Stati Uniti La foto shock dalla Casa Bianca: immigrati in fila indiana e in catene

SDA

24.1.2025 - 20:42

La foto shock pubblicata sui social della Casa Bianca
La foto shock pubblicata sui social della Casa Bianca
Foto Twitter

Foto shock sui conti delle reti sociali della Casa Bianca, dove compare una decina di immigrati illegali che camminano in fila, ammanettati e in catene, verso un aereo militare per essere riportati in patria. 

Keystone-SDA

«Come promesso, il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze», si legge nel post sulla rete sociale X, con la scritta in sovrimpressione «I voli di deportazione sono iniziati. Promesse fatte, promesse mantenute».

Le foto immortalano alcuni dei 70-80 profughi diretti in Guatemala, imbarcati alla base militare di Fort Biggs nei pressi di El Paso, in Texas, una delle zone calde del confine col Messico.

Il Pentagono ha messo a disposizione due C-130 e due C-17 che, in coordinamento con il dipartimento di Stato (il ministero degli affari esteri) e il dipartimento della sicurezza interna, sono utilizzati per le espulsioni.

La procedura dei rimpatri è sempre questa, ma la Casa Bianca ha voluto mostrare a tutti la durezza del suo pugno di ferro come monito contro «l'invasione» dei clandestini.

Militarizzazione del confine

Una durezza declinata su tutti i fronti con la militarizzazione del confine, dove sono attesi altri 10'000 soldati, e vari ordini esecutivi: dallo stop di tutte le richieste d'asilo pendenti al rafforzamento dei poteri della polizia, autorizzata ad entrare anche in chiese e scuole.

Finora sono state arrestate oltre 700 persone in raid mirati a Chicago (Illinois), New York, Boston (Massachusetts) e anche in New Jersey.

«Le espulsioni stanno andando bene, stiamo mandando via tutti i peggiori criminali», ha commentato Trump al suo arrivo ad Asheville, in Carolina del Nord, dove ha visitato insieme alla consorte Melania i luoghi colpiti dall'uragano Helene quattro mesi fa, dirigendosi poi a Los Angeles (California) per i recenti incendi che hanno devastato la città e i suoi dintorni.

È il primo volo del suo secondo mandato e l'ha utilizzato per attaccare il suo predecessore Joe Biden e i democratici, accusati di non aver saputo gestire le emergenze. «La Carolina del Nord è stata trattata molto male, Biden vi aveva abbandonato, con me non sarete più soli», ha assicurato.

La protezione civile «è lenta, costa tanto e c'è troppa burocrazia»

In campagna elettorale aveva affermato falsamente che la Fema, la protezione civile, era rimasta senza fondi perché l'ex inquilino della Casa Bianca li aveva dirottati sui profughi.

Ora l'ha rimessa nel mirino affermando che «è lenta, costa tanto e c'è troppa burocrazia». «Potrei sbarazzarmene, se lo ritenessi necessario», ha minacciato, ribadendo che «sarebbe meglio se fossero stati ad occuparsi della gestione dei disastri naturali».

Una potenziale rivoluzione che priverebbe gli Stati Uniti di una protezione civile a livello federale e creerebbe discriminazioni interne tra Stati ricchi e poveri.

Dito puntato contro il governatore della California

In California invece ha puntato il dito contro il governatore democratico Gavin Newsom, ignorato prima della partenza nonostante le sue aperture per una cooperazione indispensabile a sbloccare miliardi di aiuti federali in Congresso, che il magnate vorrebbe legare alla rimozione del tetto del debito.

L'accusa è di aver gestito male il patrimonio boschivo e soprattutto quello idrico per proteggere «un pesce sostanzialmente inutile».

Videocollegamento con i 150'000 partecipanti della marcia per la vita a Washington

Tra un volo e l'altro, Trump ha trovato tempo anche di arringare in videocollegamento i 150'000 partecipanti della marcia per la vita nella capitale, dopo aver graziato 23 attivisti anti aborto condannati per aver bloccato nel 2020 a Washington l'accesso di una clinica, intimidendo staff e pazienti.

Tra loro anche Lauren Handy, leader del gruppo Progressive Anti-Abortion Uprising (letteralmente, rivolta progressista antiabortista). Il vicepresidente James David Vance (conosciuto come J.D. Vance) invece è intervenuto personalmente alla marcia.

Il presidente aspetta poi la conferma della sua nomina forse più controversa, quella di Pete Hegseth alla guida del Pentagono, nonostante il no delle senatrici repubblicane Susan Collins e Lisa Murkowski, dopo che sono uscite altre accuse sul comportamento violento dell'ex conduttore della televisione Fox e la cifra pagata per una presunta aggressione sessuale (50'000 dollari, poco meno di 45'400 franchi al cambio attuale).