Affari e scandali Berlusconi amava la Svizzera, ma aveva imparato a odiarla

tafi

12.6.2023

L'allora presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi con l'allora presidente della Confederazione Doris Leuthard a Roma nel maggio 2010.
L'allora presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi con l'allora presidente della Confederazione Doris Leuthard a Roma nel maggio 2010.
KEYSTONE

Silvio Berlusconi aveva un rapporto ambivalente con la Svizzera. L'ex primo ministro italiano, morto oggi all'età di 86 anni, nella vita privata amava le feste e la chirurgia plastica, ma politicamente era in lotta con la magistratura.

tafi

Non hai tempo? blue News riassume per te

  • Silvio Berlusconi è morto lunedì mattina all'età di 86 anni.
  • L'ex primo ministro italiano aveva un rapporto privilegiato con la Svizzera.
  • Nella sua vita privata, Berlusconi amava e lodava il nostro Paese, ma politicamente c'erano sempre problemi, anche a causa delle indagini sulla corruzione.

L'ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi è morto lunedì mattina all'età di 86 anni. Il controverso politico e magnate dei media aveva più volte occupato la Svizzera con i suoi numerosi affari e scandali.

Ma per quanto intima fosse la relazione, le scintille volavano altrettanto spesso. Da un lato, Berlusconi non si stancava di assicurare al nostro Paese il suo amore: «È la mia seconda casa». D'altra parte, nei suoi quattro mandati da premier – nove anni in tutto – non è mai riuscito a farci una sola visita di Stato.

Nella vita privata, invece, il «Cavaliere» era un nostro ospite assiduo: spesso festeggiava a St. Moritz o si sottoponeva a interventi di chirurgia estetica a Gravesano, come ricorda il «Blick». Inoltre tre dei cinque figli di Berlusconi sono nati ad Arlesheim (nel semicantone di Basilea Città) e anche cinque dei suoi nipoti sono nati in Svizzera.

I primi soldi provenivano da conti svizzeri

Il rapporto speciale di Berlusconi con la Svizzera è iniziato da bambino. Suo padre Luigi fu internato per diversi anni a Eriswil, nel Canton Berna. In seguito, Berlusconi senior utilizzò il sistema bancario svizzero per fornire al figlio i finanziamenti per le sue prime attività imprenditoriali di rilievo, compresi gli intrecci con Cosa Nostra.

Berlusconi ha costruito il suo impero commerciale con finanziatori anonimi e flussi di denaro opachi provenienti proprio dalla Confederazione. Gli intrecci sono diventati così intimi nel corso dei decenni che la magistratura italiana ha ripetutamente chiesto assistenza amministrativa a Berna durante le indagini contro l'ex premier.

L'assistenza legale svizzera non piaceva a Berlusconi

Secondo «20 Minuten», la Svizzera ha fornito assistenza legale in decine di casi. Questo nonostante gli avvocati di Berlusconi siano spesso arrivati fino al Tribunale federale per contrastare la consegna dei documenti bancari.

Nel 2005, il Ministero pubblico della Confederazione ha avviato un'indagine sul riciclaggio di denaro. Tuttavia, il procedimento è stato interrotto nel settembre 2011. Gran parte delle accuse erano cadute in prescrizione.

Il Cavaliere è stato condannato in via definitiva in Italia nel 2012 per la vicenda Mediaset. Tre dei quattro anni di carcere inflitti dal tribunale di primo grado sono stati cancellati. Il gruppo Mediaset, di sua proprietà, era stato accusato di aver acquistato diritti cinematografici a prezzi gonfiati per depositare denaro nero in conti bancari segreti. Una complessa rete di società offshore fungeva da copertura.

Polemiche e crisi

Dal punto di vista politico, le indagini e l'assistenza legale elvetica non furono prive di conseguenze: durante il mandato di Berlusconi, i rapporti tra Roma e Berna a volte sono stati gelidi. La Svizzera ha congelato i conti dell'impero commerciale dell'ex premier e ha confiscato diversi milioni di franchi svizzeri. Il Governo di Berlusconi ha reagito con un accanimento politico nell'assistenza legale reciproca tra i due Paesi.

Qualche anno dopo, ci fu una controversia sulla tassazione dei frontalieri in Ticino, che fu commentata dall'allora ministra degli Esteri Micheline Calmy-Rey così: «Abbiamo una crisi con l'Italia in ambito fiscale». Controversia risolta solo dopo la fine del mandato da premier di Berlusconi.