Incidente di fine novembre Lo svizzero sopravvissuto al naufragio nel Mar Rosso: «Rimasto per 36 ore a 12 metri di profondità»

ai-scrape

3.12.2024 - 21:43

Lo yacht «Sea Story» è affondato nel Mar Rosso alla fine di novembre.
Lo yacht «Sea Story» è affondato nel Mar Rosso alla fine di novembre.
XinHua/dpa

Il vodese Michael Miles è sopravvissuto all'affondamento dello yacht «Sea Story» al largo delle coste egiziane, nel Mar Rosso, avvenuto alla fine di novembre. Ora il 70enne ha raccontato quelle drammatiche ore trascorse in acqua.

Dominik Müller

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Michael Miles era a bordo dello yacht che è affondato nel Mar Rosso, al largo delle coste egiziane, il 25 novembre.
  • Il vodese è sopravvissuto per 36 ore in una cabina semi-allagata a 12 metri di profondità.
  • Ora l'uomo ha raccontato la sua drammatica esperienza.

Il 25 novembre un moderno yacht a motore, il «Sea Story», stava navigando nel Mar Rosso con circa 44 persone a bordo, tra le quali una trentina di turisti, quando si è verificato un incidente ed è affondato. Finora sono quattro i morti accertati, mentre sette persone risultano ancora disperse. Le altre 33 persone sono invece state salvate.

Tra i sopravvissuti al naufragio ci sono anche due svizzeri: uno di loro è il vodese Michael Miles. In un'intervista al «Tages-Anzeiger», l'uomo ha raccontato le drammatiche ore vissute dopo l'incidente: «Una settimana dopo la tragedia, devo ammettere che sono ancora in modalità di sopravvivenza».

Il 71enne è tornato domenica dall'Egitto e ora vuole cercare di riprendere il controllo della sua vita: «Si tratta di rimettere in ordine la mia mente e il mio corpo feriti».

«Nessuno ci cercava»

Per 36 ore, Miles è rimasto nella sua cabina semipiena d'acqua, a 12 metri di profondità. «Le ore passavano. Ci sentivamo soli perché nessuno ci cercava. Non sentivamo nulla, nessuno ci chiamava al megafono», ha spiegato al quotidiano.

Per prepararsi allo scenario peggiore, l'uomo ha addirittura registrato con la sua videocamera un messaggio di addio destinato alla moglie e alle due figlie.

La «Sea Story» è stata colpita da una grande onda nel cuore della notte, tanto che il finlandese con cui il vodese condivideva la cabina è stato sbalzato in aria.

Quando il 71enne ha aperto la porta, due terzi del corridoio erano già allagati. Sebbene stesse salendo anche l'acqua nella cabina, fortunatamente sopra di loro si era formata una bolla d'aria. I due uomini hanno quindi dedotto che ci fossero maggiori possibilità di sopravvivenza restando lì dentro piuttosto che nel rischiare un'emersione in superficie.

Un fascio di luce ha annunciato il salvataggio

Ma purtroppo i trasmettitori di emergenza dei giubbotti di salvataggio non funzionavano. Il motivo? «Nessuno vi aveva inserito le batterie», ha affermato Miles, che - nonostante le circostanze estreme - non ha avuto paura: «Mi sono subito messo in modalità di sopravvivenza».

L'uomo ha infine visto uno spiraglio di luce attraverso la fessura della porta: «Finalmente stanno arrivando i sommozzatori!», ha pensato giustamente. Nel buio più completo e muniti di bombole, Miles e il finlandese sono quindi usciti dalla cabina e poi dallo yacht attraverso un buco di 60 centimetri e un portellone, riuscendo ad arrivare infine fino alla superficie.

Nonostante l'esperienza vissuta, il 71enne vodese non vuole lasciare che si spenga la gioia per la sua passione. Ha detto che quindi intende immergersi di nuovo, anche nel Mar Rosso.