GovernoCovid-19, Berset: «Non è ancora il momento di riaprire, dobbiamo essere pazienti»
fc, ats
19.3.2021 - 17:45
Non ci saranno ulteriori riaperture per Pasqua: come aveva già lasciato intendere la settimana scorsa, il Consiglio federale ha deciso oggi, venerdì, di mantenere chiuse le terrazze dei ristoranti e di non consentire le manifestazioni con pubblico.
fc, ats
19.03.2021, 17:45
19.03.2021, 17:58
SDA
Troppo elevato il rischio di un aumento incontrollato del numero delle infezioni: «Abbiamo già perso il controllo due volte su questa pandemia, in marzo e poi in ottobre» ha ripetuto più volte Alain Berset per spiegare le decisioni odierne prese dall'Esecutivo. «Sbagliare due volte è possibile in una situazione così, sbagliare una terza volta non è però indicato, non vogliamo più perdere il controllo sul virus. Dobbiamo ancora essere pazienti, almeno per quattro settimane», ha poi aggiunto.
La situazione sarà riesaminata il 14 aprile. Il limite concernente le riunioni famigliari al chiuso passerà per contro da 5 a 10 persone.
Dalla fine di febbraio, la situazione epidemiologica peggiora sensibilmente. Il numero dei contagi è in costante aumento e si prevede un loro raddoppio ogni tre o quattro settimane.
Tre dei quattro criteri necessari alla riapertura fissati dal Consiglio federale da diversi giorni non vengono rispettati: il tasso di positività è maggiore del limite del 5%, quello di riproduzione Re è superiore a quota 1 (è dell'1,14) e l'incidenza della malattia su 14 giorni è salita sopra 200 per 100'000 abitanti. Solo l'occupazione dei reparti di terapia intensiva con pazienti Covid-19 è al di sotto del valore soglia.
Varianti più letali
Ci sono poi indizi secondo i quali le nuove varianti del virus non sono solo molto più contagiose, ma anche più letali. Queste nuove varianti sono responsabili di oltre l'80% delle nuove infezioni. Il numero di vaccinati è inoltre ancora troppo basso per impedire una nuova impennata dei ricoveri ospedalieri.
Date queste premesse, «il Consiglio federale si è assunto le proprie responsabilità» e ha deciso che la seconda fase di apertura non può aver luogo, ha spiegato Berset. Quando questa è stata posta in consultazione, la settimana scorsa, l'evoluzione era ancora incerta; ora è però chiaro che il numero di contagi è ritornato a crescere.
«È stata una decisione difficile», non ha nascosto il ministro della sanità. «Ma data la situazione attuale, non sarebbe stato possibile giustificarne un'altra», ha aggiunto il consigliere federale. La situazione epidemiologica non consente allentamenti. «Ci sono voluti quattro mesi per arrivare al livello che abbiamo oggi, questi sforzi non devono essere vanificati», ha aggiunto.
«Non aprire ora per salvare l'estate»
Prendendo oggi la decisione di riaprire, ha affermato Berset, si correrebbe infatti il rischio di prolungare la crisi pandemica. Non vorremmo dover ordinare nuove chiusure, ha precisato. Insomma, «bisogna agire adesso per garantire una bella estate».
Si tratta anche di non mettere in pericolo la campagna di vaccinazione. Una terza ondata complicherebbe assai le cose poiché non è possibile immunizzare le persone malate, ha ricordato il ministro della sanità.
Si vuole evitare che la Pasqua faccia esplodere i contagi
«Ma abbiamo la situazione sotto controllo,» ha detto Berset. Anche se i numeri aumentano. Si vuole assolutamente evitare che la Pasqua diventi in Svizzera quello che è stato il Natale per alcuni altri paesi, in cui il numero dei contagi è esploso.
«Stiamo cercando di uscire rapidamente da questa situazione. La Svizzera non ha mai perseguito una strategia "Zero Covid". Il danno all'economia e alla vita sarebbe troppo grande. Ma non abbiamo mai fatto finta che il virus non esistesse», ha aggiunto il Ministro dell'Interno.
Il Consiglio federale sta compiendo «passi di apertura piuttosto piccoli»: in molti paesi confinanti sono attualmente in corso diverse chiusure, cosa che il Governo vuole evitare, spiega Berset, ecco perché oggi non ci sono importanti decisioni di aperture: «Guardate attorno a noi, in molti Paesi ci sono coprifuoco e chiusure complete che tornano in vigore. Non vogliamo dover fare dei passi indietro in futuro. Si tratta di essere pazienti ancora un po'».
Chiesta ancora grande prudenza
Cionondimeno, in vista delle festività di Pasqua, il Consiglio federale ha deciso di autorizzare incontri con familiari e amici al chiuso con un massimo di dieci persone, invece delle attuali cinque. La misura entrerà in vigore lunedì.
L'esecutivo chiede comunque grande prudenza: gli incontri andrebbero limitati a poche economie domestiche. Berset incoraggia anche a sfruttare la possibilità di farsi testare gratuitamente prima di un incontro privato. «Deve diventare un riflesso automatico», ha detto il consigliere federale aggiungendo che l'obiettivo è di testare il 40% della popolazione mobile.
L'intenzione è «conservare intatti i buoni presupposti per la campagna vaccinale dei prossimi mesi e per la prossima fase di riapertura dopo Pasqua». La situazione sarà nuovamente valutata il 14 aprile. «Dobbiamo avere ancora un po' di pazienza», ha aggiunto Berset. Si dovrà approfittare di queste quattro settimane per proseguire con la strategia vaccinale. Un allentamento sarà possibile solo quando le persone vulnerabili saranno immunizzate.
Nel frattempo il Consiglio federale ha discusso su quando potrebbe essere preso in considerazione un nuovo inasprimento dei provvedimenti. Viene proposto un modello in tre fasi.
Fintanto che non saranno state vaccinate tutte le persone appartenenti a un gruppo a rischio (prima fase), dovranno essere applicati indicatori più severi. Determinante è l'incidenza su 14 giorni che non dovrà essere superiore a 350, ma verranno presi in considerazione anche gli altri indicatori. Non ci sarà però alcun automatismo.
Quando saranno state vaccinate tutte le persone appartenenti a un gruppo a rischio (seconda fase), potranno essere applicati indicatori meno severi. L'evoluzione dell’epidemia dovrà però essere sotto controllo. Quando saranno vaccinate tutte le persone che lo desiderano (terza fase), non dovrebbero più essere necessari provvedimenti di chiusura né indicatori, a meno che l'effetto delle nuove varianti del virus non lo renda necessario.
Il Consiglio federale ha infine adeguato la convenzione negoziata dai partner tariffali per il rimborso della vaccinazione contro il COVID-19 da parte dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. L'immunizzazione è rimborsata integralmente: non è prelevata alcuna franchigia né aliquota percentuale.