Olimpiadi, storie dimenticate La donna più veloce del pianeta correva come un uomo: ecco la verità svelata 50 anni dopo

bfi

4.8.2024

Stefania, Stella o Stanisława Walsh (Walasiewicz) vinse i 100 metri alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932.
Stefania, Stella o Stanisława Walsh (Walasiewicz) vinse i 100 metri alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932.
imago images/United Archives International

Nata in Polonia, Stefania Walasiewicz emigrò negli Stati Uniti da piccola. Lì, con il nome di Stella Walsh, divenne la donna più veloce del pianeta. Alle Olimpiadi del 1932 dovette chiedere però aiuto ai polacchi per potervi partecipare. Una storia fatta di frequenti cambi d'identità, fino all'ultimo responso: l'autopsia.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • Nata in Polonia nel 1911 Stefania Walasiewicz emigrò con famiglia negli Stati Uniti dove crebbe e visse per tutta la vita.
  • Fu lì che da ragazzina dimostrò di avere una forza e una velocità fuori dall'ordinario.
  • Le Olimpiadi del 1932 si avvicinavano e gli Stati Uniti sognavano già una medaglia d'oro nella velocità femminile grazie a Stella Walsh - il nome datogli dalla famiglia una volta arrivata nel nuovo continente.
  • Avendo perso il lavoro Walsh accettò l'aiuto della Polonia e partecipò ai Giochi tra i ranghi del suo Paese di nascita.
  • Scelta che generò malcontento negli Stati Uniti, tanto da ritardare di 15 anni il suo processo di naturalizzazione.
  • Alcuni osservatori, ai tempi, paragonarono il suo stile di corsa a quello di un uomo.
  • Solo nel 1980, quando Stella venne uccisa accidentalmente da una pallottola nel corso di una rapina, l'autopsia svelò l'arcano: era affetta da un disordine cromosomico che le lasciava genitali sessualmente ambigui.

La storia di Stella Walsh è forse una delle più insolite tra quelle degli atleti olimpici.

Nata in Polonia nel 1911, Stefania Walasiewicz, la sua famiglia emigrò negli Stati Uniti poco dopo, cambiando il nome in Walsh e stabilendosi a Cleveland, nell'Ohio, dove crebbe.

La stoffa di una campionessa

Da adolescente, la ragazza si fece notare per la sua forza e velocità, diventando una stella nascente dell'atletica leggera, tanto che nel 1930 stabilì un record mondiale sulla distanza delle 100 yard.

Tanto veloce che ci si aspettava una medaglia d'oro per gli Stati Uniti alle Olimpiadi del 1932, che si svolgevano in casa, a Los Angeles. 

Stella Walsh, con il colori degli Stati Uniti era anche dedita al salto in lungo, oltre che alla velocità e al salto in alto. 
Stella Walsh, con il colori degli Stati Uniti era anche dedita al salto in lungo, oltre che alla velocità e al salto in alto. 
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Polacca, statunitense e poi di nuovo polacca

Ma il periodo della Grande Depressione costò anche alla giovane Walsh il lavoro presso la New York Central Railroad.

Bisogna ricordare che in quell'epoca gli atleti dovevano pagarsi il viaggio per raggiungere i Giochi, non vi era dunque né l'aiuto delle federazioni o dei Comitati olimpici nazionali, né tanto meno il sostegno da parte di sponsor.  Senza un lavoro dunque, Walsh non sarebbe stata in grado di gareggiare ai Giochi Olimpici.

La ragazza prese così una decisione difficile: accettò un lavoro presso il consolato polacco di New York e  di conseguenza rappresentò la Polonia, non gli Stati Uniti, alle Olimpiadi del 1932.

Tradimento? Da parte di chi?

Alcuni negli Stati Uniti videro il suo cambiamento di maglia come un fallimento del Comitato olimpico statunitense nel sostenere le atlete, altri invece, lo videro come un tradimento da parte sua nei confronti della nuova patria.

La partecipazione ai Giochi del 1932 con la squadra della Polonia ritardò però la sua naturalizzazione come cittadina statunitense di quasi 15 anni; le fu concessa nel 1947. Ma le curiosità attorno a questo personaggio non finiscono certo qui.

Oro e argento olimpici ed i primi dubbi

Ai Giochi di Los Angeles, Stella Walsh gareggiò con il nome di Stanisława Walasiewicz.

Questi continui cambiamenti di nome e cognome, di appartenenza nazionale, sembravano solo una parte dell'alternanza d'identità dell'atleta. Ma torniamo in pista al 1932.

Stanisława conquistò la medaglia d'oro nei 100 metri, eguagliando il record mondiale con un tempo di 11,9 secondi. Le sue falcate erano così lunghe che alcuni osservatori paragonarono il suo stile di corsa a quello di un uomo.

Ai Giochi del 1936 a Berlino - quelli resi famosi da Jessie Owens per intenderci - gareggiò nuovamente per la Polonia, ma fu battuta dalla statunitense Helen Stephens per 0,2 secondi e si dovette accontentare della medaglia d'argento.

La tragica morte e quell'autopsia rivelatoria

Dopo la fine dell'attività agonistica Walsh - tornata tale negli Stati Uniti - continuò a essere attiva in diverse associazioni sportive polacche negli Stati Uniti, organizzando campionati e aiutando giovani atleti. Nel 1974 fu inserita nella National Polish-American Sports Hall of Fame. 

Nel 1980, a Cleveland, fu colpita mortalmente da un colpo di pistola nel corso di un tentativo di rapina.

L'autopsia rivelò quello che alcuni avevano già presunto quasi 50 anni prima:  l'ex campionessa olimpica era affetta da un disordine cromosomico noto come «mosaicismo» che le lasciava genitali sessualmente ambigui. Nonostante la confusione di genere causata dal disturbo aveva vissuto tutta la sua vita come una donna, correndo nelle gare per sole donne.