Le missioni del 2020 La Luna, Marte e l’esercito: i progetti spaziali nel mondo

dpa/tafu

24.12.2019

Modello del nuovo lanciamissili Ariane 6 dell’ESA, il cui primo volo è previsto per la fine del 2020.
Modello del nuovo lanciamissili Ariane 6 dell’ESA, il cui primo volo è previsto per la fine del 2020.
Keystone

Bisognerà ancora aspettare quattro anni per vedere la prima donna sulla Luna: questo è almeno ciò che stimano gli esperti negli Stati Uniti. Anche altri paesi hanno dei grandi progetti spaziali, ma le loro intenzioni non sono sempre pacifiche.

Un nuovo rover su Marte, il completamento di una nuova base di lancio, una missione verso il lontano Sole, e forse anche una nuova agenzia spaziale. È lunga la lista dei progetti per il 2020 in tutto il mondo. Eccone una panoramica.

Stati Uniti: La Casa Bianca ha fissato la priorità assoluta della NASA: il prossimo uomo e la prossima donna dovrebbero atterrare sulla Luna entro il 2024, ed entrambi dovranno essere statunitensi, come ha annunciato il vice presidente a stelle e strisce Mike Pence. Il calendario e il budget del programma Artemis sono però ristretti. Il razzo e la capsula di trasporto sono ancora ben lungi dal prendere il volo.

Sulla Luna, si dovrà realizzare una sorta di stazione spaziale che servirà da base per un volo con equipaggio verso Marte, che tuttavia è previsto solo in un futuro lontano. Nel 2020, un nuovo rover senza pilota dovrebbe decollare verso il pianeta rosso. Il nome attuale della missione è «Mars 2020». Il robot è sviluppato sulla base del rover Curiosity lanciato nel 2012.

Cosmonauti sulla Luna

RUSSIA: Mosca spera che i lavori di costruzione del cosmodromo di Vostotchny, situato vicino alla frontiera cinese, si concludano finalmente nel 2020. La realizzazione del centro si trascina da tempo, anche se l’equipaggiamento è già in uso dal 2016 e alcuni razzi sono già partiti. Ultimamente, il Cremlino ha criticato le ingenti spese di diversi miliardi di rubli per questi lavori, fuoriuscite attraverso canali oscuri.

L’obiettivo più ambizioso dei russi nei prossimi anni resta quello di un volo verso la Luna. Il primo cosmonauta dovrebbe atterrare sul nostro satellite nel 2031. Alcuni ingegneri lavorano attualmente allo sviluppo di un razzo pesante, capace di trasportare dei componenti di maggiori dimensioni.

In parallelo, sono previsti altri voli verso la Stazione spaziale internazionale (ISS). L’agenzia spaziale russa Roscosmos intende avvicinarsi per il momento all’avamposto orbitale. Per i voli con equipaggio verso questa destinazione, la Russia vorrebbe in futuro cooperare con altri paesi, come la Turchia e l’Arabia Saudita. Sono in corso anche altri progetti di ricerca, per esempio per determinare come l’energia nucleare possa essere utilizzata nello spazio per la propulsione dei razzi o come i detriti spaziali possano essere eliminati anche al di sopra della Terra.

Un concorrente cinese per l’ISS

CINA: La seconda potenza economica mondiale prosegue in un ambizioso programma spaziale che punta anche a Marte e alla Luna. Soltanto lo scorso gennaio, una sonda cinese si è posata per la prima volta sul volto nascosto del satellite terrestre.

Chang’e 4 sarà seguita da un’altra missione non abitata, che punta a portare sulla Terra dei campioni rocciosi. Al più tardi nel 2030, un cinese dovrebbe poter poggiare i piedi per la prima volta sul satellite terrestre.

Il lancio su Marte della prima missione di Pechino è previsto per il 2020. Durante l’estate, un rover partirà per un viaggio di circa otto mesi verso il pianeta rosso. Potrebbe aver luogo anche il lancio del primo modulo della nuova stazione spaziale cinese. Sarà più piccolo dell’ISS, che pesa 240 tonnellate.

Tianhe-1, il cui peso dovrebbe aggirarsi tra le 60 e le 100 tonnellate,  comprenderà un nucleo e due moduli di sperimentazione. Potrà accogliere più a lungo tre astronauti cinesi e fino a sei persone nel corso dei cambi di equipaggio. La stazione sarà accompagnata da un telescopio spaziale che potrà essere aggiunto a fini di approvvigionamento e di manutenzione.

