Svizzera Statuto di protezione S per i profughi ucraini, già registrati in 2100

ATS / sam

11.3.2022

Le persone in fuga dall'Ucraina a causa della guerra riceveranno in Svizzera lo statuto di protezione S. I profughi otterranno così rapidamente un diritto di soggiorno, senza dover percorrere una strategia d'asilo ordinaria.

ATS / sam

La misura, preannunciata già settimana scorsa, è stata confermata oggi dal Consiglio federale dopo aver incassato ampio sostegno in fase di consultazione.

Sull'arco di due settimane, scrive il governo in un comunicato, oltre due milioni di persone hanno lasciato l'Ucraina in direzionedello spazio Schengen, nel quale i cittadini ucraini possono entrare senza visto e muoversi liberamente per 90 giorni. «La maggior parte di esse si trova in Polonia, ma oltre 2100 si sono già registrate nella Confederazione», ha precisato durante una conferenza stampa a Berna la consigliera federale Karin Keller-Sutter.

Un crescente afflusso di persone che cercheranno rifugio in Svizzera è da mettere in conto. «Non sappiamo in quanti e quando arriveranno, bisognerà perciò dare prova di flessibilità e pragmatismo», ha avvertito la titolare del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

Prima esperienza

Per poter offrire una protezione rapida e semplice, l'esecutivo ha dunque attivato per la prima volta lo statuto S «dalla prossima mezzanotte», ha precisato Keller-Sutter. «Non essendoci alcuna esperienza precedente con questo strumento non potrà tutto essere perfetto», ha messo le mani avanti la ministra sangallese.

Esso consente di accordare protezione collettiva a un determinato gruppo di individui esposti a un grave pericolo generale, in particolare durante un conflitto.

Tale statuto corrisponde in ampia misura alla soluzione adottata dagli Stati dell'Ue. Permette di conferire agli interessati un diritto di soggiorno di un anno, prorogabile, e prevede il ricongiungimento familiare.

Provvedimento approvato dalla maggior parte dei Cantoni

Già venerdì scorso, il Consiglio federale si era pronunciato a favore dell'attivazione dello statuto S, fermo restando l'approvazione dei Cantoni, che sono stati consultati questa settimana insieme ai comuni, alle città, alle istituzioni di soccorso e all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). Il provvedimento è stato approvato a grande maggioranza.

«Confederazione e Cantoni sono in sintonia», ha affermato soddisfatta Keller-Sutter. «Sono sicura che lavorando insieme troveremo una soluzione», si è detta d'accordo la vicepresidente della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS) Marianne Lienhard, che ha tenuto inoltre a ringraziare la popolazione per l'ondata di solidarietà.

A sua volta presente all'incontro con i media, il presidente della Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) Fredy Fässler ha fatto notare come le lodevoli «iniziative private non possano fare a meno del sostegno delle istituzioni statali». Secondo il consigliere di Stato sangallese è importante fornire aiuto «rapidamente, in modo semplice e aggirando la burocrazia».

Non solo ucraini

Oltre ai cittadini ucraini e ai loro familiari, riceveranno lo statuto S pure i cittadini di Stati terzi costretti a scappare a seguito dell'invasione russa, a condizione che prima della loro fuga fossero in possesso di un titolo di soggiorno valido in Ucraina e che un rimpatrio sicuro e durevole non sia possibile. «Una regolamentazione simile è stata adottata dall'Ue», ha indicato Keller-Sutter. Le persone che hanno già ottenuto protezione in un Paese dell'Unione europea non possono beneficiare dello statuto S.

Il Consiglio federale ha inoltre apportato, a livello di ordinanza, qualche adeguamento nella legge sull'asilo, abolendo ad esempio il periodo d'attesa di tre mesi per l'esercizio di un'attività lucrativa e autorizzando l'attività indipendente, ha spiegato Keller-Sutter.

È garantito anche l'accesso completo al mercato del lavoro e all'educazione scolastica. I titolari di uno statuto S potranno tra l'altro viaggiare senza autorizzazione.

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) sta da parte sua vagliando con i Cantoni se occorrano misure per incentivarel'apprendimento delle lingue. «Si potrà discutere prossimamente di una partecipazione finanziaria della Confederazione a questi corsi, ma ora non è una priorità», ha commentato sull'argomento la consigliera federale.

Ottanta milioni

Parallelamente, oggi l'esecutivo ha anche annunciato che aumenterà a 80 milioni di franchi l'ammontare dell'aiuto umanitario in Ucraina e nella regione, sottolineando che a causa dell'invasione russa circa 12 milioni di persone sono in situazione di emergenza.

Molte di loro non hanno ad esempio accesso a elettricità, acqua e cibo. Berna ha già spedito oltre 500 tonnellate di beni di prima necessità in Ucraina, Polonia e Moldova.

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