È morta all'alba di oggi mentre si rifocillava dopo il gelo della notte, trascorsa con il marito e la figlia di 14 anni a fare le barricate su una strada nazionale a Pamiers, nel sud-ovest della Francia.
Soccorritori e agenti di polizia lavorano sul posto dopo che un'auto ha colpito una barricata durante una protesta degli agricoltori francesi, a Pamiers, circa 700 km a sud di Parigi.
L'atto non sembra intenzionale.
Sono rimasti gravemente feriti la figlia e il marito della donna morta sul colpo.
Morta in Francia durante le proteste in Francia
Soccorritori e agenti di polizia lavorano sul posto dopo che un'auto ha colpito una barricata durante una protesta degli agricoltori francesi, a Pamiers, circa 700 km a sud di Parigi.
L'atto non sembra intenzionale.
Sono rimasti gravemente feriti la figlia e il marito della donna morta sul colpo.
La vittima, una 35enne, era una degli agricoltori in rivolta in Francia e in molti altri Paesi d'Europa. È stata travolta da un'auto che ha ignorato il divieto di accesso ed ha investito in pieno la famiglia. Sono rimasti gravemente feriti anche la figlia adolescente e il marito.
La vittima era una allevatrice di mucche della razza più celebrata in Francia, quelle della regione del Limousin. Produceva anche semi di mais nel vicino villaggio di Saint-Felix-de-Tournegat, a pochi chilometri dal blocco stradale al quale partecipava con tutta la famiglia.
Si scaldava e beveva qualcosa di caldo per arrivare all'ora del cambio e tenere duro nella protesta della zona che in Francia è quella che più si è finora mobilitata.
Il dramma poco prima delle 6 del mattino
Alle 5 e 45, un'auto con tre persone a bordo ha imboccato la nazionale N20 dell'Ariège, in Occitania, all'altezza di un posto di blocco degli agricoltori. Non sono bastate le segnalazioni, che sembra fossero state sistemate in modo corretto e visibile per vietare l'accesso alle auto.
Secondo i testimoni, sembra certo che l'auto viaggiasse a velocità sostenuta, forse in preda all'agitazione dopo che il conducente si era accorto di aver imboccato una corsia chiusa al traffico.
La corsa del veicolo è finita in un punto in cui non c'era alcuna illuminazione – ha spiegato il prefetto dell'Ariège, Simon Bertoux, in una conferenza stampa – «contro un muro di balle di fieno, ricoperto da un grande telone nero».
Dietro questo muro di fieno, «alcuni manifestanti si stavano rifocillando» sotto una tenda, ha aggiunto.
Fra loro, la donna, la figlia e il marito, investiti in pieno dall'auto che poi si è definitivamente fermata schiantandosi «contro il rimorchio di un trattore».
Non c'è stata intenzionalità
La 35enne è morta sul colpo, il resto della piccola famiglia è in condizioni molto gravi: «Non ci sono dubbi – ha assicurato il prefetto – che la persona alla guida sapesse che stava andando su un tratto di strada vietato».
Nell'abitacolo c'erano tre persone, una coppia e una donna, tutti armeni. E tutti con un «ordine di lasciare il territorio» ricevuto lo scorso settembre dopo aver esaurito tutti i possibili ricorsi per ottenere l'asilo in Francia.
Non avevano precedenti, non erano schedati, quindi nei loro confronti non era stato emesso alcun ordine di espulsione. Sembra esclusa ogni intenzionalità.
Duri scambi in parlamento
Il governo, strigliato da Emmanuel Macron che ha pubblicamente chiesto di portare «soluzioni concrete» per i lavoratori dell'agricoltura, è sotto pressione.
Duri gli scambi oggi pomeriggio in Parlamento fra il leader del Rassemblement National (estrema destra) Jordan Bardella, e il premier Gabriel Attal, che lo ha accusato di «pascolare di rabbia in rabbia», mentre Arnaud Rousseau, leader del principale sindacato degli agricoltori, deluso da un incontro ieri con il governo, ha assicurato che «le battaglie continuano» nonostante «questo dramma difficile da sopportare in questo momento particolare che viva l'agricoltura».
Una crisi come quella dei gilet gialli? «Sono pronto a morire»
La tensione dell'esecutivo deriva anche dalle ferite lasciate dal movimento dei «gilet gialli», che cominciarono la loro battaglia proprio dai blocchi stradali, agli incroci e sotto i cavalcavia.
L'incubo rischia di ripetersi, fra gli agricoltori – che chiedono uno snellimento della burocrazia e indennizzi in tempi accettabili per le calamità naturali e per i provvedimenti ecologici più penalizzanti per il settore – è già emerso un leader.
È un giovane e determinatissimo allevatore, Jérôme Bayle, che ha spinto il movimento alla rivolta proprio nel sud-ovest.
Si dice «pronto a tutto» e la prima volta che ha disobbedito ad un gendarme che gli intimava di non entrare con il trattore sull'autostrada A64 fra Bayonne e Tolosa, ha gridato: «Solo un proiettile in testa mi impedirà di avanzare. Gli ho chiesto – ha raccontato lui stesso al quotidiano locale La Depeche – se era pronto a sparare, perché io ero pronto a morire».