Questo modello mostra che aspetto avrà la stazione spaziale cinese Tianhe- 1.
Questo modello mostra che aspetto avrà la stazione spaziale cinese Tianhe- 1.
Bild: AFP/ong mi/Imaginechina

EUROPA: In Europa, il decollo del nuovo lanciamissili Ariane 6 è al centro delle attese per il 2020. Il suo primo volo è previsto per la fine dell’anno prossimo. Il suo predecessore, Ariane 5, è in servizio da più di 20 anni. Nel 2020, la sonda Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea (ESA) dovrebbe ugualmente essere lanciata a fini di esplorazione solare, focalizzando le ricerche sul vento solare. Sarebbe così più facile predire le condizioni metereologiche nello spazio. I venti solari violenti possono infatti danneggiare i satelliti.

Buone notizie per l’ESA sono giunte dalla conferenza del consiglio ministeriale che si è tenuta a fine novembre: i 22 Stati membri hanno aumentato il budget in maniera inattesa, facendolo salire a 14,4 miliardi di euro per gli anni a venire.

In particolare è stata approvata la missione di difesa antiasteroidi Hera. L’obiettivo è di calcolare se sia possibile deviare gli asteroidi – e se sì, come – di modo che non entrino in collisione con la Terra.

L’osservazione del nostro pianeta continuerà a giocare un ruolo importante. Sono per esempio previste misure più attente per le emissioni di CO2. I viaggi spaziali dovrebbero ugualmente contribuire all’acquisizione di conoscenze sul cambiamento climatico. L’ESA partecipa inoltre alla missione lunare della NASA.

INDIA: Il programma spaziale indiano è diventato particolarmente ambizioso con l'interesse del Primo ministro nazionalista Narendra Modi, che intende dimostrare che il suo paese guadagna importanza sulla scena internazionale.

Quest’anno, il budget è stato aumentato di più del 15% per raggiungere circa 1,6 miliardi di euro (circa 1,75 miliardi di franchi). Nel 2020, in particolare, è prevista una missione solare, mentre l'India vorrebbe inviare i suoi astronauti nello spazio nel 2021. Dovrebbero seguire una missione verso Venere e lo sviluppo di una stazione spaziale.

Alcuni esperti criticano le somme colossali investite nei grandi progetti spaziali da parte di questo paese emergente di 1,3 miliardi di abitanti, quando numerose persone vivono ancora nella miseria.

Altri sottolineano che il programma è considerato come particolarmente redditizio, per via del costo relativamente basso dei salari. Numerosi satelliti di altri paesi vengono già lanciati nello spazio dall’India.

GIAPPONE: La nazione dell’alta tecnologia vorrebbe partecipare alla missione diretta dalla NASA, che prevede la costruzione di una stazione spaziale sull’orbita lunare a partire dalla metà degli anni 2020. Il Giappone e gli Stati Uniti sono di recente giunti all’accordo di intensificare le loro attività spaziali congiunte, al fine di permettere un giorno l’esplorazione umana di Marte.

Sulla strada per il progresso con Toyota

La JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, sta preparando due nanosatelliti per la missione lunare statunitense Artemis. Anche il Giappone spera di poter inviare un giorno i suoi astronauti sulla Luna. Nei prossimi anni, la JAXA intende sviluppare un rover che sarà inviato sulla Luna nel 2029 con il più grande costruttore automobilistico del paese, Toyota.

Inoltre, la terza economia mondiale investe nello sviluppo di diversi satelliti che saranno utilizzati tra gli altri per la ricerca sul cambiamento climatico mondiale.

FILIPPINE: Le Filippine non hanno un’agenzia spaziale. Nell’agosto 2019, una legge adottata nel paese asiatico ha approvato la creazione di un'agenzia, di cui si stanno ponendo le basi. L’ente deve mettere insieme obiettivi e tecnologie esistenti e fare nuovi sforzi in ambito spaziale. Non si sa ancora quando tutto questo potrà cominciare.

FRANCIA: Come per altri paesi, la creazione di una forza spaziale è un obiettivo importante per la Francia, che dev’essere convenientemente equipaggiata per l’approdo nello spazio. Il presidente Emmanuel Macron l’estate scorsa ha annunciato il lancio di un comando militare dedicato allo spazio. Si tratta in particolare di sviluppare le capacità di sorveglianza. Uno degli obiettivi è così quello di proteggere meglio i satelliti contro eventuali attacchi, per esempio con armi laser speciali. La Francia intende ugualmente investire in nanosatelliti di sorveglianza, capaci di pattugliare l’Universo.

L’avanzata della Francia è una novità in Europa. Il programma dovrebbe essere operativo da qui al 2030. Anche Paesi come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e l’India sviluppano le loro capacità in fatto di guerra spaziale.

La corsa alla Luna

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