A «Belve» su Rai 2 l'atleta Gianmarco Tamberi ha parlato del suo difficilissimo rapporto con il padre e della sua passione per il basket, subordinata al salto in alto, e non per volontà sua.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Gianmarco Tamberi è l'italiano ad essere volato più in alto di sempre nel salto, raggiungendo i 2,39 metri.
- Il ragazzo di Civitanova ha raggiunto la fama mondiale grazie alla medaglia d'oro olimpica e al titolo di campione del mondo nella disciplina.
- Intervistato a «Belve», trasmissione di «Rai2», il campione ha raccontato del suo difficilissimo rapporto con il padre allenatore.
- «Il più grande fallimento della mia vita» ha confessato.
- Il 32enne ha anche detto di non amare ciò che fa e che sarebbe più felice se potesse giocare a basket.
Gianmarco Tamberi è il saltatore in lungo italiano più vincente di sempre: tre volte campione europeo (2016, 2022, 2024), medaglia d'oro olimpica a Tokyo 2020 e campione del mondo (2023) a Budapest.
Con il 2,39 di Monaco, nel 2016, ha stabilito la 12esima miglior prestazione di sempre. Il 2,45 di Sotomayor è inarrivabile, anche per lui, che oltre al salto in alto si diletta alla batteria con la rock band The Dark Melody.
Lui, che spesso è sceso in pedana con la mezza-barba, al programma di Rai2 «Belve» si è invece concesso del tutto a Francesca Fagnani.
Il difficilissimo rapporto con il padre
L'atleta ha raccontato del suo complesso rapporto con il padre, ex saltatore pure lui, confessando: «Non avere un rapporto con mio padre è il fallimento più grande della mia vita».
I fallimenti «sono stati veramente tanti ed è questo il motivo per cui un rapporto si deteriora a tal punto che diventa complicato metterci delle pezze», ha detto il nativo di Civitanova, nelle Marche.
Marco Tamberi, il padre, è stato in carriera due volte primatista nazionale indoor raggiungendo la misura di 2,26m. L'ex atleta, oltre che lavorare come editore ha allenato i due figli: Gianmarco e il fratello Gianluca, giavellottista oggi interessato anche al mondo della moda.
Le regole imposte dal padre sono state «dure», secondo Gianmarco, che aggiunge: «Un conto è imporsele, un conto è scegliere, un conto è qualcuno che sceglie per te. Un genitore deve aiutarti a prendere la strada giusta ma non obbligarti a scegliere quella strada. Io mi sono sentito in quel momento molto tradito dalla figura genitoriale».
«Non amo quello che faccio»
Il 32enne ha poi ricordato che «il momento più brutto» si è verificato alle ultime Olimpiadi di Parigi, quando debilitato dai calcoli renali non è andato oltre l'11esimo posto.
Poi, un'altra amara confessione: «Non amavo il salto in alto e tuttora mi piace molto di più il basket: se avessi giocato ancora sarei stato meno orgoglioso, ma più felice», parole che per certi versi ricordano quelle dell'ex tennista André Agassi.
«Non è così bello saltare un’asticella. Ho dovuto fare quella scelta ma non amo quello che faccio», ha concluso.