Guerra in Ucraina Francia e Gran Bretagna vogliono inviare truppe a Kiev, mentre in Europa ci si prepara alla guerra

SDA

25.11.2024 - 19:55

Anche la Nato ha già espresso la necessità di più uomini fra le forze ucraine.
Anche la Nato ha già espresso la necessità di più uomini fra le forze ucraine.
KEYSTONE

La possibilità d'inviare truppe europee in Ucraina, specialmente se Donald Trump ridurrà l'impegno degli Stati Uniti, torna ad animare il dibattito. Con la differenza che insieme alla Francia – che per prima aveva ventilato l'ipotesi – ora c'è la Gran Bretagna, che anzi sarebbe la più volenterosa.

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Parigi e Londra sarebbero le azioniste di maggioranza dell'iniziativa, alla quale si aggiungerebbero altri Paesi sulla stessa linea d'onda. Perché la situazione è seria, oltre che fluida.

La Nato sta incoraggiando gli alleati a «cambiare i modelli» di formazione dei soldati perché «servono più uomini» per affrontare la mutata realtà di sicurezza in Europa. Con la leva che, ormai, non è più un tabù in vari membri dell'Ue.

Una «fonte britannica» ha confidato a «Le Monde» che «discussioni sono in corso fra il Regno Unito e la Francia sulla cooperazione in materia di difesa, in particolare con l'obiettivo di creare un nocciolo duro fra alleati in Europa, centrato sull'Ucraina e la sicurezza europea in senso ampio».

Sostegno alla formazione 

Pur in assenza, per il momento, di decisioni ufficiali, il quotidiano transalpino parla di «proposte sul tavolo» al ministero della Difesa. Come quella della società Défense Conseil International (Dci), il principale operatore del ministero delle forze armate che si occupa dei contratti di export di armamenti francesi e del trasferimento di savoir-faire militare che ne consegue.

Dci sarebbe dunque «pronta a proseguire, in Ucraina, la formazione di soldati ucraini, come fa già in Francia e in Polonia». Potrebbe così, in caso di necessità, assicurare la manutenzione degli equipaggiamenti militari francesi inviati a Kiev.

Perseguendo questo obiettivo, Dci ha già contattato Babcock, una società omologa britannica già presente in Ucraina, per condividere le installazioni di cui essa già dispone». Inoltre sarebbe anche allo studio la presenza di società di difesa private sul suolo ucraino.

Personale esiguo

Lo scenario attuale è insomma sempre più precario e la Nato, come anticipato, sta correndo ai ripari perché non si tratti solo di spendere di più, ma anche e soprattutto di trovare il personale necessario a difendere l'Europa.

«Dobbiamo riconoscere – spiega all'agenzia italiana Ansa un alto funzionario alleato – che veniamo da un'era in cui avevamo forze armate piccole, professionali, con qualità molto alta, costose, ma con numeri limitati, che con la percentuale di perdite attuale in Ucraina avrebbero difficoltà a gestire il secondo o il terzo mese di conflitto: quindi incoraggiamo gli alleati a cambiare e ad assegnare alla Nato i numeri di cui abbiamo bisogno».

La settimana scorsa c'è stata una riunione al livello di Stato Maggiore sul tema. Ma la questione è squisitamente politica e alle capitali non viene imposto un metodo – la leva, tanto per intenderci – a favore di un altro.

Ambiente di guerra

Sta di fatto che varie forme di coscrizione stanno tornando in Europa. La Lettonia l'ha reintrodotta (dal 2028 7500 uomini saranno chiamati ogni anno) e persino la Germania ci sta pensando.

Anche se molti citano il modello ibrido svedese – introdotto dopo l'annessione della Crimea – come un esempio. Tutti i diciottenni, infatti, devono presentarsi (obbligatoriamente) per una valutazione: ogni anno solo il 5-10% circa sia degli uomini che delle donne prende parte al servizio militare e vengono reclutati solo i giovani disposti a farlo.

Un'opzione che certifica la fine di un'era. Come testimonia anche il fatto che la Germania sta lavorando ad un piano nazionale sui bunker. Il Paese ne ha pochi, avendo dismesso quelli del passato. E la «Bild» scrive che il governo solleciterà i cittadini ad attrezzare garage e cantine per procurarsi postazioni sicure negli edifici in cui vivono.

La guerra in Europa ha smesso ormai da tempo di essere un tabù.