Da Cannes Il cinema svizzero agli occhi di due produttrici francesi

sifo, ats

20.5.2024 - 10:00

La produttrice e distributrice Laurence Petit, a sinistra, e la produttrice Barbara Letellier, a destra, della casa francese Haut et Court che ha coprodotto il film "Sauvages" del vallesano Claude Barras, presentato in anteprima mondiale alle 77esima edizione del Festival di Cannes.
La produttrice e distributrice Laurence Petit, a sinistra, e la produttrice Barbara Letellier, a destra, della casa francese Haut et Court che ha coprodotto il film "Sauvages" del vallesano Claude Barras, presentato in anteprima mondiale alle 77esima edizione del Festival di Cannes.
Keystone

Come viene percepito il cinema svizzero all'estero? Qual è l'interesse di coprodurre con la Svizzera? Keystone-ATS ha posto queste domande a due produttrici francesi, Barbara Letellier e Laurence Petit, che hanno coprodotto «Sauvages» del vallesano Claude Barras.

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Barbara Letellier e Laurence Petit lavorano per la casa di produzione e distribuzione Haut et Court, con sede a Parigi. Petit è una produttrice specializzata nei film d'animazione e distributrice.

Sulle orme di Godard e Tanner

Il cinema elvetico ha un passato segnato da grandi nomi, come Alain Tanner, figura chiave del Nuovo cinema svizzero, e Jean-Luc Godard, scomparsi entrambi, a pochi giorni di distanza, nel settembre 2022.

Due nomi rimasti impressi anche nelle due produttrici incontrate a Cannes. «Con Laurence ci rammentavamo dei nostri primi anni di cinefilia, quando ero giovane sono stata molto segnata, fra gli altri, da 'Dans la ville blanche' (1983, ndr.) di Alain Tanner», spiega Letellier a Keystone-ATS.

Anche Petit cita Tanner, di cui Haut et Court ha distribuito «Fourbi» (1996), e Godard, «due cineasti con i quali siamo cresciute». «Tanner è un cineasta estremamente importante perché anticonformista, poeta e politico, all'avanguardia. Spero che verrà scoperto dalle nuove generazioni», aggiunge. «Quando si cresce in Svizzera con queste due grandi figure penso forgi molto l'amore per il cinema», afferma Petit.

Petit cita anche l'autore losannese Charles-Ferdinand Ramuz (1878-1947), «per me il più grande scrittore del mondo», di cui avrebbe «adorato adattare per il cinema il libro 'La vie de Samuel Belet' (1913, ndr.)».

La Svizzera è sempre stata considerata come «un territorio pacifista, ma in realtà è un territorio di guerrieri e di cineasti molto impegnati e visionari», prosegue.

Cinema elvetico, un vivaio di talenti

«Poi c'è tutta una generazione di registi svizzeri che seguiamo da tempo e che apprezziamo molto», dice Letellier, che cita «l'incredibile regista» Ursula Meier di cui aveva scoperto il corto «Tous à table», al Festival internazionale del cortometraggio di Clermont-Ferrand, in Francia, dove si è aggiudicato il Prix du Public.

Nel cinema elvetico, «c'è un vivaio di talenti, autori e registi», afferma. «Che si tratti di produzione o distribuzione, sono innanzitutto incontri con degli universi e cineasti», aggiunge Petit. «Abbiamo lavorato anche con un altro regista svizzero che amiamo molto, Jean-Stéphane Bron, del quale abbiamo distribuito il film 'Mio fratello si sposa' (2016, ndr.)», prosegue.

Attualmente le due produttrici hanno un progetto di serie in produzione con il regista vallesano Frédéric Mermoud, che con Meier, Bron e Lionel Baier ha fondato la Bande à part Films, con sede a Losanna.

Senza dimenticare il regista vallesano Claude Barras, già noto per «La mia vita da Zucchina» (2016), con cui hanno coprodotto «Sauvages», una favola ecologica ambientata nel cuore della foresta tropicale del Borneo, che «è al contempo un film d'animazione e un film geopolitico», spiega Petit.

La coproduzione di «Sauvages»

Per ovvie ragioni linguistiche, la casa di produzione e distribuzione francese collabora con registi e aziende del settore romandi.

La coproduzione di «Sauvages» è nata grazie a Nicolas Burlet, produttore e amministratore della ginevrina Nadasdy Film, specializzata in cinema d'animazione, che cercava un partner in Francia e conosceva già Petit, spiega Letellier. Alla pellicola ha partecipato anche il Belgio.

«Il film è stato molto ben finanziato nei tre territori, Svizzera, Francia e Belgio», aggiunge. «Il budget del film è di 12,5 milioni di euro (circa 12,4 milioni di franchi) e la Svizzera è maggioritaria», precisa Letellier. «Ogni tipo di progetto d'iniziativa svizzera viene considerato» per una coproduzione, spiega Petit.

«'Sauvages' è un film in stop motion», ogni giorno vengono ripresi 4 secondi di immagini su «nove set e nove punti di ripresa», prosegue, «è una tecnica particolare che richiede un certo know-how».

Oltre ad aver coprodotto il film, i tre Paesi hanno ciascuno fatto la loro parte nel completare il progetto. Le riprese, durate 9 mesi, si sono svolte a Martigny (VS). Le marionette, che vengono animate nel film, e le scenografie sono state preparate artigianalmente dallo studio di film d'animazione bretone Vivement Lundi!.

Mentre la postproduzione si è svolta in Belgio. Le tre nazionalità sono rappresentate anche nel casting delle voci, spiegano.

«Tutte le avventure sono uniche ma questa rimarrà impressa in Barbara e me perché abbiamo trovato una famiglia di cinema, dei complici, gente con cui umanamente abbiamo voglia di continuare a lavorare», dice Petit. «È stata una grande fortuna e un grande onore coprodurre il film di Claude Barras di cui ci era piaciuto molto 'La mia vita da Zucchina'», afferma Letellier.

Campagna d'impatto

Oltre alla prima mondiale a Cannes, tenutasi sabato pomeriggio, «Sauvages» sarà in concorso anche al Festival del cinema d'animazione di Annecy, sempre in Francia, il 12 giugno.

«Con Barbara, abbiamo creato una campagna d'impatto con una call to action», spiega Petit. La campagna intende sostenere progetti contro la deforestazione ed è accessibile attraverso l'apposito sito, lanciato ieri dopo la conferenza stampa tenutasi sulla Croisette. Fra i partner Petit cita Greenpeace, Foodwatch e il Fondo Bruno Manser in favore delle foreste tropicali.