Guerra in Ucraina Putin vede progressi nei colloqui, ma il mondo è scettico

SDA

11.3.2022 - 22:00

«La Russia non inizia le guerre, le finisce»: manifesto a Sinferopoli, Crimea.
«La Russia non inizia le guerre, le finisce»: manifesto a Sinferopoli, Crimea.
Keystone

Mentre le bombe russe continuano a cadere sull'Ucraina, Vladimir Putin fa balenare la speranza di una fine della guerra parlando di «progressi» sul fronte diplomatico.

Ma Kiev smentisce e l'Occidente mostra chiaramente di non credere alle parole del capo del Cremlino, memore tra l'altro delle promesse di non volere invadere il Paese vicino fatte fino a poche ore prima che le truppe di Mosca varcassero il confine.

Proprio a quella decisione fatale si riferisce una misteriosa vicenda di cui parlano due noti giornalisti investigativi russi, Andrei Soldatov e Irina Borogan, secondo i quali Putin si sarebbe reso conto di avere ricevuto dai suoi servizi segreti informazioni troppo ottimiste sulla imminente invasione.

Per questo, secondo quanto riferisce il sito dissidente Meduza, avrebbe disposto gli arresti domiciliari di due dirigenti dell'intelligence, il generale Beseda e il suo vice, a capo della quinta divisione della Fsb, l'organismo dei servizi incaricati di fornire informazioni su quello che attendeva le truppe russe oltre confine.

Ora il leader russo parla di «progressi nei colloqui russo-ucraini che si svolgono praticamente ogni giorno». «Come mi hanno riferito i nostri negoziatori, c'è stato qualche sviluppo positivo», insiste lo Zar, ricevendo il suo più fidato alleato, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, per un colloquio-maratona di cinque ore.

Toni molto diversi da quelli cupi che dominavano dopo l'incontro svoltosi il giorno prima ad Antalya tra i ministri degli Esteri russo e ucraino. Tocca al portavoce di Putin, Dmitry Peskov, spiegare quali sono le condizioni poste agli ucraini per mettere fine alle ostilità, cioè «il riconoscimento della Crimea come terra russa e la fine dell'avanzamento della Nato» verso i confini russi.

Kiev, aggiunge Peskov, ne sta discutendo «con i suoi consiglieri, in primo luogo gli Usa e i Paesi dell'Unione europea». Se tali richieste verranno accettate «allora tutto finirà».

Immediata e scettica la reazione dell'Occidente

Immediata, e molto scettica, la reazione dell'Occidente: Putin «non ha mostrato segni di volersi impegnare in una seria diplomazia», afferma da Bucarest il vice presidente americano Kamala Harris, avvertendo che «ci sono 2.000 soldati americani pronti a difendere la Nato». Mentre da Versailles, al termine del vertice della Ue, anche il presidente del Consiglio Mario Draghi si dichiara convinto che il leader russo «non vuole la pace» e che il suo piano «sembra essere un altro».

Infine è la stessa Ucraina a smentire le parole del capo del Cremlino: i colloqui tra la Russia e l'Ucraina finora hanno prodotto «progressi zero», afferma il presidente Volodymyr Zelensky, che tuttavia, in un'intervista a Bloomberg Television, ribadisce la disponibilità di Kiev a fare un compromesso accettando uno status neutrale del Paese in cambio di garanzie sulla sicurezza.

Un modo per dire che la strada delle trattative rimane aperta, anche se finora Putin ha rifiutato quell'incontro al vertice più volte proposto dallo stesso Zelensky, Anche il presidente finlandese, Sauli Niinisto, in un colloquio telefonico di un'ora ha fatto appello al capo di Stato russo perché accetti un faccia a faccia con quello ucraino, nella speranza che possa dare l'avvio ad un vero dialogo.

Anche la Cina, dicendosi «profondamente preoccupata», afferma che sono necessari i «massimi sforzi» per aiutare la Russia e Ucraina a «portare avanti i negoziati per un cessate il fuoco». Ma dal Cremlino, al di là delle generiche dichiarazioni ottimiste di Putin, non arrivano segnali di disponibilità ad un incontro con Zelensky. Un colloquio al vertice, afferma Mosca, deve essere preparato dai negoziatori dei due Paesi attraverso le trattative in Bielorussia.

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