Un sito preistorico Un'escursionista scopre l'Eldorado sulle montagne italiane

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22.11.2024 - 20:23

Il Parco nazionale delle Orobie Valtellinesi è un Eldorado per gli archeologi.
Il Parco nazionale delle Orobie Valtellinesi è un Eldorado per gli archeologi.
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Un'escursionista si è imbattuta in un importante ritrovamento sulle Alpi italiane. La scoperta è uno dei siti fossili più ricchi della regione, che offre una visione di un ecosistema di 280 milioni di anni fa.

Redazione blue News

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Un'escursionista ha scoperto tracce fossili di un ecosistema preistorico nel Parco naturale delle Orobie-Valtellinesi.
  • Gli esperti hanno trovato impronte di animali, pelle, semi e gocce di pioggia fossilizzate.
  • I fossili, risalenti a 280 milioni di anni fa, sono stati portati alla luce dal ritiro dei ghiacciai.

Una scoperta casuale potrebbe catapultare il Parco naturale delle Orobie Valtellinesi, nel nord Italia, nei libri di storia. L'estate scorsa l'escursionista Claudia Steffensen ha scoperto le prime tracce di un ecosistema preistorico.

La donna si è imbattuta in impronte fossili nella valle d'Ambria, che gli esperti classificano come un ritrovamento sensazionale.

«Era una calda giornata estiva e volevamo rinfrescarci in montagna. Sulla via del ritorno, ho calpestato una pietra che mi sembrava strana, quasi una lastra di cemento. Poi ho notato questi strani disegni circolari con linee ondulate. Ho guardato meglio e ho capito che si trattava di impronte», ha raccontato al «The Guardian».

«Una visione unica della vita preistorica»

Dopo un'indagine approfondita da parte di Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, e di un team internazionale di esperti, è emerso che il sito conteneva centinaia di tracce fossili di almeno cinque diverse specie animali - tra cui rettili, anfibi e insetti - risalenti a circa 280 milioni di anni fa.

Le tracce fossili comprendono non solo impronte, ma anche dettagli rari come impronte di pelle, semi e persino gocce di pioggia fossilizzate.

Lorenzo Marchetti, specialista in tracce fossili (itnologo), ha spiegato: «I sedimenti a grana fine hanno conservato dettagli sorprendenti e ci danno una visione unica della vita preistorica».

Il cambiamento climatico come aiutante della storia

È interessante notare che i cambiamenti climatici hanno avuto un ruolo decisivo nella scoperta di queste reliquie. I fossili sono venuti alla luce grazie alla riduzione della copertura dei ghiacciai. I reperti più preziosi sono stati recuperati in condizioni spettacolari, talvolta utilizzando elicotteri.

«Queste tracce risalgono a un'epoca con condizioni climatiche simili a quelle attuali», ha spiegato Dal Sasso. Il Parco naturale delle Orobie Valtellinesi sta ora progettando di trasformare il sito in un laboratorio a cielo aperto per la ricerca e la didattica. L'obiettivo è mappare sistematicamente i fossili e comprendere meglio l'ecosistema scomparso.

Alcuni degli spettacolari reperti sono già esposti al Museo di Storia Naturale di Milano, a testimonianza di un'epoca perduta che ancora oggi ci stupisce.

Questo articolo è stato creato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale (AI). Tutti i contenuti creati dall'IA sono verificati dalla redazione.