GuerraAllarme in Ucraina: «Mosca prepara un disastro nucleare a Zaporizhzhia»
SDA
22.6.2023 - 23:10
Allarme nucleare in Ucraina. Secondo Volodymyr Zelensky, la Russia starebbe pensando ad un disastro alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, con catastrofiche conseguenze come a Chernobyl o a Fukushima.
22.06.2023, 23:10
SDA
Il presidente ucraino ha lanciato un sos su Telegram – subito respinto da Mosca come «l'ennesima menzogna» di Zelensky -, affermando di aver già condiviso le relative informazioni di intelligence con i suoi partner internazionali.
«Abbiamo appena ricevuto un rapporto dalla nostra intelligence e dal servizio di sicurezza dell'Ucraina» secondo cui «la Russia sta considerando uno scenario di attacco terroristico alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, un attacco terroristico con rilascio di radiazioni. Hanno preparato tutto per questo. Purtroppo, ho dovuto ricordarvi più volte che le radiazioni non conoscono confini di Stato e chi colpiranno è determinato solo dalla direzione del vento», ha avvertito Zelensky.
Si creerebbe un terreno inabitabile per decenni
A spiegarne il senso ci ha pensato il braccio destro del presidente, Mikhail Podolyak, secondo cui «la Russia non è in grado di mantenere il controllo di Energodar (la città dove si trova la centrale, ndr) nel medio termine e quindi sta valutando un attacco terroristico su larga scala alla centrale di Zaporizhzhia per fermare la controffensiva ucraina e creare una zona grigia sanitaria spopolata, fissa per i prossimi anni, come parte dello status quo territoriale, senza un cessate il fuoco».
Un allarme circostanziato sul piano tecnico dalle parole del direttore di Energoatom, l'ente statale che gestisce la più grande centrale nucleare d'Europa, Petro Kotin, che, ricordando che i russi avevano già minato l'impianto dopo averlo conquistato l'anno scorso per impedire agli ucraini di attaccare, ha detto che il tutto è alla mercé dei russi, di quanto «pensino alla grande».
Perché i sei reattori della centrale sono tutti pieni zeppi di combustibile radioattivo, a cui si sommano i contenitori di quello esausto e di quello fresco.
Situazione «estremamente delicata»
Kotin ha ricordato che ai russi basterebbe far saltare lo stagno di raffreddamento dei reattori, alimentato a sua volta dal bacino in via di svuotamento della diga di Kakhovka, per creare gravi problemi, e che l'unico modo per evitare disastri sarebbe di portare a spegnimento «a freddo» tutti i reattori.
Una situazione di precarietà descritta anche dal direttore dell'Aiea, Rafael Grossi, che l'ha definita «estremamente delicata».
Sferrato un attacco in Crimea
Il drammatico allarme giunge nello stesso giorno in cui l'amministrazione filorussa della Crimea, annessa alla Federazione russa nel 2014, ha denunciato un attacco.
Sono stati colpiti alcuni ponti che collegano la penisola alla provincia ucraina di Kherson, fra cui quello chiave di Chongar, probabilmente per ostacolare la logistica russa.
«Il regime criminale di Kiev ha bombardato in modo disumano le strutture civili, i ponti», ha puntato subito il dito il governatore filorusso della regione Vladimir Saldo, secondo il quale gli ucraini avrebbero usato missili a lungo raggio di fabbricazione britannica Storm Shadow.
«Ci vorranno settimane per ricostruirlo», ha aggiunto. Mentre Kiev, nel suo solito linguaggio volutamente ambiguo, ha parafrasato Majakovskyi: «Se accendono le stelle, vuol dire che c'è un motivo, giusto? Possiamo solo dire che ci sarà una continuazione», ha dichiarato il portavoce dell'intelligence della Difesa Andryi Yusov.
Controffensiva più difficile del previsto?
Secondo Mosca, le forze ucraine hanno già perso 13.000 combattenti dall'inizio della controffensiva e su questo dato non verificabile Vladimir Putin ha elargito il suo sarcasmo: le riserve di soldati di Kiev «non sono infinite» ma «l'Occidente ha deciso di combattere fino all'ultimo ucraino».
Certo la confessata lentezza dell'avanzata ucraina alla riconquista dei territori occupati non è una buona notizia per Kiev e la fermezza degli alleati potrebbe iniziare a vacillare, soprattutto considerando le enormi spese militari garantite finora all'Ucraina come un assegno in bianco.
Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha ricordato con rammarico i ritardi, come sugli F-16, dovuti alle incertezze degli alleati, ma ha ribadito che per il momento trattare con Putin è cosa «impossibile». E Zelensky giovedì ha firmato una legge che vieta l'importazione di libri e musica dalla Russia, dalla Bielorussia e dai territori occupati.