Cinema Hollywood divisa su Gaza scarica Sarandon e Barrera

SDA

22.11.2023 - 18:52

Le attrici Susan Sarandon (nella foto d'archivio) e Melissa Barrera messe alla porta per aver preso posizione nel conflitto a Gaza.
Le attrici Susan Sarandon (nella foto d'archivio) e Melissa Barrera messe alla porta per aver preso posizione nel conflitto a Gaza.
Keystone

La guerra tra Israele e Hamas a Gaza divide Hollywood.

Anche Tom Cruise è sceso discretamente in campo per offrire la spalla alla sua agente Maha Dakhil, messa da parte dalla potente CAA (Creative Artists Agency) per un post su Instagram in cui aveva denunciato il silenzio della comunità del cinema su un «genocidio in diretta».

La CAA, acquistata in settembre dal miliardario francese François-Henri Pinault, non è la sola agenzia di Hollywood a mostrare segni di tensione in un'industria dominata da progressisti finora compatti nelle loro posizioni politiche.

Le critiche a Israele di Susan Sarandon «travisate»

Ieri la UTA (United Talent Agency) ha tagliato i ponti con una veterana di Hollywood, Susan Sarandon, che, durante un comizio pro-palestinesi a New York, aveva fatto del sarcasmo sulle paure degli ebrei per la recrudescenza degli atti di antisemitismo che, secondo la polizia della città, sono effettivamente aumentati dopo il 7 ottobre.

«Ora assaggiano cosa significa essere musulmano in questo Paese», aveva detto la premio Oscar per «Dead Man Walking», messa a stretto giro di posta all'indice dall'agenzia che l'aveva rappresentata per quasi un decennio.

Sarandon al comizio aveva precisato che criticare Israele non dovrebbe essere considerato antisemitismo: «È una cosa terribile che sta succedendo: le critiche contro Israele vengono travisate. Sono contro l'antisemitismo e contro la islamofobia».

Barrera paragona Gaza a «campo di concentramento»

Intanto un'altra attrice di Hollywood, la relativamente nuova venuta Melissa Barrera, è stata licenziata per aver pubblicamente preso posizione nel conflitto.

Barrera non entrerà nel cast del nuovo film della franchise «Scream» per aver paragonato Gaza invasa da Israele a un «campo di concentramento» e aver aggiunto che «la gente non ha imparato nulla dalla storia e resta a guardare in silenzio. Questo è genocidio, è pulizia etnica». Secondo Barrera, «i media occidentali mostrano solo la parte israeliana. Perchè lo fanno? Vi lascio a dedurlo da soli».

Spyglass, la società di produzione dietro il franchise, aveva spiegato la reazione: «La nostra posizione è chiarissima. Tolleranza zero dell'antisemitismo o dell'incitamento all'odio in ogni forma, tra cui i falsi riferimenti al genocidio, la pulizia etnica, le distorsioni dell'Olocausto o qualsiasi altra cosa che si può intendere come discorso di odio».

L'agente di Cruise perde uno dei più importanti clienti

Alla CAA intanto un gruppo di assistenti ha minacciato uno sciopero per protestare contro come è stata trattata la Dakhil, mentre altri agenti – secondo quanto scrive Variety – sono convinti che la loro potente collega avrebbe dovuto essere licenziata in tronco, non solo degradata dal titolo di co-responsabile del dipartimento cinema dell'agenzia.

«Maha non è antisemita, è semplicemente in errore», ha detto uno dei suoi più importanti clienti, lo sceneggiatore e regista Aaron Sorkin, che, a differenza di Cruise, ha deciso di lasciarla come sua agente.

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