Mariupol Chi ha bisogno di acqua potabile deve fare i conti con la propaganda del Cremlino

Di Anne Funk

3.6.2022

Gli abitanti della città distrutta di Mariupol ricaricano i propri cellulari nei luoghi pubblici.
Gli abitanti della città distrutta di Mariupol ricaricano i propri cellulari nei luoghi pubblici.
KEYSTONE/EPA/Alessadro Guerra

Dopo l'assedio e i bombardamenti, la città dilaniata di Mariupol è ora invasa dalla propaganda russa. Gli occupanti hanno installato «maxi schermi» nei punti di distribuzione di beni di prima necessità.

Di Anne Funk

La guerra della Russia contro l'Ucraina non si sta combattendo solo fisicamente nelle città, ma è soprattutto una guerra di informazione. Da tempo il Cremlino sta tentando di influenzare la popolazione russa con false informazioni e giustificare così l'aggressione alla nazione vicina.

Ora la propaganda sta assumento una nuova dimensione: nella quasi completamente distrutta città di Mariupol, nella parte sud-orientale dell'Ucraina, la Russia ha installato degli enormi schermi televisivi mobili nei centri di distribuzione di aiuti umanitari per accelerare i suoi sforzi di integrazione dei territori di nuova occupazione.

I «maxi schermi» servono per informare

I «dispositivi di informazione mobile», come vengono denominati questi camion dal Ministero russo della Protezione civile, proiettano sia i telegiornali di Stato russi, che i talk show politici in cui opinionisti sostengono l'invasione.

Gran parte di Mariupol è stata distrutta dal fuoco dell'artiglieria russa, migliaia di persone hanno perso la vita, e ancora mancano acqua corrente ed elettricità.

E ora è proprio lì che la propaganda del Cremlino si sta diffondendo, tra le macerie della vecchia Mariupol. Anche nei pressi delle rovine del teatro, dove in marzo centinaia di persone sono morte dopo un attacco aereo, è stato visto un camion della propaganda.

«Per quasi tre mesi gli abitanti di Mariupol si sono trovati senza poter ricevere informazioni a causa della mancanza di energia elettrica», spiega il Ministero dell'informazione attraverso l’agenzia di stampa russa Tass. «Per la diffusione di informazioni operative, i soccorritori del Ministero della Protezione civile russo hanno utilizzato tre complessi mobili per informare e allertare la popolazione».

Uno di questi schermi è fisso, mentre gli altri due si spostano e diffondono messaggi nelle diverse parti della città. Non si menziona però il fatto che la mancanza di informazioni sia la conseguenza del fatto che la Russia abbia bombardato e assediato la città.

«Non c'è cibo, così li sfamano con le bugie»

Come riporta il quotidiano britannico Guardian, i maxi schermi sono stati piazzati nei luoghi in cui gli abitanti di Mariupol si recano per ricevere gli aiuti umanitari e acqua potabile.

Inoltre gli abitanti riceverebbero dei documenti russi, conseguenza di una legge varata da Putin. L'obiettivo sarebbe quello di accelerare le richieste di cittadinanza di Mariupol e delle regioni ucraine di Kherson e Saporischschja. Una decisione che è già stata criticata come «passaportizzazione», un tentativo, nel quadro dell'annessione di questi territori, per affermare che questi sarebbero già pieni di cittadini russi.

Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco ucraino di Mariupol, definisce «cinismo di altissimo livello» la macchina di propoganda russa, afferma il «Guardian». «In pratica il concetto ‹Non c'è niente da mangiare, quindi sfamiamoli con le bugie›, prende piede». 

Secondo la rivista tedesca «Stern», Andryushchenko ha dichiarato che in luoghi affollati sono stati installati anche dodici televisori con una diagonale di 75 pollici. Anche questi sarebbero stati piazzati nei punti di distribuzione di aiuti umanitari. «Sullo sfondo delle macerie e delle fosse comuni si racconta ora agli abitanti di Mariupol dei presunti miglioramenti e dei crimini dell’esercito ucraino».

Non è solo la guerra di propaganda ad assumere forme assurde, ma anche i progetti che la Russia sembra avere per la città distrutta di Mariupol sono talvolta macabri.

Come riporta tra l'altro «Focus», il destino della città portuale sarebbe quello di diventare una località balneare. Cosa alquanto impensabile di fronte alle distruzioni. Mentre il resto della popolazione lotta per sopravvivere, il sindaco mette in guardia contro un nuovo pericolo: le epidemie.

«Le canalizzazioni non funzionano. Soprattutto in città ci sono sepolture di massa. Durante le piogge estive tutte le sostanze tossiche si riversano nei fiumi, nel mare e nelle sorgenti dalle quali le persone si riforniscono di acqua», afferma il sindaco Vadym Boychenko citato dal «Kyiv Independent».