Verso Euro 2024 Il primo capitano della Mannschaft con passato da migrante divide la Germania

blue Sport

7.6.2024

Ilkay Gündogan sarà il capitano della nazionale tedesca ai Campionati europei.
Ilkay Gündogan sarà il capitano della nazionale tedesca ai Campionati europei.
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Ilkay Gündogan è il primo capitano della Germania con un passato da migrante. Non è una decisione che piace però a tutti. Opinioni che non lo sorprendono.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • Ilkay Gündogan è il primo capitano della nazionale tedesca con un passato da migrante.
  • La carriera e le esperienze di Gündogan mostrano come l'integrazione e il successo siano legati. I suoi genitori hanno dato molta importanza all'adattamento alla cultura tedesca.
  • Come capitano vuole guidare in modo autentico e solidale, e vede il suo ruolo anche come una responsabilità sociale.

Ilkay Gündogan, nato a Gelsenkirchen da immigrati turchi, sarà il primo capitano con un passato da migrante a guidare la Nazionale tedesca. Un fatto molto controverso nell'attuale panorama politico della Germania.

Infatti, in un sondaggio di WDR, il 21% degli intervistati ha dichiarato che vorrebbe vedere più giocatori bianchi nella squadra nazionale. E il 17% si è rammaricato del fatto che il capitano abbia origini turche.

Questa reazione non ha però stupito lo stesso neo-eletto capitano: «Se si guarda agli sviluppi politici degli ultimi mesi e anni, ciò non mi sorprende», ha commentato sobriamente in un'intervista a «Der Spiegel». 

«Possiamo sembrare diversi, ma siamo anche tedeschi»

A maggior ragione Gündogan sente una grande responsabilità, di cui è anche molto orgoglioso. «È una grande emozione poter indossare il nero, il rosso e l'oro della fascia di capitano», spiega.

La nomina da parte di Hansi Flick e la conferma da parte di Julian Nagelsmann significano molto per lui, ma sottolinea che il suo background non ha mai giocato un ruolo: «Non sono diventato capitano perché ho un background da migrante. Si tratta di come mi vedono i miei compagni di squadra e gli allenatori».

Tuttavia è ben consapevole che il suo ruolo in questa nuova posizione va ben oltre il calcio. Egli rappresenta una nuova realtà in Germania, un Paese in cui quasi il 30% della popolazione ha un passato migratorio. «Possiamo sembrare diversi, ma siamo anche tedeschi», dice.

«Questa è la Germania in cui sono cresciuto»

Ciò che circa un quinto della popolazione tedesca ha ancora difficoltà ad accettare, secondo Gündogan, è stata la normalità fin dalla sua infanzia. Il 33enne è cresciuto in un ambiente multiculturale che non avrebbe potuto essere più vario.

«Di pomeriggio giocavamo a calcio sulle strade asfaltate e sulle porte dei garage. C'erano 15, a volte 20 bambini provenienti da ambienti molto diversi. Tedeschi, ma anche arabi, turchi, asiatici. Questa è la Germania in cui sono cresciuto».

I suoi genitori hanno dato molta importanza all'integrazione, senza dimenticare la loro cultura d'origine. «Si trattava soprattutto di adattarci alla cultura tedesca, non solo in termini di lingua, ma anche in fatto di rituali».

Sottolinea il bel ricordo del Natale. Una festa che i musulmani non celebrano, ma che per lui ha sempre offerto qualcosa di «molto bello».

Autenticamente verso un nuovo futuro

La carriera di Gündogan è la prova che integrazione e successo possono andare di pari passo. E la Svizzera del calcio ne sa qualcosa.

Percorso che ha incontrato diverse sfide e critiche. È stato il caso della controversa foto con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ma il calciatore, con questo nuovo ruolo, alla fine è stato premiato per la sua determinazione. «Mi sono detto: 'Non puoi arrenderti e basta. Ora devi dimostrare quanto vali, anche come personaggio'».

Un tifoso a Leverkusen con una foto di Özil e della controversa visita di Gündogan al primo ministro turco Erdogan.
Un tifoso a Leverkusen con una foto di Özil e della controversa visita di Gündogan al primo ministro turco Erdogan.
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Come capitano ha deciso di guidare con uno stile non autoritario. «Oggi le giovani generazioni hanno più rispetto per te se sei autentico. Sono molto più intelligenti di noi».

Guardando ai prossimi Campionati Europei è ottimista, ma realista. Spera che la squadra possa ispirare il popolo tedesco: «Se riuscissimo ad affascinare di nuovo la gente di questo Paese e creare un'atmosfera straordinaria, per me sarebbe un successo».