All'anteprima del suo libro Merkel: «L'Europa può fare deterrenza solo nella Nato»

SDA

26.11.2024 - 22:09

L'ex cancelliera tedesca Angela Merkel presenta la sua autobiografia intitolata "Freiheit" (Libertà)
L'ex cancelliera tedesca Angela Merkel presenta la sua autobiografia intitolata "Freiheit" (Libertà)
Keystone

L'Europa non può difendersi da sola contro la Russia. Può esercitare la deterrenza soltanto nella Nato, e con Donald Trump si deve collaborare.

Angela Merkel scende di nuovo nel campo dell'agenda politica della stretta attualità, negandosi solo a una risposta sui Taurus: li consegnerebbe lei a Kiev? «Da ex cancelliera non rispondo su decisioni operative», la risposta netta e invalicabile della Frau di ferro.

L'ex cancelliera ha presentato in anteprima mondiale oggi a Berlino, al Deutsches Theater, il suo libro «Freiheit» («Libertà»). E non ha fatto giri di parole su cosa pensi della situazione attuale: «L'Ucraina non deve perdere», ha spiegato e «va sostenuta». Vladimir Putin però «non va sottovalutato». E bisogna immaginare «delle iniziative diplomatiche in anticipo, e capire bene quando sarà il momento giusto per presentarle».

«L'Europa da sola non può esercitare una deterrenza reale contro la Russia, che è una potenza nucleare - ha anche affermato -. Questa deterrenza può esserci solo nella Nato. Ed è di grande interesse per noi europei quindi collaborare con gli Usa. Ma è anche grande interesse degli americani collaborare con l'Europa».

«Non volevo tagliare le relazioni con la Russia»

Dopo tre anni di lontananza dal potere e due impiegati a scrivere le sue memorie a due mani con la sua assistente Beate Baumann, l'ex cancelliera non è affatto cambiata. E neppure il suo modo di vedere le cose lo è.

Tanto che alla giornalista Anne Wille, che l'ha incalzata su tutti gli errori che oggi le vengono attribuiti, ha replicato ironica: «Io non sottoscriverei quello che sta dicendo, ma se questo aiuta si dica pure che è stata Merkel».

Il punto è che non sembra sia possibile convincerla: tutti sollevano critiche contro di lei, ma di autocritica in due ore di intervista sul palco di un teatro strapieno ce n'è davvero poca.

Fu giusto nel 2008 non dare il via libera all'invito a Kiev nella Nato, per la sicurezza dell'Alleanza e della stessa Ucraina, puntualizza ancora una volta. «Putin non sarebbe rimasto inerte».

E approvare Nord Stream 2, dopo l'annessione dell'Ucraina? «Ho cercato di non tagliare tutte le relazioni economiche con la Russia e credo che non sia stato un errore». «So che questo è controverso», ha aggiunto. Ma non avrebbe senso dire il contrario solo perché «ci si aspetta» questo da lei, la replica.

«35 anni sotto dittatura e 35 in democrazia»

Tanti hanno un'altra opinione, chiarisce mostrandosi consapevole del dibattito in corso nel Paese, «e io devo conviverci». Molto tempo viene dedicato anche alla formazione nella Ddr: «ho due vite: 35 anni sotto una dittatura e 35 in una democrazia, ma alla fine la mia vita è una».

Scriverne le è servito a pensare, è stato «un processo». E nel rievocare i primi passi in politica – «ho dovuto imparare tutto, io ero un fisico» – ha dedicato un passaggio anche al celebre voltafaccia a Helmut Kohl con l'articolo alla Faz che le aprì la strada alla leadership della Cdu: «Quando in Germania ci fu lo scandalo dei fondi ai partiti nella Cdu vidi che non si volevano chiamare le cose con il loro nome al 100%, tutti avevano grande rispetto per Helmut Kohl. E io ero molto preoccupata che finisse come per la Democrazia cristiana in Italia, che era sparita».

L'articolo però, ha anche spiegato, «fu un azzardo. Pensai: devi farlo. Io non sapevo affatto come sarebbe andata a finire, rischiai. Poi è stata una meravigliosa esperienza». La gente la «portò» percependo una fondamentale «onestà» in quello che aveva fatto. Il passo successivo fu chiedersi: «Me la sento di diventare presidente della Cdu e dunque poi anche cancelliera? E pensai: Sì, me la sento».

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