Guerra in Medio Oriente Assalto finale a Khan Yunis, Israele è a caccia di Yahya Sinwar

SDA

6.12.2023 - 21:30

Il fumo aumenta a seguito degli attacchi nel sud di Gaza, visto da Be'eri in Israele.
Il fumo aumenta a seguito degli attacchi nel sud di Gaza, visto da Be'eri in Israele.
KEYSTONE

È partito l'assalto finale di Israele a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia. L'esercito sta intensificando le sue operazioni, le unità speciali e i commando della 98/a divisione combattono strada per strada per dare la caccia «ai terroristi».

A partire da Yahya Sinwar, il leader della fazione islamica ritenuto il primo responsabile dell'attacco del 7 ottobre, e dall'imprendibile Mohammed Deif, capo delle Brigate al Qassam, l'ala miliare dell'organizzazione.

L'esercito ha circondato la casa di Sinwar, dove però di lui non c'è traccia: sembra invece essersi nascosto da qualche parte nella rete dei tunnel sotto Gaza.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu però è determinato: «Ho già detto che le nostre forze possono raggiungere chiunque nella Striscia di Gaza. Ora stanno circondando la casa di Sinwar. Non è la sua fortezza e può scappare. Ma è solo questione di tempo prima che lo prendiamo».

Non è il momento per un nuovo cessate il fuoco,

Non è il momento per un nuovo cessate il fuoco, hanno ribadito anche gli Stati Uniti, convinti che una tregua ora «non solo rafforzerebbe Hamas ma, in qualche modo, validerebbe gli attacchi del 7 ottobre».

Concordi con le dichiarazioni americane, fonti della sicurezza israeliana hanno aggiunto che potrebbe volerci fino a un mese prima che venga esercitata una pressione militare su Hamas sufficiente ad aprire una nuova finestra per una tregua e al conseguente rilascio dei 138 ostaggi ancora prigionieri a Gaza.

Secondo le stesse fonti, inoltre, per raggiungere questo obiettivo le operazioni militari dovranno continuare sia nel nord che nel sud della Striscia.

L'esercito d'Israele preme per stroncare la struttura di Hamas

L'esercito – che finora conta 84 soldati morti – continua infatti ad aumentare la pressione per disarticolare la struttura militare di Hamas e delle altre fazioni armate palestinesi, in tutta la Striscia, anche se la strada appare ancora lunga.

Lo testimonia la nuova scoperta nel nord di un deposito di armi definito dall'esercito uno «dei maggiori» di Hamas e che custodiva «centinaia di lanciagranate, decine di missili anti tank e di esplosivi, razzi a lunga gittata, granate e molti droni», ha fatto sapere il portavoce militare.

«Tutte le strutture terroristiche sono state trovate vicino a edifici civili nel cuore della popolazione», ha sottolineato, indicando ancora una volta questa circostanza come «prova ulteriore che Hamas usa i residenti di Gaza come scudi umani».

Non sarà l'Autorità nazionale palestinese a controllare Gaza

E sul futuro destino della Striscia, Netanyahu ha poi ribadito che, finché sarà lui premier, non sarà l'Autorità nazionale palestinese a controllare Gaza.

«Coloro che educano i propri figli al terrorismo, lo finanziano e ne sostengono le famiglie non saranno in grado di governare Gaza dopo la fine di Hamas», ha tuonato, replicando al presidente Abu Mazen che si sarebbe detto pronto a riprendere il controllo della Striscia una volta terminato il conflitto nell'enclave palestinese.

E mentre Hamas continua a lanciare razzi verso il sud di Israele, al nord Hezbollah ha rivendicato 11 attacchi dal territorio libanese, ormai vero e proprio secondo fronte del conflitto.

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno risposto con colpi intensi oltre confine: un drone israeliano ha sparato contro un'abitazione civile a Mays al Jabal, uccidendo una persona e ferendone altre due. E centrando un comando militare e un'infrastruttura degli Hezbollah.

Israele agirà «con tutti i mezzi a sua disposizione»

La situazione ha ormai indotto Israele a voler «rimuovere» gli alleati dell'Iran in Libano oltre il fiume Litani in base alla Risoluzione Onu 1701. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che se questo non avverrà Israele agirà «con tutti i mezzi a sua disposizione», inclusi quelli militari.

A sud di Israele è tornata anche la minaccia degli Houthi, gli alleati yemeniti di Teheran, che hanno rivendicato il lancio di un missile terra-terra verso Eilat, intercettato dal sistema Arrow.

E mentre Israele ha dato il via ai piani per 1738 nuove case in una parte di Gerusalemme est, continuano le pressioni sul Qatar affinché convinca Hamas a far visitare gli ostaggi dalla Croce Rossa nel timore crescente delle loro condizioni: da quelli che sono tornati in libertà emergono sempre più storie di violenze e abusi sessuali subiti.

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