Nell'era dei SocialGli esperti: «Ecco cosa Kate ha sbagliato nella comunicazione sul suo cancro»
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5.4.2024 - 16:57
Lasciare un vuoto di informazioni può avere il suo peso. La famiglia reale britannica ha dovuto imparare questa amara lezione in occasione della diagnosi di cancro della principessa Kate.
05.04.2024, 16:57
05.04.2024, 18:09
dpa
Hai fretta? blue News riassume per te
La famiglia reale britannica ha vissuto un vero disastro nelle pubbliche relazioni per il caso Kate.
Il caso è diventato una lezione per il Palazzo e per il pubblico nel mondo moderno dei media online.
Non appena il silenzio lascia un vuoto di informazioni, altri lo riempiranno sui social media.
La frenesia mediatica è iniziata il 27 febbraio. Quel giorno, l'hashtag #WhereIsKate è diventato virale con le speculazioni sulla sorte della principessa britannica.
Si è scatenata una serie di meme, teorie bizzarre e battute, unite a una seria preoccupazione per la salute di Kate, e ha chiamato in causa i detective dilettanti. Migliaia di persone hanno partecipato, fino a quando la 42enne non ha reso pubblica la sua diagnosi di cancro in un video.
L'episodio è diventato una lezione per il Palazzo e per il pubblico nel mondo moderno dei media online: non appena il silenzio lascia un vuoto di informazioni, altri lo riempiranno. E il risultato potrebbe essere catastrofico.
«Il mantra della famiglia reale è sempre stato quello di non lamentarsi mai e di non dare mai spiegazioni», (in inglese è ormai celeberrima la frase: «Never complain, never explain», ndr.) dice Ellie Hall, giornalista specializzata sui reali. «Ma questo non funziona più nell'era digitale. Non ci vuole molto per scatenare cose assurde».
Il vuoto informativo ha creato problemi
Il 17 gennaio, Kensington Palace ha annunciato che Kate si trovava in ospedale per riprendersi da un'operazione addominale programmata e che non avrebbe partecipato ad alcun appuntamento pubblico fino a dopo Pasqua.
Il gossip online è stato inizialmente limitato e non ci sono stati ulteriori aggiornamenti ufficiali. Solo il 27 febbraio è stato annunciato che il marito di Kate, il principeWilliam, non avrebbe partecipato alle esequie del padrino per motivi personali.
Sono iniziate le speculazioni, come spiega l'autore Ryan Broderick, che scrive la newsletter «Garbage Day» sui social media.
Dov'era Kate? Era gravemente malata, forse in coma? Si è sottoposta a un intervento di chirurgia plastica all'estero? È stata sostituita da un sosia? C'erano problemi nel suo matrimonio? Ha lasciato William? Ha subito abusi?
Sono nati dei meme, tra cui uno che mostra l'immagine di Kate sul volto di un'attrice (Rosamund Pike ndr.) del film «Gone Girl» , che tratta della scomparsa di una donna.
L'autrice Sarah Frier ha scritto su X, ex Twitter: «La cospirazione è lo sport preferito di Internet. Inizia qui e diventa mainstream. A un certo punto (...), la maggior parte dei contenuti nel mio feed (X) riguardava lei (Kate). Niente di tutto ciò era vero. È solo quello che la gente fa per divertimento e per guadagnare follower».
Ecco il grande errore, il controllo perso per sempre
Poi è arrivato il grande passo falso: il 10 marzo il Palazzo ha pubblicato una foto di Kate e dei suoi figli, ammettendo poi che era stata manipolata digitalmente, senza dire cosa fosse stato modificato esattamente.
Ma gli strateghi delle pubbliche relazioni della famiglia reale avevano già perso il controllo della narrazione, come spiega il professore di giornalismo e avvocato Peter Mancusi della Northeastern University, che gestisce anche una società di consulenza per le crisi.
Qualsiasi segno di vita, piccole informazioni, persino una foto in posa di Kate che saluta da un balcone, avrebbero riempito il vuoto.
Mancusi ricorda la strategia opposta adottata con reCarlo, il cui cancro è stato rapidamente annunciato, più o meno nello stesso periodo. Il tipo non è stato reso noto, ma la gente è disposta a concedere un certo grado di privacy con questa diagnosi, dice l'esperto.
Marcusi spiega che spesso ha a che fare con clienti riluttanti a rivelare informazioni spiacevoli. Ma prima o poi verrebbero comunque alla luce.
È meglio essere proattivi o, come dice Hall, «nutrire la bestia». «È nella natura umana e in quella di molte aziende correre ai ripari quando escono cattive notizie», afferma Mancusi. «Ma sperare che le cose migliorino non è una strategia sufficiente».
Servono informazioni chiare e verificabili
Nonostante la tentazione di ignorare voci e teorie cospirative, è meglio reagire rapidamente con informazioni chiare e verificabili, sostiene lo studioso sociale Daniel Allington del King's College di Londra, che si occupa di disinformazione. «Una volta che le persone sospettano di essere state ingannate, è molto difficile riacquistare la loro fiducia», spiega.
Secondo Matthew Hitzig, esperto di comunicazione in momenti di crisi di New York, molte persone possono immedesimarsi in una diagnosi di cancro. Capiscono quanto sia difficile parlarne anche con i propri cari, figuriamoci con il mondo intero. Il video di Kate è stato un modo sincero, emotivo ed efficace per condividere un'informazione molto personale.
Ma, le speculazioni online non sono finite. Quasi subito sono emerse teorie sul fatto che il discorso fosse stato generato dall'intelligenza artificiale o che il cancro di Kate fosse stato scatenato dalla vaccinazione contro il Covid.
Ma si è arrivati a un punto di svolta. Il giornale scandalistico «The Sun» riportava ogni giorno il titolo «Brave Kate» e scriveva in un editoriale che i troll avrebbero dovuto vergognarsi.
La rivista The Atlantic ha titolato: «Spero che ora vi sentiate tutti malissimo».