Visita storica, la cronaca Biden abbraccia Zelensky a Kiev, «Putin ha fallito»

SDA

20.2.2023 - 21:25

Risuonano le sirene di allarme a Kiev a fine mattinata, mentre Joe Biden e Volodymyr Zelensky attraversano la piazza antistante il monastero di San Michele, nel cuore della capitale ucraina. Il presidente degli Stati Uniti è appena giunto in città per una visita a sorpresa che ha spiazzato tutti. E sono proprio quelle sirene a fermare il momento storico, ricordando che sotto un cielo blu e un sole quasi tiepido di fine inverno Biden è venuto ad abbracciare il leader di un Paese in guerra.

Il commander in chief è venuto a ribadire il sostegno «incrollabile» degli Stati Uniti, «a riaffermare il nostro fermo impegno per la democrazia, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina».

A confermare che l'America rimarrà al fianco di Kiev «per tutto il tempo che serve», proprio alla vigilia dell'anniversario dell'aggressione russa, il 24 febbraio del 2022.

Un evento altamente simbolico, così come l'immagine simbolo di questa giornata storica resterà l'abbraccio fra Biden e Zelensky davanti ad un muro di volti: centinaia e centinaia di fotografie, di uomini e di donne, gli ucraini morti in battaglia dal 2014.

In questa giornata ricorre anche il nono anniversario della rivoluzione di Maidan e si commemora il giorno dedicato agli «eroi», vittime della repressione di quella rivolta.

L'annuncio di Biden

La commozione dei due leader è palpabile durante la passeggiata nel centro di Kiev. Poi, a Palazzo Mariinskyi, Biden annuncia un nuovo pacchetto di aiuti da mezzo miliardo di dollari: includerà più equipaggiamento militare, comprese munizioni di artiglieria, più Javelin e obici.

Rivela che con Zelensky hanno parlato di «armi a lungo raggio e delle armi che potrebbero ancora essere fornite all'Ucraina». Ma soprattutto loda l'eroismo e il coraggio degli ucraini, ricordando quella telefonata con Zelensky un anno fa, quando le forze russe assediavano Kiev e tutto sembrava perduto.

«Mi dicesti che si potevano sentire le esplosioni in sottofondo. Non lo dimenticherò mai. Io chiesi: cosa posso fare? E tu mi rispondesti: metti insieme i leader per sostenere l'Ucraina, chiedi loro di sostenere l'Ucraina. Un anno dopo Kiev resiste, la democrazia resiste, e il mondo resiste con voi. Putin pensava che l'Ucraina fosse debole e che l'Occidente fosse diviso. Pensava di poter avere le meglio su di noi. Ma si sbagliava di grosso e ora sta fallendo».

Zelensky: «Che il 2023 sia l'anno della vittoria»

Sul volto di Volodymyr Zelensky si legge la consapevolezza della portata del momento: «Questa visita ci porta più vicini alla vittoria», dice, «è la visita più importante nell'intera storia delle relazioni fra l'Ucraina e gli Stati Uniti».

I suoi risultati «si vedranno sul campo di battaglia», aggiunge, «speriamo che quest'anno 2023 diventi un anno di vittoria». Lo ha voluto fortemente Zelensky questo momento: Kiev chiedeva da tempo una visita di Biden, stando a fonti governative ucraine è stata preparata in poco tempo, una settimana circa, nella massima riservatezza, attraverso i canali dei più stretti collaboratori del presidente, il suo chief of staff Andriy Yermak, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

Washington ha pensato al resto dal suo lato per ridurre il rischio ad un livello «gestibile». Una missione «storica e senza precedenti in tempi moderni», ma anche «rischiosa», ha sottolineato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, svelando che i russi sono stati avvertito solo qualche ora prima per evitare «incidenti» che potessero portare a uno scontro diretto tra le due potenze nucleari.

Una visita con un grande valore simbolico

Ne è valsa la pena però, se per la sua forza simbolica c'è già chi paragona questa visita a quella di JFK al Muro di Berlino nel 1961, in piena crisi con l'allora Unione Sovietica.

C'è poi il valore di quel pressing per una strada verso la pace – non confermato ufficialmente ma da più parti considerato a questo punto scontato – se è vero, come del resto ha riferito ancora Sullivan, che i due leader a colloquio hanno affrontato il tema dei «prossimi mesi di guerra, di ciò di cui l'Ucraina ha bisogno per difendersi», ma anche del processo «verso una pace giusta e durevole».

Mosca e Pechino si parlano

Il calendario dei prossimi giorni fissa ancor meglio l'importanza della missione di Biden: nelle prossime ore ci sarà l'atteso discorso di Vladimir Putin davanti al Parlamento su quella che Mosca definisce «l'operazione militare speciale» in Ucraina, mentre il leader statunitense, subito dopo, si rivolgerà al mondo intero dal castello di Varsavia.

Cresce l'attesa anche per gli sforzi di mediazione della Cina: domani l'inviato di Pechino Wang Yi si presenterà al Cremlino per parlare del piano di pace messo a punto da Xi Jinping, e lo stesso presidente cinese prenderà la parola in occasione del primo anniversario del conflitto.

Meno di sei ore pre scrivere un capitolo di Storia

Il cessato allarme a Kiev arriva proprio mentre si conclude la conferenza stampa congiunta di Biden e Zelensky, un'ora e mezza in tutto. Poco dopo il presidente degli Stati Uniti lascia la capitale.

Ci è rimasto meno di sei ore, la traccia lasciata nella Storia potrebbe risultare però indelebile. Mentre nel 'vicolo dei coraggiosi' a Kiev compare la targa con inciso il nome del presidente americano assieme con la data di inizio dell'invasione russa e quella di oggi.

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