Partiti Ecco le eredità che Gerhard Pfister lascia a Il Centro

mh, ats

6.1.2025 - 18:05

Il presidente del Centro, Gerhard Pfister, che oggi ha annunciato di voler lasciare l'incarico la prossima estate, ha portato il suo partito a raggiungere quote di elettori stabili nelle ultime elezioni federali. Ha inoltre pilotato con successo il cambio di nome, dal precedente PPD, e la fusione con l'allora Partito borghese democratico (PBD).

Il presidente dell'Alleanza del Centro Gerhard Pfister lascerà nell'estate del 2025.
Il presidente dell'Alleanza del Centro Gerhard Pfister lascerà nell'estate del 2025.
sda

Keystone-SDA, mh, ats

In un'intervista del 2016, al momento della sua elezione alla testa della formazione politica, Pfister aveva dichiarato di essere consapevole di non collocarsi al centro del PPD.

«Sono però convinto di poter trovare un equilibrio».

Alla fine il 62enne ha avuto ragione: muovendosi nell'ala destra del partito è riuscito a riformarlo.

Passi avanti

Il processo prevedeva una fusione con il PBD, strutture partitiche professionali e un cambio di nome da PPD ad «Alleanza del Centro» dapprima e alla fine solo «Il Centro».

Con la riforma, completata nel 2022, il partito intendeva arrestare la crescente perdita di consensi. Nel 1995, il PPD otteneva il 16,8% delle preferenze alle elezioni per il Consiglio nazionale, rispetto all'11,4% del 2019.

Dopo la fusione con il PBD la quota è salita al 13,8%. Nelle elezioni dell'ottobre 2023 – le prime con il nuovo nome – il partito ha guadagnato altri voti e da allora si è attestato attorno al 14,1%. La formazione politica ha inoltre guadagnato altri due seggi al Consiglio degli Stati.

In Nazionale dal 2003, soppravissuto alla strage di Zugo

Nato a Zugo, Pfister è in Consiglio nazionale dal 2003, dove ha aperto la nuova legislatura esattamente 20 anni dopo quale membro più anziano della Camera.

Figura inoltre nella Commissione delle istituzioni politiche e in quella della politica estera.

In precedenza, ha fatto parte del Gran Consiglio di Zugo dal 1998 al 2003, dove è sopravvissuto alla strage in Parlamento del 2001, che provocò 14 morti. Dal 1999 al 2008 ha presieduto la sezione cantonale dell'allora PPD.

Pfister ha studiato tedesco e filosofia e ha lavorato come insegnante. Attualmente è presidente e membro del consiglio di amministrazione di diverse società.

«Oggi la Svizzera viene difesa anche a Kiev»

Nel febbraio scorso a Svitto, colui che si dice abbia anche l'ambizione di entrare in Consiglio federale, era stato eletto dall'assemblea dei delegati per altri quattro anni alla presidenza del partito.

In questo ruolo ha sostenuto, tra l'altro, una politica di consenso, cercando di smussare la polarizzazione. Alla luce dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina, ha anche chiesto una maggiore cooperazione tra la Svizzera e la NATO e un ripensamento della politica di neutralità.

Il successo del modello sociale ed economico occidentale si basa sullo Stato di diritto, sulla sicurezza della proprietà privata e sul benessere sociale, ha affermato in un'intervista alle testate di Tamedia del 2022, aggiungendo che se si vogliono preservare queste società e questi valori, è necessario difenderli dagli attacchi.

«Oggi la Svizzera viene difesa anche a Kiev», ha sostenuto.

Nonostante i suoi interventi spesso pungenti, Pfister ha anche trovato più volte parole di moderazione nel dibattito politico.

In occasione dell'apertura della nuova legislatura del Parlamento federale nel dicembre 2023, ha per esempio avvertito di aver notato crepe nelle palizzate di ciò che si dà per scontato in Svizzera e che queste dovrebbero essere prese sul serio.