Mamma Dijana a 360° «Novak si sente scelto da Dio che lo ha aiutato a Wimbledon l'anno scorso»

bfi

26.5.2020

Dijana Djokovic, madre di Novak Djokovic e il figlio.
Dijana Djokovic, madre di Novak Djokovic e il figlio.
Getty - Teleclub

Dijana Djokovic ha parlato di Novak bambino, delle difficoltà economiche della famiglia, dei prestiti, dei rammarichi, di Dio e di quanto gli manca suo figlio. 

La madre di Novak Djokovic, Dijana, è spesso vista come una madre euforica quando segue il figlio nei suoi tornei a spasso per il mondo. In un'intervista al programma «Madri dei campioni», sul portale online serbo Blic Sport, la cinquantaseienne non ha parlato solo degli inizi di Djokovic nel tennis e della sua gestione delle sconfitte, ma anche della sua vita, dell'allora situazione economica della famiglia, dei figli trascurati, della religiosità e della nostalgia per il figlio. Dijana non può sempre trattenere le lacrime e le parole critiche.

Maturità precoce

«È sempre stato molto più maturo degli altri bambini. Gli piaceva giocare, ma la sua attenzione era focalizzata in modo diverso. I suoi occhi erano acuti da quando è nato. Gridava forte come un asino. Ho capito subito che era mio figlio», così inizia il racconta della madre del numero 1 del tennis mondiale.

«Non sono mai stata un genitore classicamente ambizioso, nemmeno nei miei sogni più sfrenati ho mai immaginato che mio figlio sarebbe stato un giorno il migliore tennista del mondo».

Mamma Dijana aveva intuito da subito il talento del figlio, la sua voglia di arrivare in alto, ma si sa, il tennis è uno sport dalle grosse pretese economiche. 

«In qualche modo ce la fai»

«Io e mio marito lavoravamo entrambi a Kapaonik (località turistica serba al confine con il Kosovo n.d.r.), ma i soldi erano appena sufficienti per pagare l'affitto».

Mentre suo marito accompagnava Novak ai tornei, lei si prendeva cura degli altri due figli. Spesso non era sicura che i soldi sarebbero bastati per arrivare a fine mese.

«Ma se non hai una scelta e hai un obiettivo in mente, in qualche modo ci riesci. Penso che siamo stati molto coraggiosi. In Serbia non abbiamo avuto alcun sostegno. Abbiamo passato molte notti insonni». 

Novak Djokovic e i suoi fratelli dopo aver vinto il primo Australian Open in carriera, nel 2008. 
Novak Djokovic e i suoi fratelli dopo aver vinto il primo Australian Open in carriera, nel 2008. 
Getty

Ma non è stata solo la mancanza di soldi a tenere sveglia la giovane madre. Per finanziare la giovane carriera del figlio Novak, il marito, spesso, prendeva in prestito denaro da persone che facevano affari alquanto dubbiosi.

Denaro in prestito da dubbiosi strozzini per finanziare Novak

«Naturalmente rivolevano i soldi con tassi d'interesse elevati. Più questi 'strozzini' sentivano che avevamo bisogno di soldi, più aumentavano il tasso d'interesse».

Quando i dealer si sono resi conto di quanto potenziale avesse il figlio maggiore, hanno aumentato enormemente il tasso di interesse.

Così nel racconto della madre: «Quando Novak partecipò per la prima volta al torneo juniores del Roland Garros, uno di loro aumentò il tasso di interesse dal 10 al 15 per cento all'ultimo minuto. Ma cosa potevamo fare? Non avevamo scelta. Srdjan (il padre di Novak, n.d.r.) bussò a migliaia di porte per trovare uno sponsor, parlò con diversi uomini d'affari con l'intenzione di farli investire su Novak: ma la gente non ascoltava. Peccato, oggi probabilmente avrebbero fatto milioni».

«Ho trascurato gli altri due figli e mi dispiace»

Dijana non è solo la madre del conosciutissimo Novak, ma anche di Marko e Djordje.

«Abbiamo trascurato i suoi due fratelli minori perché spesso basato i nostri progetti in base alle necessità di Novak. 

Papà Srdjan, mamma Dijana e il fratello Djordje agli US Open 2017
Papà Srdjan, mamma Dijana e il fratello Djordje agli US Open 2017
Getty


Dijana ammette onestamente che anche i suoi figli più piccoli meritavano di essere allevati nello stesso modo come Novak.

«Mi dispiace per gli altri figli, anche loro avevano talento. Ma non abbiamo potuto sostenere anche loro. Mio marito avevo finito le riserve. Non avevamo la forza di farlo di nuovo come con Novak».

Marko e Djordje stanno comunque assaporando il circuito del tennis professionistico. Il primo, 29 anni, è arrivato al 571esimo posto della classifica ATP, Djordje, il minore, oggi 24 anni, ha toccato il suo picco raggiungendo la posizione 1463 al mondo. 

Aiutato da Dio in finale a Wimbledon

Nel corso della finale di Wimbledon del 2019, Djokovic si trovò ad una passo dalla sconfitta: Roger Federer aveva due palle match

«Ho preso in mano la mia croce, che porto sempre al collo - ha raccontato mamma Dijana - e che spesso mi ha salvato nei momenti difficili. Mi sono detta: 'Nole, puoi farcela, l'hai fatto due volte, puoi farlo di nuovo. E' stato lui. È stato salvato da Dio».

Anche Novak crede in Dio, anzi «si sente un prescelto - ha continuato la donna. - Porta sempre il crocifisso, che gli dà pace e fortuna. Prega tutte le mattine e tutte le sere e quando ne sente il bisogno.»

«Novak mi manca spesso»

I figli crescono e lasciano spesso un vuoto i genitori nella vita dei genitori.

«Mi manca il tempo che avevo con Novak, il desiderio di lui. Oggi appartiene al mondo intero più che alla sua famiglia. Mi piacerebbe stare mezz'ora da sola con lui, per parlare, ridere, piangere, solo noi due. Mi piacerebbe prenderlo per mano e andarmene da qualche parte. Un giorno lo farò».

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