In lotta con la Disney DeSantis ai minimi nei sondaggi, il rivale di Trump, che intanto se la ride, perde colpi?

Jan-Niklas Jäger

3.5.2023

Ron DeSantis (a destra) con la moglie Casey DeSantis dopo un incontro con il Primo ministro giapponese Fumio Kishida a Tokyo il 21 aprile 2023.
Ron DeSantis (a destra) con la moglie Casey DeSantis dopo un incontro con il Primo ministro giapponese Fumio Kishida a Tokyo il 21 aprile 2023.
KEYSTONE/Kimimasa Mayama/Pool Photo via AP

Ron DeSantis sembrava aver superato Donald Trump ed essere diventato il leader dei Repubblicani. Ma sei mesi dopo il suo grande successo alle elezioni di Midterm, il governatore della Florida è in crisi.

Jan-Niklas Jäger

3.5.2023

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Il governatore della Florida Ron DeSantis sta crollando nei sondaggi.
  • Dopo il suo trionfo alle elezioni di Midterm dello scorso novembre, DeSantis è stato a lungo considerato il principale possibile rivale di Donald Trump per la nomination presidenziale repubblicana.
  • Ma Trump sta dominando gli ultimi sondaggi, anche grazie al processo in corso contro di lui per il pagamento all'attrice porno Stormy Daniels.
  • Il conflitto di Ron DeSantis con la Disney potrebbe decidere il suo futuro politico.

Lo scorso novembre, la proclamazione di Ron DeSantis a «nuovo leader del Partito Repubblicano» da parte di Fox News e di altri media conservatori ha fatto scalpore.

Il governatore della Florida aveva appena ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni di Midterm. Nel resto degli Stati Uniti, invece, i repubblicani erano stati per lo più sconfitti.

Di conseguenza, Fox News ha abbandonato l'ex favorito Donald Trump. Il tycoon, allora, ha iniziato a sparare a zero contro il popolare governatore della Florida. È chiaro che l'ex presidente ha ritenuto che DeSantis fosse il suo principale rivale per le presidenziali del 2024, nonostante quest'ultimo ancora oggi non abbia dichiarato ufficialmente la sua intenzione di candidarsi.

DeSantis durante una visita a Londra il 28 aprile. 
DeSantis durante una visita a Londra il 28 aprile. 
KEYSTONE/AP Photo/Alberto Pezzali

DeSantis superato da Trump

Ora, sei mesi dopo, le prospettive di DeSantis non sono più così rosee. Nei sondaggi si è trovato a lungo in parità con Trump, ma l'ex presidente ora gode di un largo vantaggio. 

Nell'ultimo sondaggio del sito statunitense di statistiche «FiveThirtyEight», il tycoon si attesta al 51,1%, DeSantis solo al 23,8%. Fox News vede addirittura Trump al 53% e DeSantis al 21%. .

Tra il novembre 2022 e il febbraio 2023, DeSantis ha addirittura superato più volte Trump. Ma non resta molto di questo slancio. Perfino Fox News si è riconciliata con l'ex presidente.

Il processo ha aiutato Trump

Quale può essere il motivo? Innanzitutto, DeSantis ha dovuto affrontare la concorrenza degli altri sfidanti di Trump. A febbraio, Nikki Haley ha annunciato la sua candidatura. I numeri dell'ex presidente non sono stati influenzati dall'ingresso di Haley nella campagna. Alcuni potenziali elettori di DeSantis, invece, lo hanno disertato per sostenere l'ex governatrice della Carolina del Sud.

Haley però non è riuscita a sfruttare bene il successo iniziale. Il suo annuncio è stato seguito da alcuni titoli negativi. E, di recente, nei sondaggi è rimasta ferma al 4%. Anche l'ex vicepresidente di Trump Mike Pence è migliorato poco.

Trump, invece, è in ripresa, proprio grazie all'evento che aveva suscitato la gioia dei suoi oppositori: è stato incriminato per una possibile violazione delle leggi sul finanziamento delle campagne elettorali. Ma da quel momento i suoi numeri sono aumentati.

I politici e gli elettori conservatori che avevano voltato le spalle a Trump sono stati spinti a opporsi alle accuse contro di lui, che negli ambienti repubblicani erano viste come pilotate dai democratici, e a sostenere nuovamente l'ex star dei reality.

Trionfo grazie alle legge relativamente liberale sull'aborto

Il processo potrebbe essere stato visto negativamente da molta gente. Ma tra gli elettori conservatori sembra aver avuto l'effetto opposto: ha aiutato Trump nella campagna elettorale interna al partito, e il tempismo difficilmente avrebbe potuto essere migliore.

