Argentina Attentato fallito, Fernandez: «La pistola contro Kirchner si è inceppata»

SDA

2.9.2022 - 10:56

La vicepresidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner in una foto d'archivio con il presidente Alberto Fernandez.
La vicepresidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner in una foto d'archivio con il presidente Alberto Fernandez.
Keystone

«Cristina è viva perché, per un motivo che non è ancora stato tecnicamente confermato, la pistola che aveva 5 proiettili in canna non ha sparato nonostante sia stato premuto il grilletto». Lo ha detto il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez.

Quest'ultimo si è espresso in un discorso alla nazione dopo il fallito attentato nei confronti della vice presidente Cristina Kirchner.

La tv pubblica ha diffuso in esclusiva un video in cui si vede, fra la folla che saluta Kirchner all'esterno della sua residenza nel quartiere della Recoleta di Buenos Aires, il braccio teso di un individuo che impugna una pistola che poi punta a pochi centimetri dalla testa della donna.

L'aggressore ha precedenti penali

L'uomo, riferisce l'agenzia di stampa Telam, è stato arrestato dalla polizia dopo essere stato bloccato dalla sicurezza della vicepresidente ed identificato come Fernando André Sabag Montiel.

Nato in Brasile e naturalizzato in Argentina, ha 35 anni e qualche precedente penale per porto abusivo di armi.

A pochi metri dalla scena dell'attacco, segnalano i media argentini, è stata ritrovata una pistola calibro 32 Bersa di fabbricazione argentina con 5 proiettili nel caricatore e in condizione di sparare.

Giorno libero per tutti per ritrovare la pace

Il presidente argentino Alberto Fernández ha condannato la tentata aggressione con una pistola la notte scorsa nei confronti della vicepresidente Kirchner come l'evento «più grave» dal ritorno della democrazia nel Paese.

In un clima di grande commozione generale per l'accaduto, il capo dello Stato ha disposto che la giornata odierna sia considerata festiva «affinché in pace e armonia il popolo possa esprimersi in difesa della vita e della democrazia e in solidarietà con la nostra vicepresidente».

Pochi minuti dopo la mezzanotte locale (le 5.00 in Svizzera) Fernández si è rivolto agli argentini attraverso la televisione, mentre il coordinatore del governo Juan Manzur, ha convocato una riunione urgente dei ministri.

Anche la Spagna condanna l'attentato

Intanto, anche il premier spagnolo Pedro Sánchez ha condannato la tentata aggressione alla vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner da parte di un uomo armato di pistola.

«Esprimiamo la nostra più decisa condanna a questo tentativo di assassinio e il sostegno alla vicepresidente e all'intero popolo argentino. L'odio e la violenza non sconfiggeranno mai la democrazia»; ha scritto Sánchez.

Kirchner accusata di corruzione

Giova ricordare che la  Kirchner è sotto i riflettori da qualche mese a causa di accuse di corruzione. Meno di due settimane fa la pubblica accusa a Buenos Aires ha chiesto una pena di 12 anni e l'interdizione dai pubblici uffici per l'ex presidente argentina, per corruzione.

L'accusa nei confronti di Kirchner è di aver preso delle tangenti per dei lavori pubblici nel suo feudo elettorale in Patagonia durante i suoi due mandati, fra il 2007 e il 2015.

Anche se condannata, l'ex presidente non potrebbe andare in carcere in quanto, come senatrice eletta, gode dell'immunità parlamentare.

Quattro presidenti la sostengono

Il presidente messicano Manuel López Obrador, quello colombiano Gustavo Petro e quello boliviano Luis Arce, insieme al presidente argentino Alberto Fernández, dopo la formulazione della richiesta di pena, si sono espressi in favore di Kirchner, respingendo, in una dichiarazione congiunta la «persecuzione giudiziaria ingiustificata» contro la vicepresidente argentina.

A loro avviso non solo questa, ma anche tutte le altre procedure giudiziarie aperte e poi chiuse contro la Kirchner hanno il solo scopo di toglierla dalla vita politica.  Sottolineano pure come nel 2019 il Relatore speciale delle Nazioni Unite «metteva in dubbio l'indipendenza dei magistrati e degli avvocati coinvolti in molte di queste cause».