Guerra in Ucraina Kiev: «Colpita la più grande fabbrica di bombe russa». Ma Mosca smentisce

SDA

20.10.2024 - 21:25

Proseguono fra Ucraina e Russia gli attacchi con droni.
Proseguono fra Ucraina e Russia gli attacchi con droni.
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L'Ucraina torna a colpire in profondità gli approvvigionamenti militari russi con i suoi droni d'attacco: stando a una fonte dell'Sbu, il servizio di sicurezza di Kiev, i droni kamikaze hanno attaccato di notte la più grande fabbrica di esplosivi russa, l'impianto di Sverdlov a Dzerzhynsk, nella regione di Nizhny Novgorod, a 900 km dal confine ucraino.

Sverdlov è tra i maggiori produttori russi di esplosivi militari tanto da essere oggetto di sanzioni da parte di Stati Uniti e Ue: nella fabbrica escono infatti gli esplosivi, missili, proiettili d'artiglieria e bombe d'aviazione, tra cui le temibili Kab, che da febbraio 2022 piovono dai cieli su tutta l'Ucraina.

«I droni hanno colpito», ha affermato la fonte ucraina, rivendicando il successo dell'attacco senza tuttavia specificare i danni.

Da parte sua, Mosca ha confermato che i droni ucraini hanno preso di mira la zona, sostenendo tuttavia che il raid è stato sventato: «La difesa aerea e di guerra elettronica ha respinto un attacco di droni sul territorio», ha detto Gleb Nikitin, governatore della regione di Nizhny Novgorod.

«Quattro dipendenti della stazione dei vigili del fuoco, situata sul territorio dell'impresa industriale, sono rimasti leggermente feriti dalle schegge», ha aggiunto.

Abbattuti 110 droni nella notte in diverse regioni

In totale, il Ministero della difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto 110 droni nella notte in diverse regioni, incluso uno sopra Mosca. Le autorità aeronautiche russe hanno riferito anche di aver chiuso temporaneamente domenica mattina l'aeroporto di Kazan, a circa 1.000 chilometri dal confine ucraino, per motivi di sicurezza.

L'agenzia Rosaviatsia non ha specificato il motivo della sospensione dei voli, ma tali restrizioni vengono solitamente imposte quando vengono segnalati attacchi di droni ucraini.

Putin organizza il vertice Brics

Proprio a Kazan, il presidente russo Vladimir Putin riunirà una ventina di leader stranieri per il vertice dei Brics dal 22 al 24 ottobre. Un summit con il quale lo zar punta a dimostrare il fallimento degli sforzi occidentali per isolarlo: la riunione rappresenta infatti un chiaro affronto alle sanzioni contro la Russia e una dimostrazione di forza diplomatica, mentre l'Occidente osserverà attentamente il vertice per soppesare gli attuali equilibri geopolitici.

Riunendo «il sud e l'est del mondo», i Brics devono «costruire mattone dopo mattone un ponte verso un ordine mondiale più giusto», è il messaggio lanciato dal consigliere diplomatico del Cremlino Yuri Ushakov.

Secondo la presidenza russa – che parla dell'incontro come «l'evento diplomatico il più grande mai organizzato in Russia» – tra i leader presenti ci sarà anche il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.

Sono attesi il presidente iraniano Massoud Pezeshkian e anche il leader cinese Xi Jinping, mentre continuano le accuse occidentali contro Pechino di foraggiare l'invasione russa dell'Ucraina: «La Cina è un sostenitore decisivo della Russia nella guerra», ha attaccato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sottolineando che l'Alleanza deve «mantenere gli occhi aperti» ma anche perseguire un dialogo con il Dragone.

Fa discutere l'assenza del principe ereditario saudita bin Salman

Mosca conta anche sulla presenza dell'indiano Narendra Modi e del turco Recep Tayyip Erdogan, mentre il presidente brasiliano Lula vi parteciperà in videoconferenza.

Indeciso il presidente serbo Aleksandar Vucic, che alcuni giorni fa ha sottolineato come qualunque decisione prenderà in merito, verrà comunque criticato: «Se andrò a Kazan diranno che è la fine del percorso europeo della Serbia, se invece non andrò diranno che ho tradito i russi».

Nel frattempo, domenica il leader serbo ha avuto un colloquio telefonico con Putin, il primo in due anni e mezzo. «Una conversazione lunga, buona, aperta», ha riferito Vucic, confermando che «la Serbia non imporrà sanzioni alla Federazione russa».

Ha fatto molto discutere invece l'assenza a Kazan del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che ha visitato Bruxelles questa settimana. La defezione dal vertice russo ha infatti alimentato speculazioni su possibili disaccordi tra Riad e Mosca, pesi massimi dell'energia mondiale.

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