Presidenziali Affondo di Harris: «Trump vuole il potere assoluto», poi promette: «Sarò la presidente di tutti gli Americani»

SDA

30.10.2024 - 08:43

Gli Stati Uniti non sono un luogo per "aspiranti dittatori", ha detto la candidata democratica alle presidenziali Kamala Harris, riferendosi al suo avversario repubblicano. (Immagine d'archivio del 22 agosto)
Gli Stati Uniti non sono un luogo per "aspiranti dittatori", ha detto la candidata democratica alle presidenziali Kamala Harris, riferendosi al suo avversario repubblicano. (Immagine d'archivio del 22 agosto)
Keystone

Il candidato repubblicano alle presidenziali statunitensi ed ex inquilino della Casa Bianca «Donald Trump è instabile e vuole il potere assoluto».

A una settimana dal voto negli Stati Uniti, la candidata democratica e attuale vicepresidente Kamala Harris lancia la sua requisitoria all'Ellipse, nel luogo simbolico di fronte al lato sud della Casa Bianca in cui l'avversario quasi quattro anni fa, il 6 gennaio del 2021, radunò i suoi sostenitori e li invitò a «lottare come dannati», «fight like hell».

Un'esortazione che finì con l'assalto a Capitol Hill e la giornata più buia della democrazia americana.

«È il momento di una nuova generazione di leader in America. E io sono pronta», ha detto la vicepresidente alla sua gente riunita nella capitale. Gli Stati Uniti non sono un luogo per «aspiranti dittatori».

Kamala già sconfitta?

Il «popolo di Kamala», raccolto nello stesso luogo dei trumpiani di circa quattro anni fa, non potrebbe essere più diverso dalla folla dalla quale sono usciti gli insurrezionisti violenti che hanno attaccato il Congresso.

Composto, anche troppo secondo alcuni osservatori, quasi rassegnato ad una vittoria che sembra sempre più difficile, ma che comunque ha deciso di scendere in massa a dare il suo sostegno alla candidata democratica.

Oltre 52'000 persone secondo la polizia della capitale, migliaia delle quali hanno atteso circa due ore e mezza in fila, pazientemente, e altre migliaia che nonostante la lunga coda non sono riuscite ad entrare nel perimetro dell'Ellipse e si sono assiepate sul grande prato di fronte, dove sorge l'obelisco dedicato a George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti, un altro luogo iconico della capitale degli Usa.

Una folla che si vede così numerosa su quel prato forse solo in un'occasione: il 4 luglio, la festa dell'indipendenza americana.

Il «popolo di Kamala» è più critico

Una massa forse più consapevole, più critica anche nei confronti di una candidata che non appoggiano in tutto e per tutto, vedi ad esempio la guerra a Gaza, e tuttavia conscia dell'importanza di queste elezioni e spaventata dagli scenari prospettati dai democratici in caso di vittoria del repubblicano.

Elezioni americane del 2024

Il 5 novembre l'America eleggerà un nuovo presidente. Non solo il presidente, ma anche 35 seggi del Senato, l'intera Camera dei Rappresentanti e undici governatori saranno eletti di recente. blue News accompagnerà la fase calda del duello per la Casa Bianca non solo con uno sguardo dalla Svizzera, ma anche con reportage direttamente dagli Stati Uniti.

Patrick Semansky/AP/dpa

«Questo voto è una scelta fra il caos e la divisione o la libertà», ha avvertito la vicepresidente.

«Trump parlando da questo posto quattro anni fa, ha inviato una folla armata a ribaltare un'elezione libera e giusta. Un'elezione che aveva perso», ha attaccato Harris, per poi passare ad una nota dolente della sua campagna, la crisi al confine sud degli Stati Uniti.

«La mia presidenza sarà diversa»

«Perseguiremo i cartelli del narcotraffico e gli immigrati illegali, ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che siamo una nazione di migranti», ha affermato.

Quindi la democratica ha affrontato un altro tema caldo, la continuità con l'attuale presidente, il democratico Joe Biden. «La mia presidenza sarà diversa», ha assicurato, promettendo di continuare a lottare per l'aborto e i diritti riproduttivi delle donne.

«Sarò la presidente di tutti gli Americani»

Harris ha anche promesso che non abbandonerà gli alleati degli Stati Uniti in tutto il mondo, altro argomento controverso con le minacce del tycoon di uscire dalla Nato e la sua vicinanza a figure autoritarie come il presidente russo Vladimir Putin e Kim Jong-un, il leader supremo della Corea del Nord.

Harris ha anche promesso che «sarà la presidente di tutti gli americani, anche di chi non è d'accordo con lei». «Non torneremo indietro!», hanno risposto donne nere e bianche, uomini, famiglie e centinaia di giovani, soprattutto studenti delle tante università di Washington.

Qualcuno reggeva un cartello con la foto del tycoon con i baffi alla Hitler, qualcun altro protestava per il diritto all'aborto, alcuni per la difesa della comunità Lgtbq+, ossia di lesbiche, gay, transgender, bisessuali, queer e intersessuali (coloro che non si identificano con nessun genere).

Il popolo preferisce Trump?

«Io entrerò nello Studio Ovale con una lista di priorità per gli americani, Trump con una lista di nemici da punire», ha attaccato la vicepresidente accolta dall'ovazione del pubblico.

Se l'America fosse Washington, Harris avrebbe la vittoria in tasca. Ma la capitale per molti analisti, e forse non a torto, è una bolla lontana da quella pancia del paese che sembra preferire Trump.

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