Guerra in Ucraina Blinken: «Nessun cambio regime a Mosca»

SDA

27.3.2022 - 14:59

Un monumento denominato "Via degli angeli" a Donetsk, in memoria dei 149 bambini finora morti per la guerra nel Donbass.
Un monumento denominato "Via degli angeli" a Donetsk, in memoria dei 149 bambini finora morti per la guerra nel Donbass.
Keystone

Gli Stati Uniti non hanno alcuna strategia per un cambio di regime in Russia, dice il segretario di Stato Antony Blinken all'indomani delle parole del presidente Joe Biden, che ieri ha definito Putin un «macellaio» e un «dittatore» che «non può restare al potere».

Parlando nella sua visita in Israele, Blinken dice di ritenere che «il presidente e la Casa Bianca ieri sera abbiano sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un'aggressione contro l'Ucraina o contro chiunque altro».

Già ieri sera la Casa Bianca aveva precisato le parole di Biden. «Come ci avete sentito dire ripetutamente – aggiunge oggi il segretario Usa -, non abbiamo una strategia per un cambio di regime a Mosca». Ma dal Cremlino immediata era arrivata la replica al discorso di Biden: 'non sta agli Usa decidere chi governa sulle rive della Moscova'.

Macron parlerà con Putin

E oggi il presidente francese Emmanuel Macron dice che non userebbe nei confronti di Putin la parola 'macellaio', e invita a non alimentare una escalation di parole o di azioni, facendo sapere che domani o dopodomani parlerà al telefono con Putin per organizzare un'operazione di evacuazione di civili dalla città di Mariupol.

Da Londra, invece, il segretario all'Istruzione, Nadhim Zahawi, afferma che «sta al popolo russo decidere da chi essere governato»; mentre la Turchia sottolinea che non bisogna bruciare i ponti con Mosca, perché il dialogo deve continuare.

La guerra intanto non conosce soste e, secondo Kiev, dopo aver fallito nel tentativo di prendere il controllo di tutta l'Ucraina, la Russia ora cerca di dividerla in due per creare una regione controllata dal Cremlino. Lo sostiene il capo dell'intelligence militare ucraina, e annuncia che Kiev lancerà presto la guerriglia nel territorio occupato dai russi.

Nell'autoproclamata Repubblica di Lugansk, est del paese, riconosciuta come indipendente insieme a quella di Donetsk, presto potrebbe arrivare un referendum per decidere l'annessione a Mosca. Dalla Duma russa il presidente della commissione Affari delle ex repubbliche sovietiche invita però alla prudenza, sconsigliando una consultazione. «Se ci sarà mai un referendum sarà fasullo», commenta da parte sua Maksim Zhorin, terzo comandante della brigata Azov, originario della città del Donbass, attualmente operativo nell'Oblast di Kiev.

Proseguono i raid russi

Una zona, anche quest'ultima, dove proseguono i raid russi, mentre nella capitale la situazione sta peggiorando e secondo una deputata ucraina le persone stanno morendo di fame e sono costrette a bere acqua di scarico. Il governo ucraino denuncia inoltre l'uso da parte di Mosca di ordigni a grappolo in una zona residenziale nella regione di Donetsk, e riferisce della morte di un altro generale russo, sarebbe il settimo.

Per questo servono per la difesa del paese più armi, e il leader ucraino Zelensky incalza l'Occidente e polemicamente si chiede se non sia Mosca con l'intimidazione a guidare la comunità euroatlantica.

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