Ma DeSantis deve anche assumersi le proprie responsabilità. La sua vittoria alle Midterm, ad esempio, è stata collegata anche al fatto che la legge sull'aborto vigente in Florida era rimasta relativamente liberale: permetteva di abortire fino alla 15esima settimana. La legge era stata introdotta nell'aprile 2022 sotto DeSantis e rappresentava già un inasprimento di quella precedente.

I repubblicani di altri Stati che avevano introdotto leggi più severe sull'aborto dopo che la Corte Suprema guidata dai conservatori aveva annullato la storica sentenza Roe v. Wade sono stati puniti alle urne. DeSantis, invece, è riuscito ad avere successo.

Un repubblicano che attacca le grandi imprese

Ma ora il suo stesso Congresso gli sta mettendo sempre più i bastoni tra le ruote. A metà aprile, sotto una maggioranza repubblicana, ha approvato un ulteriore inasprimento della legge sull'aborto: ora è legale solo fino alle sei settimane. 

DeSantis si è trovato di fronte a una scelta: o non firmare il disegno di legge, facendo così arrabbiare i suoi colleghi di partito e gli elettori ultra-conservatori, oppure stare al gioco e rinunciarere a uno dei suoi assi nella manica. Ha scelto la seconda opzione.

Inoltre, il governatore al momento sta attirando l'attenzione della stampa statunitense con un conflitto particolarmente controverso. Ha dichiarato apertamente guerra alla Disney.

La sua posizione è estremamente atipica per un repubblicano, perché attaccare la più grande azienda dello Stato invece di promuoverla non è affatto nello spirito del partito «pro-business». Quindi, anche alcuni suoi colleghi sono sorpresi.

Una questione di libertà d'espressione?

«Siamo arrivati al punto in cui se un'azienda esprime un'opinione diversa, viene punita dal Governo?», ha detto recentemente l'ex governatore del New Jersey Chris Christie durante un evento. Christie aveva sperato di vincere la nomination presidenziale repubblicana nel 2016, poco prima dell'ascesa di Donald Trump.

La faida tra il gigante dell'intrattenimento e il governatore è iniziata dopo che l'azienda ha criticato una legge controversa che limita fortemente l'insegnamento dell'educazione sessuale nelle scuole elementari, che avrebbe lo scopo di evitare che i bambini vengano esposti a temi come l'omosessualità o la transessualità.

DeSantis ha risposto privando la Disney di poteri speciali e agevolazioni fiscali precedentemente validi, l'esatto contrario di come governano di solito i repubblicani. Normalmente sono proprio loro a spingere per ottenere questi poteri per le grandi aziende.

«Non c'è tempo per i veri problemi»

I critici come Christie sostengono quindi che il conflitto contraddica l'agenda conservatrice. Sarebbero i Democratici il «partito della cultura dell'annullamento», che interferisce con la libertà di parola delle aziende e degli individui, non i Repubblicani.

Anche i repubblicani del Congresso della Florida stanno iniziando a esprimere il loro disappunto. DeSantis spera che sostengano la sua battaglia. Ma, allo stesso tempo, le proposte di legge dei membri del Congresso vengono spesso accantonate.

«Sono frustrati. Non viene dedicato tempo ai veri problemi», ha dichiarato l'ex senatore dello Stato Jeff Brandes alla rivista «Politico». Molti ritengono che sia giunto il momento che il Congresso diventi un organo legislativo al pari del Governo.

DeSantis si rende vulnerabile

La strategia di DeSantis potrebbe comunque funzionare, alla fine. Per ora non ci sono prove concrete che la lotta contro la Disney gli stia costando la popolarità.

Secondo un nuovo sondaggio, il governatore potrebbe addirittura guadagnare punti tra gli elettori repubblicani. Il 64% di loro ritiene che nel conflitto con la Disney DeSantis sia nel giusto, mentre solo il 37% pensa che stia punendo ingiustamente l'azienda per aver esercitato la sua libertà di espressione.

Tuttavia, più la domanda si fa generale, più il sostegno alla lotta di un politico contro un'azienda diminuisce.

DeSantis sta facendo il gioco di Trump?

Il 63% degli elettori conservatori ha dichiarato di essere meno propenso ad appoggiare un candidato che vuole punire un'azienda per le sue opinioni politiche o culturali rispetto a uno che non lo fa.

Quindi, se il caso DeSantis vs. Disney alla fine gioverà o danneggerà il governatore dipenderà dal modo in cui l'opinione pubblica considererà le sue azioni. Potrebbe pensare che si tratti di una battaglia onorevole oppure di una lotta irrazionale e negativa per la Florida in quanto sede per le aziende. Tutte e due le opzioni sono possibili.

Soprattutto un avversario politico forte come Donald Trump potrebbe, con la giusta inquadratura, far sì che Ron DeSantis improvvisamente non appaia più come un eroico guerriero della cultura, come ama dipingersi. E se Trump ha dimostrato qualcosa, è la sua capacità di mettere in cattiva luce gli avversari.