Medio Oriente Una bimba di 3 anni fra i primi ostaggi rilasciati da Hamas

SDA

22.11.2023 - 19:47

La gente passa davanti alle foto delle persone rapite dai militanti di Hamas, fuori dal museo di Tel Aviv in Israele.
La gente passa davanti alle foto delle persone rapite dai militanti di Hamas, fuori dal museo di Tel Aviv in Israele.
KEYSTONE

Una bimba di tre anni con doppia cittadinanza israeliana e americana tornerà libera nelle prossime ore dopo una prigionia a Gaza di un mese e mezzo grazie all'intervento personale del presidente statunitense Joe Biden che ha parlato del suo caso con l'emiro del Qatar Tamin bin Hamad al-Thani.

Assieme a lei, hanno fatto sapere funzionari americani, altre due cittadine statunitensi saranno rilasciate nel contesto della liberazione – nei primi quattro giorni di cessate il fuoco – di circa 50 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas.

La bambina è Avigail Idan, rapita da Hamas il 7 ottobre nel kibbutz di Kfar Aza dopo l'assassinio a bruciapelo dei genitori, Roi e Smadar. I due fratelli maggiori di Avigail riuscirono a mettersi in salvo, restando chiusi per ore in un armadio di casa. La piccola invece era corsa da una vicina di casa, Hagar Brodtz, che pure è stata rapita dai miliziani assieme ai suoi tre figli.

In serata Hamas non aveva ancora pubblicato i nomi di quanti si accinge a liberare. In una sorta di crudele lotteria, i sequestratori si riservano di pubblicare con poche ore di anticipo, di giorno in giorno, l'identità di chi sarà rilasciato l'indomani.

La fazione islamica ha ricevuto da Israele una lista con un centinaio di nominativi tra cui scegliere e si presume che i primi a rientrare in patria saranno bambini, adolescenti, donne e anche anziani, alcuni dei quali malati.

Un ritorno così massiccio di ostaggi senza precedenti

Un ritorno così massiccio di ostaggi è senza precedenti per lo Stato ebraico. Sei importanti centri medici sono stati messi in stato di allerta e hanno ricevuto ordine di allestire reparti separati per consentire a quanti tornano dalla prigionia a Gaza – probabilmente dopo essere stati segregati in bunker per 45 giorni – di recuperare gradualmente il proprio equilibrio, fisico e mentale.

Una volta rilasciati da Hamas, passeranno nelle mani della Croce Rossa e quindi di soldati che sono stati incaricati di accompagnarli nelle cliniche. Le istruzioni ai militari che prenderanno in custodia i bambini sono molto dettagliate. Dovranno presentarsi con il proprio nome, spiegare che sono soldati di Israele e che hanno avuto l'incarico di portarli al sicuro dai loro cari.

Qualora vedano che i bambini faticano a muoversi, devono offrire loro aiuto, ma senza imporsi. Dovranno inoltre astenersi dal rispondere se i piccoli chiedono dove sono i genitori, perché in molti casi la risposta può essere traumatica e va affidata ad un familiare o ad uno psicologo infantile. Qualora i bambini avessero lasciato dietro dei cuccioli, dovrebbero poterli riabbracciare al momento del loro ingresso in Israele.

Squadre di assistenti sociali e psicologi ad accoglierli

Negli ospedali gli ex ostaggi troveranno ad attenderli squadre di assistenti sociali e di psicologi. Uno dei timori – alla luce dei massacri del 7 ottobre – è che possano essere stati sottoposti ad abusi sessuali. Per loro sono state intanto approntate diete particolari, per riabituare l'organismo dopo un periodo prolungato di possibile denutrizione.

Dopo questa fase iniziale, gli adulti saranno interrogati dai servizi segreti per ricavare informazioni sugli altri ostaggi rimasti a Gaza. Nei primi giorni tutti resteranno isolati dai media, ma potranno ovviamente riabbracciare i familiari.

SDA