla della festa. Ivano Boldini, capo del dicastero sicurezza, ha dichiarato: «Non ci è stata chiesta nessuna autorizzazione per nessun evento. È una cosa che non riesco ad accettare e non riesco nemmeno a farmene una ragione».
«L’anno scorso nello stesso periodo in effetti c’era stato qualcosa del genere sempre nella stessa zona, sui Monti di Laura, ma in quel caso – dopo le segnalazioni – si è potuti intervenire, se non sbaglio la domenica mattina. Polizia cantonale e comunale sono intervenute facendo finire il rave party. Da lì non abbiamo più ricevuto segnalazioni di eventi simili, fino alla triste notizia di ieri (domenica, ndr)», ha spiegato.