G20I grandi leader mondiali dicono no al protezionismo di Trump
SDA
19.11.2024 - 21:04
Alla vigilia dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, e nello scenario di conflitti e incertezza geopolitica, dal G20 di Rio si è levato un chiaro no alla ricetta di dazi e protezionismo del tycoon americano.
19.11.2024, 21:04
19.11.2024, 21:05
SDA
Un forum che il presidente cinese Xi Jinping ha usato per cercare nuove sponde tra gli alleati di Washington in Europa e Sudamerica e imbastire uno scudo contro le politiche commerciali aggressive promesse dal Trump 2.0.
Una tessitura, quella di Xi, che ha incontrato la disponibilità di numerosi interlocutori, da Sholz a Macron, da Milei a Lula, visto che le indicazioni del presidente eletto non minacciano di colpire solo i beni in arrivo dal Dragone con tariffe del 60% ma anche le merci provenienti dal resto del mondo con dazi del 10 o 20%, in una recrudescenza delle misure che già si abbatterono anche sull'acciaio e l'alluminio dell'Unione europea durante la prima amministrazione Trump.
E di fronte alle quali i 27 stanno cercando di rendere più competitive le loro economie, mentre l'accordo di libero scambio Ue-Mercosur sembra di nuovo più lontano.
Un manifesto contro il protezionismo trumpiano
Per consentire «al commercio e agli investimenti di realizzare pienamente il loro potenziale e di agire come motori della crescita e della prosperità globale», hanno sottoscritto i leader del G20 nel loro comunicato finale, «occorre un sistema commerciale multilaterale basato su regole, non discriminatorio, equo, aperto e inclusivo, sostenibile e trasparente, con l'Organizzazione mondiale del commercio al centro».
Un'architettura con «condizioni di parità e concorrenza leale, in linea con le regole dell'Omc». Insomma, un manifesto contro la deriva trumpiana.
Xi a colloquio con Scholz, Macron, Milei, e Lula
Ma al di là delle dichiarazioni, i leader si sono anche più pragmaticamente impegnati in una girandola di bilaterali, soprattutto l'iperattivo Xi, deciso a correre ai ripari di fronte alle crescenti preoccupazioni per le politiche Usa.
Al cancelliere tedesco Olaf Scholz, il cinese ha chiesto un aiuto a Bruxelles per sciogliere il nodo dei dazi sulle e-car made in China il prima possibile, assicurando che la Cina «è pronta a lavorare con la Germania per consolidare la partnership strategica complessiva».
Col francese Emmanuel Macron ha condiviso il desiderio di vedere «una pace duratura in Ucraina», mentre con l'argentino Javier Milei – che con una foto pubblicata su X ha tenuto a mettere plasticamente in evidenza la distanza con Lula e «i comunisti» e il suo abbraccio con Trump – il mandarino «ha trattato temi rilevanti per le relazioni bilaterali includendo la cooperazione costruttiva e l'estensione delle relazioni commerciali».
Nel pomeriggio poi Xi ha visto il presidente brasiliano nella capitale. A differenza del protocollo abituale, secondo cui le visite dei leader a Lula da Silva vengono ospitate a Palazzo Planalto, questa volta, su richiesta della sicurezza di Pechino, l'incontro si è tenuto nella residenza ufficiale dell'Alvorada.
Un'occasione per sottoscrivere col socio del club del Brics intese bilaterali, memorandum e accordi di cooperazione in vari settori, quali l'industria automobilistica, l'agricoltura, il commercio e l'industria.