USA Musk irrita lo staff di Trump: c'è una crisi costituzionale in vista?

SDA

17.11.2024 - 19:52

Donald Trump e Elon Musk.
Donald Trump e Elon Musk.
Keystone

Il «first buddy» Elon Musk, diventato il miglior amico del presidente eletto, inizia a irritare lo staff di Donald Trump.

Keystone-SDA

La sua costante presenza e la sua influenza non piace al transition team, che gli rimprovera la mancata conoscenza su come funziona Washington e, soprattutto, il suo stile non ortodosso. Il sostegno pubblico del miliardario a Howard Lutnick per il ruolo di segretario al Tesoro è stato solo l'ultimo episodio in ordine temporale che ha frustrato i consiglieri del tycoon perché ha esposto la battaglia interna in corso sulla nomina.

Musk, però, incarna quella figura 'rivoluzionaria' in grado di cambiare lo status quo che Trump vuole imporre a Washington con le sue nomine, molte delle quali continuano a far discutere. È il caso Matt Gaetz, definito da alcuni dei suoi ex colleghi della camera come il più inviso del Congresso. Nonostante le polemiche il presidente eletto non molla: vuole la conferma di Gaetz al Senato «al 100%», hanno riferito alcune fonti.

Scontro interno

La scelta però spacca i repubblicani: almeno 30 senatori non lo ritengono qualificato per l'incarico, e molti altri chiedono la pubblicazione del rapporto della commissione etica della Camera sull'indagine che ha riguardato l'ex deputato della Florida, accusato, fra l'altro, di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne. Lo speaker della camera Mike Johnson invece ribadisce che il rapporto non va pubblicato perché Gaetz si è dimesso ed è ora un «privato cittadino».

Domande anche su Gabbard, Hegseth e Kennedy

La bufera continua anche sulle nomine di Tulsi Gabbard a capo dell'intelligence e su quella alla guida del Pentagono di Pete Hegseth, accusato di aggressione sessuale. Il legale dell'ex anchor ha spiegato che Hegseth ha pagato la sua accusatrice per evitare di essere licenziato da Fox ma nega tutte le accuse nei suoi confronti.

Non sembra avere una strada di conferma facile neanche Robert F. Kennedy Jr, nominato alla sanità. Il suo essere anti-vax continua a esporlo a violente critiche da parte degli esperti. E la sua foto a bordo dell'aereo di Trump mentre mangia cibo McDonald's insieme al futuro presidente e Musk - di ritorno dall'evento al Madison Square Garden - fa discutere, considerato l'impegno di Rfk a fare dell'America un posto più verde e salutare.

All'alba di una crisi costituzionale?

Le loro conferme, secondo alcuni osservatori, rischiano di innescare una crisi costituzionale se Trump dovesse chiedere e ottenere dal Senato la conferma applicando la clausola che consente al presidente di fare nomine temporanee quando l'alta camera non è in sessione.

Un iter che non sembra spaventare The Donald, impegnato a completare la sua squadra di governo. Mentre non appare ancora chiaro cosa sarà del Dipartimento dell'Istruzione - che in campagna elettorale si è impegnato ad abolire - la battaglia che sta consumando lo staff è sul segretario al Tesoro.

In corsa ci sono Scott Bessent, che ieri ha parlato con Elon Musk dopo l'endorsement del miliardario al rivale, e Lutnick: i loro alleati, con un susseguirsi di rivelazioni e colpi bassi, stanno cercando di favorirli agli occhi di Trump, l'ultimo a decidere e quasi sempre sulla base del suo istinto.

Lo scontro in atto potrebbe far emergere un terzo candidato. E i nomi che circolano sono quelli di Robert Lighthizer, del senatore Bill Hagerty e dell'amministratore delegato di Apollo Global Management Marc Rowan.

Biden incontra Xi Jinping

Mentre il Trump 2.0 prende forma, Joe Biden è impegnato nei suoi ultimi vertici internazionali. Prima di volare in Brasile per il G20 - con una sosta a Manaus per fare il check sulla foresta amazzonica e inviare così indirettamente un messaggio sull'impegno degli Stati Uniti sul clima - l'81enne ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a margine dei lavori dell'Apec. Un faccia a faccia sotto l'ombra di Trump, che ha minacciato Pechino di una nuova stangata sui dazi.

«La Cina - ha detto Xi guardando ai prossimi mesi - è pronta a lavorare con la nuova amministrazione americana per mantenere la comunicazione, espandere la comunicazione e gestire le differenze».