Guerra in Medio Oriente Fra i razzi di Hezbollah e le accuse a Israele, la tregua vacilla

SDA

2.12.2024 - 21:58

L'esercito israeliano si muove fra le case distrutte nel Sud del Libano.
L'esercito israeliano si muove fra le case distrutte nel Sud del Libano.
KEYSTONE

Per la prima volta dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, mercoledì scorso, Hezbollah ha tirato due colpi di mortaio verso una postazione militare israeliana nell'area del Monte Dov, al confine con il Libano.

Rivendicando i lanci come forma di «avvertimento e risposta difensiva iniziale» alle violazioni delle forze di difesa israeliane (Idf), oltre che per mandare un segnale concreto sulle sue intenzioni.

Israele, dopo aver denunciato una «grave violazione» e promesso una «risposta forte», in serata ha lanciato una raffica di raid in sei villaggi nel sud del Libano.

Sul fronte di Gaza si è invece fatto sentire Donald Trump, con un monito soprattutto ad Hamas: se gli ostaggi non saranno liberati prima del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio, «il prezzo da pagare sarà terribile per il Medio Oriente e per i responsabili di queste atrocità contro l'umanità».

Israele bacchettato

L'attacco di Hezbollah è arrivato a poche ore da un altro avvertimento per Israele. L'artefice dell'intesa, l'inviato della Casa Bianca Amos Hochstein, avrebbe inviato un messaggio esortando Israele a rispettare l'accordo. Secondo indiscrezioni, a Netanyahu è stato contestato, tra l'altro, «il ritorno visibile e udibile dei droni dell'Idf nei cieli di Beirut».

La ramanzina americana si è aggiunta alle critiche di Parigi che domenica, stando ad alcune fonti diplomatiche, ha elencato 52 violazioni israeliane del cessate il fuoco.

L'Idf non nega

I vertici militari israeliani, da parte loro, non nascondono l'attività delle truppe.

L'ufficio stampa dell'esercito lunedì ha postato un riepilogo, confermando di aver effettuato diversi attacchi in Libano nei giorni scorsi, in seguito ad azioni di Hezbollah «che hanno rappresentato una minaccia».

Inoltre, l'Idf ha dichiarato di aver colpito veicoli militari in uno sito di produzione di missili nella valle della Beqaa e altri al confine tra Libano e Siria, utilizzati dai paramilitari sciiti per il trasporto di armi.

La raffica di raid

Secondo l'esercito libanese, uno dei raid ha colpito dentro la base militare di Al-Abbara, e un altro colpo ha ucciso una persona a Marjayoun, vicino al confine meridionale del Libano.

In risposta, un funzionario israeliano, che ha mantenuto l'anonimato, ha ricordato a Francia e Usa che «secondo il 'side document' (firmato da Stati Uniti e Israele parallelamente all'intesa sulla tregua) Tsahal ha il diritto di agire se c'è una minaccia immediata. E questo vale in tutto il Libano».

Alla fine della giornata, poi, l'annuncio dell'Idf della nuova raffica di raid sui sei villaggi, che secondo i media libanesi avrebbe provocato feriti, in risposta ai colpi di mortaio di Hezbollah.

Intanto al sud, sul fronte di Gaza, i combattimenti non si fermano. Secondo il segretario dell'Onu Antonio Guterres, la Striscia conta attualmente «il maggior numero di bambini amputati per abitante al mondo».

Negli USA proteste e cordoglio

Nel frattempo, a New York, davanti alla sede delle Nazioni Unite manifestanti hanno chiesto che l'organizzazione condanni le atrocità commesse da Hamas contro le donne il 7 ottobre e che venga chiesto il rilascio immediato di 13 donne tenute in ostaggio a Gaza da allora.

Il presidente uscente degli Usa Joe Biden si è dichiarato «devastato e indignato» nell'apprendere che l'Idf ha dichiarato la morte del soldato israelo-americano Omer Neutra, ucciso il giorno del massacro e portato a Gaza.

«Originario di Long Island, Omer aveva in programma di tornare negli Usa per il college. Mi hanno raccontato che i suoi nonni erano sopravvissuti all'Olocausto», ha detto, «oggi l 'America è in lutto per la scomparsa di Omer».

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